Apritori: S.Gianesini, E. Da Ronco 2017
Risistemata: M.Brighente, D.Dal Cerè, S.Gianesini, Gennaio 2025
Sviluppo: 190 m
Esposizione: E
Tempo: 2 h
Difficoltà: V+
Discesa: a piedi
Materiale: NDA
"La Val di Leno è sinonimo di fatica per chiunque desideri raggiungerla. Il sentiero si inerpica attraverso un ripidissimo bosco situato a sinistra di una delle più belle e famose cascate della valle del Chiese, la "Regina del Lago". Questo percorso non concede un attimo di respiro. Il paesaggio scuro e ombroso conferisce all'ambiente un aspetto inquietante, quasi repulsivo. Tuttavia, come dopo un temporale torna il sereno, anche in questo caso, superato il salto iniziale della "Regina del Lago", si entra in una valle quasi piana e molto più silenziosa. Qui, cristalli di purezza e silenzio dominano il paesaggio, creando un'atmosfera di pace e tranquillità."
Così scrivono gli autori dell'omonima prima guida (1994) sulle Cascate di Ghiaccio della Val Daone, Righetti e Aimi, che hanno esplorato con passione e determinazione ogni angolo di questa valle straordinaria. Sono stati loro, i primi, a raccontarne la bellezza selvaggia, i percorsi glaciali ardui e l'incanto nascosto che attende solo chi ha il coraggio di spingersi oltre la prima ora di avvicinamento. Le loro parole trasmettono il rispetto e l'ammirazione per una natura che non si lascia conquistare facilmente, ma che, una volta raggiunta, sa ricompensare con momenti indimenticabili.
Per il gusto del piacere della conoscenza che contraddistingue chi scrive su queste pagine digitali ci sentiamo in dovere di far conoscere questo angolo poco frequentato e fuori dai circuiti delle "solite cascate" della Val Daone.
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Malga Leno |
Accesso Generale
Dal parcheggio della Centrale della diga di Malga Boazzo si percorre la stradina che passa sotto la cascata Regina del Lago (Cascata del Leno per i local) e costeggia il lago sul suo lato destro idrografico. Poco dopo, la si abbandona per prendere il largo sentiero che sale ripido nel bosco fino alla sommità della cascata stessa. Successivamente, il percorso diventa più dolce nella bellissima valle che conduce alla Malga Leno. Le varie cascate sono ora ben visibili proprio di fronte, se non coperte dal manto nevoso.
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Le cascate ricoperte da una recente nevicata |
Le relazioni
Riportiamo ora le relazioni originali dei primi salitori come presenti sulla guida "Val Daone". Unica nota di aggiornamento da aggiungere è che negli anni sono stati aggiunti i fix alle soste dove possibile, per consentire il rientro a doppie ed evitare il giro per ripido bosco innevato, che ha creato problemi a varie cordate negli anni. Negli anni 90 era convenzione salirle nel mese di novembre ma con l'andamento climatico dell'ultimo decennio si trovano formate analogamente alle altre cugine di fondovalle o forse poco prima, ma con il problema aggiunto rispetto al passato di trovarle già sommerse dalle prime copiose nevicate. Si sconsiglia di intraprendere quindi le salite con troppa neve in quanto risulta difficoltoso identificarne il percorso e, specialmente le centrali, sono a notevole rischio valanghe. Di recente è stato ricostruito il ponte che attraversa il torrente Rondo poco prima della malga e i parapetto del sentiero in corrispondenza del salto della Regina del Lago sono stati ricostruiti con l'aggiunta di catene corrimano.
01 Proxima Centauri
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L2 di Proxima Cygni |
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Valzer della Candela |
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Attraversamento del Torrente |
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Le cascate in condizioni secche (foto credits Facebook) |
Il Dente di Satanasso è il penultimo tridente della lunga coda del drago composta dal gruppo Croda Granda-Agner, questa coda si adagia con andamento quasi nord-sud terminando sopra l'abitato di Agordo con l'asperità terminale rappresentata dalla Cima di Val Torta.
Questa effettiva via normale è stata tracciata il 12 agosto 1903 dalla guida di Frassenè Serafino Parissenti assieme al cliente Sattler ed è molto consigliata per qualità della roccia, panorami impagabili a 360° e la facilità della salita.. una rarità in zona. Risalita la Pala della Madonna, ovvero l'ampio pendio prativo contraddistinto dai paravalanghe, provenendo da Malga Agner o dal Rifugio Scarpa attraverso il sentiero Miniussi si guadagna la forcella del Boràl del Cavàl. Da qui, citando la guida di Paolo Mosca: "..si sale fino ad una nicchia; si prosegue per una spaccatura e si giunge sulla cresta che porta all'anticima. Di qui si scende per una spaccatura (15 m), si attraversa la successiva parete e quindi per un piccolo camino ed un colatoio si giunge il vetta.". La via è ben attrezzata con soste e cordini segnavia in clessidra relativamente nuovi, e sono presenti buoni segni di passaggio, indice di frequentazione della stessa.
Variante dello spigolo sud (Franceschini-Leszl, 11/7/1948)
Dalla forcellina di partenza dove si trova la sosta su grosso mugo inizia anche l'estetica variante per lo spigolo sud gradata IV+ ma ancora da noi non percorsa. Sempre citando Mosca: "..dall'intaglio erboso si risale lo spigolo che porta sulla cresta fino ad una lista obliqua sulla parete est, poi si scende brevemente alla spaccatura (poco sotto alla spaccatura un chiodo) e quindi in vetta".
Discesa: dalla cima percorsa la cresta a ritroso fino all'anticima si effettuano 2 doppie attrezzate con cordini ed anelli di calata da spuntoni, mantenendosi in leggera diagonale fino alla forcella di partenza.