martedì 2 aprile 2024

Nuova via sulla Parete di Volargne: Macine ai Cocai (VI, 170 m, V+ obb.)

Zona: Chiusa di Ceraino
Sviluppo: 200 m
Esposizione: SW
Tempo: 3 h
Difficoltà: VI (V+ obb)
Discesa: doppie
Materiale: mezze corde, friend medi


"Di uccellini e uccellacci ne abbiamo visti tanti nelle nostre scorribande verticali in Valdadige..ma scalare in Valle con i gridi dei gabbiani probabilmente lo si può provare solo in Chiusa.."

Da tempo facevamo l'occhiolino, passandoci sotto in auto, a questo grande e logico diedro sulla paretona di Volargne: unico punto debole di questa parete così repulsiva e al contempo il maggior sviluppo essendo il suo andamento diagonale. L'unica cosa che ci ha sempre bloccato? La rigogliosa vegetazione presente: dei veri e propri giardini pensili; fino a quando i tempi non sono stati maturi per rompere gli indugi. La via è prettamente alpinistica ma ben protetta, aperta nella primavera-estate 2023 dal basso in più riprese da Christian Confente, Manuel Leorato e Riccardo dalla Brea; le protezioni sono clessidre e chiodi, fix utilizzati solo nei punti di sosta e su L7 non chiodabile in sicurezza altrimenti. Arrampicata sul calcare oolitico tipico della sponda sinistra idrografica della Chiusa di Ceraino, la roccia è discreta nelle prime 2 lunghezze nonostante la meticolosa pulizia può risultare umida dopo pioggie recenti, poi man mano che si sale la qualità migliora fino ai muri compattissimi degli ultimi tiri. 

"Cocai" è il nome onomatopeico con cui vengono chiamati i gabbiani in dialetto veneto, questo nome in omaggio alla loro presenza che ci ha sempre accompagnato durante le giornate di apertura, altro unicum di questa bellissima gola nella parte più meridionale della Valdadige: la coesistenza di gabbiani e camosci a distanza di pochi chilometri in linea d'aria. 


Accesso: parcheggiare nell'ampio parcheggio sulla destra della chiesa di Volargne (fontana per acqua). Scendere sulla pista ciclabile che costeggia l'Adige (Ala di Marmo). Percorrerla verso nord per 500 m ed entrare con attenzione dentro ad un grande tubo di scolo-sottopassaggio sulla destra aiutandosi tenendosi al parapetto, attenzione. Risalire il ghiaione verso sinistra e seguire gli ometti sotto parete, oltrepassato l'attacco del Colpo dello Scorpione seguire un sistema di cenge sotto parete che porta da una rampa con fettuccia blu corrimano che indica l'attacco della via nei pressi di una rampa-diedro. 15 minuti.


Relazione:
L1: Rampa-diedro fino a sostare su grosso albero. Roccia delicata. 20 m IV
L2: Rimontare il leccio, traversare verso destra fino a prendere la rampa, risalirla con passi su placche e un diedrino fessurato fino a sostare su piccola cengia. 30 m III-IV.
L3: Ancora su rampa ascendente sotto alla larga fessura e con brevi risalti fino a sostare su comoda cengia erbosa. 20 m III-IV.
L4: Placca tecnica ascendente dove compare qualche goccia fino al suo termine dove si trasforma in un camino verticale, risalirlo (cordoni). Sosta su piccola cengia rocciosa. 25 m V+.
L5: Attraversare a destra e rimontare la placca tecnica verticale fino al boschetto, sosta sulla sinistra. 20 m VI (1 passo).
L6: Traversare la cengia verso sinistra, risalire un breve diedrino fessurato che conduce ad un ampio e facile camino abbattuto, sosta sotto al grande camino nei pressi di un fittone. IV-III, 20 m
L7: Risalire il camino sfruttando la liscia placca di sinistra (5 fix). All'uscita rimontare dei massi incastrati (Attenzione!) e sostare su una cengia sulla destra. 20 m 6a.
L8: Seguire la lama a dulfer di IV+ (cordoni) oppure la bella placca sulla destra V+ (cordini e 1 chiodo). 15 m totali, sosta su pulpito panoramico (fix + fittone)
 
Discesa: Rientro in doppia dalla via possibile da tutte le soste con brevi calate, l’ultima evitabile calandosi da S2 direttamente a terra (mezze corde). S8-S6, S6-S5, S5-S4, S4-S2, S2-Terra. Possibili anche 3 calate rapide fuori via, che si prendono dalla cengia che va verso destra da S5, la prima delle quali strapiombante: moschettonarsi (presente un cordone e un chiodo).



In apertura su L7




In apertura su L2


lunedì 29 gennaio 2024

Nuova cascata in Val di Fumo: Mago Zurlì (WI3+, 95 m)

Zona: Val di Fumo
Sviluppo: 95 m
Avvicinamento: 4-5 h
Esposizione: W
Difficoltà: WI3+
Materiale: NDA
Salitori: M.Leorato, D.Ceron, C.Confente
Salita: 28-1-2024

Divertente e facile colata ad Y di 3 lunghezze, posta di fronte a Malga Breguzzo ma nascosta alla vista da una quinta rocciosa. Non sono state rinvenute tracce di precedenti passaggi, soprattutto per le calate dagli alberi sommitali. La cascata proseguirebbe per una bella goulotte.. pena un altro non breve trasferimento in neve profonda. Attenzione, tutta la zona va affrontata con condizioni del manto stabile, pericolo ed evidenti tracce di valanghe.

Avvicinamento: dalla sbarra di malga Boazzo sono 10 km per raggiungere malga Breguzzo, prima per strada e poi per il sentiero che costeggia al lago, calcolare 4-5 ore. Arrivati alla Malga attraversare il ponte e puntare all’evidente canalone attraversando un piccolo laghetto ghiacciato. Depositare sci e materiale e battere traccia fino alla goulotte di attacco posta 70 metri sopra.

Descrizione:

  • L1. Facile goulotte. Sosta su ghiaccio. 25 m WI3
  • L2. Facili balze ghiacciate. Sosta su albero sulla destra. 40 m WI3
  • L3. Breve ma bel candelino per poi uscire in roccia sulla sinistra. Sosta su piccolo larice attrezzato. 30 m WI3+.

Discesa: attraversare a sinistra fino ad un grosso larice attrezzato. Da qui con 2 doppie, la prima di 50 metri, la seconda di 20 m da abalakov fino all’attacco. Si prosegue poi per traccia a ritroso fino alla base del canale.











Tracciato




lunedì 15 gennaio 2024

Skialp Cima Mesole dal Rifugio Bertagnoli

Zona: Piccole Dolomiti
Sviluppo: 9 km
Tempo: 3 h
Esposizione: S-O
Difficoltà: MS
Dislivello: 600 m

La pala sud del monte Mesole (1672 m), ben visibile già dalla pianura e dalla val Chiampo, sembra un grande ferro da stiro adagiato con andamento sinistra-destra, in totale contrapposizione con il suo scosceso versante Recoarese (nord) ove vi corrono itinerari alpinistici invernali impegnativi (Vajo Incredibile, Russian Circus solo per citarne alcuni..). Su questo grande piano inclinato, salvo la disponibilità del manto nevoso, è possibile tracciare belle curve su pendenza moderata in vista della piana di Malga Campodavanti e della relativa Cima con la quale si possono inventare interessanti concatenamenti. Vi si accede parcheggiando al rifugio Bepi Bertagnoli e percorrendo la lunga forestale, spesso battuta dal gatto delle nevi, che conduce a Bocchetta Gabelelle, dove inizia l'evidente bel pendio sciabile. Preferibile avventurarsi subito dopo nevicate abbondanti per evitare la repentina trasformazione della neve vista l'esposizione solare della pala; il tracciato nella parte terminale richiede nevi assestate.