LE VIE STORICHE E I PROTAGONISTI
Il resoconto cronologico che segue è un estratto dell’introduzione della guida “Stallavena, palestra di arrampicata” di Beppo Zanini pubblicata nell’ormai lontano 1987. Gli eventi, dagli albori delle prime esplorazioni, terminano nell’anno di pubblicazione della stessa guida, da allora ad oggi sono passati altri 30 anni, quindi manca un ulteriore pezzo di storia moderna della nascita dell’arrampicata sportiva ad oggi. Ma comunque non correremo il rischio di escludere nessuno perchè gli astri che ancora brillano (e hanno fatto scuola) fanno la comparsa esattamente negli ultimi anni citati. Vediamo dunque come si sono svolti i fatti nell’età ormai “classica” della falesia.
1935. Alberto De Mori con i Ragazzi delle Giovane Montagna inizia l'esplorazione delle "Senge del Castel" così erano chiamate. Il bosco non c'è ancora, è tutto brullo e si parte da Stallavena nei pressi del monumento ai caduti.
1940. Angelo Poiesi apre dal basso: Diedrino, lo Spigoletto, la Longa, l'Obiqua e lo Spigolo Giallo.
1950-60. Milo Navasa CAAI & compagni (tra i quali Franco Chierego e Claudio Dal Bosco CAAI) aprono dal basso: lo Sperone, Pulpito, Albero, Ferratina (attenzione: la prima via aperta con l'uso di mezzi artificiali), Gran Diedro, Verona, Gialla, Firenze, Diedro Giallo, Peruviana.
Giancarlo Biasin CAAI apre la Dulfer. Funambolica è la sua discesa faccia a valle dell'Obliqua.
1975-77. Franco Sgobbi apre la seconda lunghezza di Squaqquacciò, poi la Placca Sgobbi e Chiodi Neri. Per primo, in questa sede sia chiaro, ha l'idea di lasciare in parete chiodi "buoni" per favorire le ripetizioni sia come qualità della scalata e per più allenante quantità.
1977-78. Silvio Campagnola CAAI e Gino Seneci aprono Indiani e Ada
Lo stesso Campagnola sosteneva che "..nell’ambiente veronese il cambiamento dall’ottica alpinistica a quella della falesia fosse avvenuto in coincidenza dell’attrezzatura delle calate in moulinette a Stallavena, che di fatto avevano soppresso anche quella breve camminata per tornare alla base, durante la quale i compagni di cordata si parlavano scambiando le impressioni."
1978-80 Compare il Gruppo dei Nani, movimento nato dal GASV: vera esplosione gioiosa e dissacrante dell'attività alpinistica tra i giovani veronesi nonché contributo fondamentale alla stampa della prima guida della falesia
Bruno Bettio apre i 7 nani, la Peuterey e Alce Nero. Il nuovo mattino di Stallavena: da questo periodo viene progressivamente abbandonata la chiodatura dal basso mista libera-artificiale a favore della ripetizione leggera e sicura con le protezioni fisse in loco.
1980-83 Periodo di stasi della palestra, viene chiodata Famiglia Felice, la prima via aperta dall'alto
1984-87 Gianni Rodighiero apre Placca Fredda, Gianni e Fafifurni
Franco Perlotto apre Delise Brut
I fratelli Nicola ed Emanuele Sartori aprono Anatomic, Orzowall, Alcazar, Messaggeri del Teschio, Apprendista Stregone introducendo sempre più il concetto sportivo nell'arrampicata
Bepo Zanini apre una trentina di nuovi itinerari e riattrezza tutta la falesia per renderla più versatile e sicura con il contributo della Scuola di Alpinismo Priarolo.
2000 Silvio Campagnola CAAI apre "Arrivederci by Silvio" l'ultima sua, aperta dall'alto la primavera prima di morire; "arrivederci" perché era consapevole che avrebbe dovuto lasciarci di lì a poco a causa della sua malattia. Significativo il fatto è accanto alla via "Amici del Minazio", e lui del Vallon delle Lede sulle Pale dove apputto si trova il famoso Bivacco è stato il più grande conoscitore e appassionato.