giovedì 20 dicembre 2018

Spigolo Bonatti in Medale

Zona: Corna di Medale, Grigna
Sviluppo: 200 m 
Tempo: 3 ore 
Esposizione: S
Difficoltà: VI+ (A0)
Materiale: singola e friend medi
Relazione seguita qui


Via super classica che non necessita certo di presentazioni. Supera con intelligenza in traverso una difficile placca  per raggiungere così un grande e verticale diedro che da la dirittura a tutta la via. Man mano che si sale la roccia diventa sempre meno lucidata dalle ripetizioni e le conformazioni carsiche superficiali così come le "gocce" aumentano. Si finisce così, con un ultimo tiro non della linea originale, sulla parte terminale della ferrata che si era percorso già per buona parte per raggiungere l'attacco a circa metà parete. Slegati si raggiunge rapidamente la grande croce di vetta. Dalla vetta si prosegue brevemente in costa e si prende il sentiero che ripidamente scende dal versante nord e velocemente conduce alla grande carreggiata che corre sotto tutta la parete. Per la prima volta ad arrampicare nel Lecchese, nonostante la temperatura al di poco sotto lo zero, l'eccessiva vicinanza della città e la roccia unta non ci siamo persi d'animo e siamo tornati a casa entusiasmati da questa parete così grande e così simile alla roccia di casa nostra.









lunedì 10 dicembre 2018

Couloir Maffei al Cornone di Blumone

Zona: Valle del Caffaro, Adamello
Sviluppo: 200 m
Esposizione: O
Difficoltà: AD, 70°
Protezioni: friends, nuts, viti
Materiale: singola da 60 m

Invernale superclassica al Blumone, strada chiusa per Passo Crocedomini quindi unico possibile accesso dalla piana del Gaver (segnavia n°7, preventivare 2 ore). Sentiero fortunatamente tracciato fino al Rifugio Tita Secchi. Dal rifugio in mezzora si è all'attacco del canale. Le condizioni di scarso innevamento ad inizio stagione hanno complicato l'uscita dal famoso masso incastrato a circa metà canale: masso alto e non raggiungibile a causa di una meringa di neve inconsistente. Fortunatamente sulla destra si sono formati due colate di ghiaccio da salire in piolet, quello a monte, più diretto ma con ghiaccio troppo sottile, quello più a valle ben accettava viti corte.. quindi su di lì! Con un tiro da 60 m si è sui pendii ripidi del fianco del canale, sosta quindi sui primi grossi massi, che ben ospitano friends e nuts. Da qui per facili pendii si è sulla cresta che collega le due cime. 
Per scendere, seguire la cresta verso sinistra fino ad oltrepassare una forcella che da sul lato nord della montagna. Seguire la cresta in direzione passo del Blumone fin dove è possibile oltrepassarla (occhio alle cornici), scendere per facili pendii fino al passo e poi al rifugio.


Canale Maffei come da noi percorso





In uscita dalla cascata 


La vera vetta

Oltrepassata la forcella in direzione Passo del Blumone

Traccia di discesa verso il passo del Blumone

martedì 4 dicembre 2018

Canale centrale di cima Casse Larghe

Zona: Val di Scalve, Concarena (Orobie)
Sviluppo: 230 m
Esposizione: N-O
Difficoltà: III, M4, D
Protezioni: friends medi, qualche chiodo
Materiale: singola da 70 m

L’esplorazione è senza dubbio il lato romantico dell’alpinismo. Trovare le condizioni sbagliate per affrontare un itinerario non è sempre negativo bensì può dare la possibilità di staccarsi dagli schemi mentali dati dal possesso di una relazione super dettagliata, oggigiorno magari anche condita con tracce gps, fotografie dei passi chiave e chi più ne ha più ne metta. Questo è quanto successo a noi, nella speranza di percorrere Mengol Surprise, presi dalla voglia di riprendere in mano le piccozze, spinti dal proverbiale Veni-Vidi-Vici, in mancanza di notizie certe sulla condizione del manto nevoso (che si è rivelata poi non ottimale..) abbiamo abbandonato la comfort-zone di una relazione per intraprendere la via dell’ignoto. 
Il canale (per noi Veneti da qui in avanti denominato Vajo), questo lo scoprimmo successivamente, era stato più volte salito dai locals, ma nessuno si era mai preso la briga di indentificato con un nome preciso, noi quindi l'abbiamo chiamato Canale centrale delle Casse Larghe. 
L'attacco avviene abbandonando la traccia che conduce al Passo delle Ortiche, circa a metà canale, sulla normale per il Cimone della Bagozza, alla vista dei due vaji principali che solcano Cima Casse larghe, si sale quello di sinistra, decisamente meno incassato. Arrivati al primo risalto formato da un masso incastrato ci si lega (in base alla quantità di neve ndr) attrezzando una sosta con friend+sasso incastrato. Di seguito la relazione tiro per tiro.

Tiro1: Si supera il primo risalto e si prosegue in canale fino a dei ben più grossi massi incastrati su cui si sosta (friend+chiodo, poi rimosso). 70 m M4
Tiro2: Superare il risalto passando nel foro inizialmente non visibile dal basso. Ottime fessurine da incastro. Salire a spirale nella nicchia fino ad un secondo risalto che si supera più facilmente proteggendosi su un sasso incastrato, per canale poi fino alle prime rocce sulla sinistra dove si sosta (friend + chiodo, poi rimosso). 40 m M4.
Tiro3: Proseguire nel vajo con facili risalti fino ad un bivio dove si sosta, (due chiodi rimossi). 40 m.
Tiro4: Tenere la sinistra, superare un risaltino e proseguire su canale stretto ed estetico che passa sotto 2 massi incastrati consecutivi, a mò di tunnel. 70 m. Sosta su sasso incastrato con cordone (lasciato).
Tiro5. Con breve risaltino si giunge alla forcella finale direttamente sul sentiero delle creste. Sosta su due chiodi (tolti). 20 m.

Scendere con molta prudenza seguendo i segnavia CAI (se scoperti) fino al passo delle ortiche, ovvero la forcella tra le Casse Larghe e il Cimon della Bagozza. I pendii sono molto ripidi ed esposti e l'esposizione a sud possono renderli molto valanghivi. Dalla forcella facilmente fino al punto di partenza del nostro itinerario per canale e poi stradina che conduce al caratteristico rifugio Cimon Bagozza.


Photo Courtesy geoportale.caibergamo.it


venerdì 12 ottobre 2018

Monte Pastello: Via delle quaranta galee (VII, 210 m, VI obb.)

Zona: Monte Pastello, Valdadige
Sviluppo: 210 m 
Tempo: 4-5 ore 
Esposizione: W
Difficoltà: VII (VI obb.)
Materiale: Nda 
Apritori: Confente-Gianesini-Leorato

Via che cerca la sezione più debole della parete centrale del Pastello, segue un’evidente linea di grigi che si insinua tra gli strapiombi fino a ricollegarsi ad un fuso verticale di roccia ottimamente lavorata rappresentato dallo spigolo destro di un grande camino. Esposizione e quota la rendono una parete assai fresca, panorama unico nel suo genere su Baldo e lago di Garda. Difficoltà continue e verticalità la rendono una via abbastanza impegnativa e da non sottovalutare nonostante sia ottimamente attrezzata (ritiro in doppia possibile anche con singola da 60, soste con anello). Necessari friend medio piccoli per integrare vista la lunghezza delle protezioni in certi tratti. Roccia buona nel complesso ma un pò delicata nei tiri centrali, in alcuni punti alcune toppe d’erba possono disturbare la progressione.

ATTENZIONE! EVITARE DI PERCORRERE LA VIA IN PRIMAVERA PER NIDIFICAZIONE DEL FALCO PELLEGRINO

Accesso:
700 metri prima di Forte Masua arrivando da Cavalo (frazione di Fumane, VR) prendere una strada sterrata sulla sinistra in località Molane (880 m), palina CAI del sentiero Molane-Dolcè. Parcheggiare al bivio o seguire brevemente la sterrata fino alla sbarra con slargo. Si segue il sentiero CAI in discesa prima per pascoli, poi per faggeto. Poco dopo aver oltrepassato un cancello per il pascolo si trova un cartello naturalistico sulla sinistra, abbandonare quindi il sentiero CAI che scende ripido e prendere la traccia sulla sinistra. Questa mantiene la quota per poi perderla brevemente nei pressi di un vecchio fronte di cava. Oltrepassato un vecchio rudere si continua in piano e poi in leggera salita fino a scavalcare una sella. Da qui sempre mantenendo la quota, oltrepassata una radura ci si trova alla base dello spigolo. Costeggiare e superare tutto il grande zoccolo verso sud, arrivando così con un’ultima salita terrosa, nella sezione centrale della parete dove si troverà il nome della via e un cordone (50 min).

Descrizione
Tiro 1: partenza su parete appoggiata e ben lavorata nel quale è possibile piazzare qualche friend. Si arriva così ad un primo muretto e poco sopra si vede il primo spit. Il passo richiede decisione per poi continuare con una leggera S dapprima verso destra poi sinistra, poi continuare sulla verticale sino alla cengia. L’uscita su cengia ripida ed erbosa è resa sicura grazie ad una fissa agganciata alla prima sosta. 40m - VI+. 6 spit 6 chiodi.

Tiro 2: attaccare l’evidente diedro a destra della sosta, percorrerlo fino ad breve tratto strapiombante ma ben ammanigliato. La via continua in un diedro sulla verticale del primo fino a giungere ad una placca lavorata ed una comoda sosta. 25m - V+ 4 spit 2 chiodi.

Tiro 3: la linea continua in un diedro molto aperto e confluisce in un restringimento, a sinistra di uno spigolo. Questa parte richiede un paio di passaggi decisi per uscire da un tratto aggettante che offre pochi appoggi per i piedi sul lato sinistro. Una volta alzati bene i piedi cercare una bellissima lama sul lembo sinistro per poi fare qualche passo dietro ad uno spuntone/lama. Quest’ultimo va scavalcato a destra per continuare poi 4-5 m in orizzontale fino alla sosta su appoggi ben spianati e comodi. 25m - VI-. 3 spit 3 chiodi.

Tiro 4: proseguire verticalmente su una placca ben lavorata puntando ad un pilastrino leggermente a destra, montarci sopra e traversare pochi metri a destra su una piccola cengia erbosa. 25m - V+.

Tiro 5: traversare a destra superando lo spigolo, poi verticalmente nel diedro e terrazzino. Continuare diritti lasciandosi il profondo camino sulla sinistra e salire le placche successive, in questo tratto l’erba può disturbare un pò. La sosta è in corrispondenza dell’inizio di un evidente diedro che parte da un terrazzino. 20m - VI+ 7 spit 1 clessidra attrezzata.

Tiro 6: percorrere il diedro seguendone la linea, si arriva ad un grosso masso a lama e poi, sempre verso destra ad un masso incastrato alla base di uno stretto e profondo camino. Rimontare sul lato destro del camino per poi traversare a sinistra fino alla sosta, passaggio delicato. 15m - VI+. 2 chiodi 1 spit 2 cordoni.

Tiro 7: affrontare la placca successiva in Dulfer con la fessura del diedro e rimontare il pilastrino a sinistra. Sempre verso sinistra si superano alcune placche molto lavorate che offrono prese molto buone ma a volte nascoste. Il tiro è abbastanza intenso, si possono integrare friend medio piccoli o dadi. 20m - VII. 4 spit 2 chiodi.

Tiro 8: Rimontare l’evidente pilastrino dove le difficoltà di abbattono fino ad arrivare ad una breve cengia erbosa; da essa seguire il facile diedro fino alla sommità; una volta sbucati dalla parete la sosta e sulla sinistra, libro di via sotto ad una grande lama. 30m V+. 2 spit, 2 cordoni.


Discesa: Dall’ultima sosta con libro di via seguire i numerosi ometti nel bosco verso sinistra faccia a monte e poi con lunga traversata verso destra. Arrivati ad una prima piccola radura la si costeggia in salita giungendo così ad una seconda più ampia, qui si segue la traccia aggirando un albero isolato sulla sinistra e attraversando un gruppo di cardi si perviene ad un sentiero che brevemente porta alla mulattiera che conduce in discesa all’auto (30 min).





Il nuovo avvicinamento in viola attraverso la vecchia cava conduce direttamente
sotto allo spigo senza dover risalire faticosamente il bosco (traccia in giallo)


Sbarra da dove parte il sentiero CAI Molane-Dolcè


Lo spigolone del Pastello


Primo tiro




Secondo tiro, in apertura invernale


Il paretone


Sui tiri centrali durante la prima ripetizione




Sosta del penultimo tiro

Galeas per montes conducendo..Ceraino anno 1438

giovedì 20 settembre 2018

Pilastro Stefani-Bellorio

Zona: Valpantena, Vajo dell'Anguilla
Sviluppo: 90 m 
Tempo: 2 ore 
Esposizione: E
Difficoltà: IV-V, VI (A0) 1 passo
Materiale: singola, rinvii e qualche friend medio
Cordata: Leorato-Aldegheri
Relazione qui


Continua la mia personale esplorazione della Valpantena multipitch, valle associata indelebilmente alle falesie sportive di Alcenago, Ceredo, Falconi e Maioconi. Dopo aver percorso con grande soddisfazione la via di artificiale “Equilibrio Mentale” sopra l’abitato di Lugo di Grezzana, ci spostiamo più a nord, quasi sull’altipiano Lessinico, sulla fascia rocciosa che precipita e delimita la destra idrografica della porzione più meridionale del selvaggio Vajo dell’Anguilla, profonda depressione tettonica laterale della Valpantena che corre fino agli alti pascoli con andamento NE-SO.
La via aperta nel 2016 a chiodi e con fix alle soste, percorre lo spigolo di roccia sana e levigata solcata da una bella fessura, alla ricerca dei punti più deboli, fino alla sommità di questo evidente pilastro staccato che precipita ripido a valle. La brevità di accesso e la rapida discesa con breve doppia e tracce la rendono un ottima via adatta alle mezze giornate, ambiente vicinissimo alla città di Verona ma allo stesso tempo selvaggio, ricco di fauna e appartato. Purtroppo la nostra salita, più notturna che serale, non ci ha permesso di scattare delle foto che rendano l’idea della via e dei singoli tiri; che questo vi sia da incentivo per stimolare la vostra curiosità in una ripetizione.. 
Per l'avvicinamento, raggiunto Lugo di Grezzana oltrepassare la frazione di Corso e raggiunta la frazione di Portello proseguire brevemente per sterrata fino ad un grosso cancello grigio in prossimità della palina CAI che indica il sentiero europeo E5. Parcheggiato, oltrepassare il cancello e proseguire per prato in leggera salita fino ad un valco nella recinzione, di fronte allo stesso parte un sentiero un pò infrascato nella sua parte iniziale ma poi più evidente, seguirlo fino ad un cartello in legno che indica la cengia di attacco del pilastro. Discesa con doppia da 10 metri e traccia ripida su terra e rocce fino al punto di partenza.



Primo tiro
Secondo tiro



Discesa



Avvicinamento

venerdì 14 settembre 2018

Cresta del Soldato integrale

Zona: Monte Rosa
Sviluppo: +700 m 
Tempo: 5 ore 
Esposizione: S-E
Difficoltà: III (IV+ 1 passo)
Materiale: Friends-Cordoni
Cordata: Leorato-Rini


Grande classica di introduzione al massiccio del Rosa che permette di concatenare due cime di 4000 metri quasi completamente su roccia, che tranne i pochi tratti delicati, per la maggior parte si presenta solida e compatta e permettere di arrampicare divertendosi e senza particolari patemi. L’accesso avviene dalla stazione di arrivo della nuova funivia dell’Indren seguendo il sentiero che riconduce al passo dei Salati attraverso Punta Stolemberg, dopo pochi minuti su pietroni e nevai si giunge così all’ex impianto funiviario dismesso che da accesso al ghiacciaio del Bors, da qui per traccia si giunge alla sella nevosa di attacco della cresta che la separa di Punta Vittoria (2 h circa). Attaccata la cresta si prosegue seguendone fedelmente il filo stando inizialmente attenti ai blocchi instabili che via via che ci si avvicina alla cima della Giordani diventano sempre più radi e la roccia compatta. Il tiro chiave è ben chiodato e presenta sulla partenza una sosta con 2 chiodi, per il resto si procede sempre in conserva protetta.
Una volta in vetta si scende brevemente sul ghiacciaio, si attraversa una prima cresta in direzione della Vincent. Qui per attaccare la roccia si trova un breve tratto su roccia marcissima subito oltrepassata la stretta terminale. Ci si porta sulla parete nord e si sale in verticale un diedro grigio di roccia ora finalmente solida, segue una cresta nevosa affilata ed esposta fino alla cresta vera e propria ora nuovamente rocciosa. Da qui, in conserva fino alla calotta sommitale su roccia sempre solidissima. Sono presenti alcuni chiodi e fix di passaggio sui tratti più esposti. La discesa avviene per la normale alla Vincent passando dalla Capanna Gniffetti e nuovamente per canaponi sul ghiacciaio dell’Indren.


Tracciato



Attacco 





Tiro chiave



Sul traverso aereo, sullo sfondo la punta Giordani


Sulle rocce terminali della Vincent


giovedì 13 settembre 2018

Restauro della storica falesia di Soave

Perchè tutto inizia da un’idea, da un gruppo di amici ma soprattutto da una passione! Oggi, così come quando è nata, la falesia di San Lorenzo a Soave offre la possibilità di arrampicare su monotiri e si presta molto bene per l’incontro tra i climber dell’est veronese ed ovest vicentino. Non appena le giornate iniziano ad allungarsi è facile trovare qualche ora nel dopo lavoro da dedicare al verticale. 
Nasce così, a metà 2018, tra appassionati ed amici l’idea di rinnovare spit e soste. Attraverso il contributo libero dei frequentatori a metà anno è stato possibile iniziare i lavori di rinnovo e sistemazione delle vie sostituendo le protezioni presenti con materiali nuovi certificati. Nella posa dei nuovi ancoraggi è stata fatta attenzione anche allo stato della parete, quindi in alcuni casi le soste e gli spit sono stati spostati sulle porzione di roccia migliore.
Andiamo a ringraziare quindi chi ha finanziato l’attività e i vari climber, amici, appassionati e frequentatori più o meno assidui

Buona arrampicata a tutti 

Christian Confente