lunedì 23 aprile 2018

Via CAI 100/30

Hai presente quei fine settimana pianificati con largo anticipo? Talmente scontati che nulla ti sembra possa stravolgerli.. Sabato 21 doveva essere una data già scritta per me e Manuel ma purtroppo un malanno ha rovinato il piano, costringendo Manuel al riposo. Così, in fretta e furia, il venerdì sera cerco di riorganizzare l’uscita, sapevo che in zona ci sarebbe stato il Mario con altri climbers. Contatto Davide Melchiori e Matteo Marchetto spiegando quale fosse il piano e ricevo subito due conferme. Scopo della giornata ripetere “Dolce sorpresa”, nuova creazione in solitaria di Mario nel settore Salto del Faraone; una volta arrivati alla sommità posizionare il libro di via, per dar modo di lasciare due righe a chi passa sulle vie: “dell’onda lunga”, “dell’obiettore”, “dolce sorpresa”, “momento curioso”. A seguire spostarsi a Sud, attraverso il sentiero CAI 71, per la prima ripetizione della via “CAI 100/30”.

Nascita della via CAI100/30

Il settore si trova sulla verticale della Roda del Canal. Questo itinerario è stato per me la materializzazione di un’amicizia con due ferraresi (Cento per la precisione, altrimenti mi tirano le orecchie) Giovanni Preghiera e Giuliano Gallerani, conosciuti nel parcheggio dei Tessari al rientro da una giornata sul verticale. Fin da subito abbiamo instaurato un rapporto molto confidenziale e di sana amicizia, poi l’idea di voler creare qualcosa assieme, su una di quelle pareti, nella speranza non siano state ancora violate. L’unione fa la forza, ci troviamo così una mattina ed andiamo in esplorazione, la zona da sotto sembra offrire buone possibilità. Nella prima giornata, in aprile 2017, portiamo a termine quasi interamente la via dal basso nei suoi tre tiri; ad aprile 2018 Giovanni e Giuliano ritornano alla carica ed aggiungono il primo tiro alla base ed individuano il rientro, a sinistra della struttura, in attraverso un canalone percorribile a piedi. La via nel suo complesso è molto piacevole e ben chiodata, tuttavia, nonostante le protezioni a fix, mantiene uno stampo esplorativo e di scoperta. Viene bene pensare possa essere un logico concatenamento delle vie sulla Roda. Il nome della via porta una dedica al CAI di Cento che nel 2019 festeggerà il trentesimo dalla fondazione. 
Un ringraziamento speciale a Giovanni, Giuliano, instancabili lavoratori ed infine al CAI di Cento.

Ps. La relazione schematica di questa nuova via si troverà nella prossima release, la quarta, della guida digitale e gratuita "V per Valdadige"


C. Confente



La Roda del Canal con le pareti soprastanti dove si sviluppa la via

Attacco







martedì 10 aprile 2018

Novità in Valdadige: Via dell'Onda Lunga

Zona: Tessari, Salto del Faraone
Sviluppo: 190 m
Esposizione: Est
Difficoltà: V+ A2
Protezioni: golfari, spit, chiodi
Materiale: singola, rinvii, friends, staffe
Apritori: Brighente, Confente, Gianesini, Leorato, Sganzerla

Avvicinamento: da Tessari proseguire verso Nord in direzione della falesia della Grattugia, oltrepassarla con un saliscendi fino a sotto i grandi tetti, l’attacco è sulla sinistra del sentiero nei pressi di uno slargo panoramico formato da rocce montonate.

Tiro 1:  
salire facilmente lo zoccolo, chiodo grigio un pò  nascosto sopra ad un muretto poi fino alla cengia e traversare a destra. Sosta su clessidra con cordone. 1 chiodo, 20m, V p.
Tiro 2: 
verticalmente su terreno facile fino alla partenza dei fix che indicano l’inizio dell’arrampicata artificiale. Sosta a fix + fix anello sotto il tetto. 25 m, IV, A1.
Tiro 3:
si supera il tetto a soffitto attrezzato con golfari Ø8 fino alla sosta su piccola cengia esposta oltre il ciglio. Sosta fix + fix anello. 20 m, A2 (12 rinvii).
Tiro 4: 
con traverso ascendente verso destra si supera il muro strapiombante fino a raggiungere le placche appoggiate sommitali, poi marcato ma breve diedro fino a sotto una pianta. Sosta fix + fix anello. 30m 6b/A1, A2, V+, IV (14 rinvii).
Tiro 5:
continuare inizialmente sulla verticale nella prosecuzione del dietro, tenere margine dx, dopo la pianta, 1 chiodo, per poi obliquare leggermente a sinistra facendo attenzione ai grossi blocchi instabili. Sosta su grossi lecci + cordone.  30m, IV, II.
Tiro 6: 
traversare a destra (attenzione ancora massi instabili) per poi puntare ad una placca evidente che si percorre verso sinistra, 1 chiodo a metà per poi arrivare ad un ampio slargo. Tiro facilmente integrabile con clessidre, friends e nuts. Sosta a fix + fix.  40m, II, IV, III, II.
Tiro 7:
in verticale su placca lavoratissima, poi si traversa facilmente verso sinistra su calcare affilato, poi ancora in verticale in un pertugio nel boschetto di lecci. Comoda cengia ed ultimo passaggio in verticale fino alla sosta nel pianoro superiore. Sosta fix + fix. 40m, IV, III, IV.


Discesa: Salire slegati per facili risalti, attraversare verso destra e seguire i bolli rossi che conducono, attraversando una radura, al sentiero di discesa verso Sud.
Il libro di via, in comune con gli altri percorsi della parete, si trova appeso ad un albero attraversanto tutto a destra per una ventina di metri al termine della via, prima della radura che conduce al sentiero.









Giocare con la gravità
di Christian Confente

Gennaio 2018. Instancabile, Mario non riesce a stare fermo un attimo, dopo aver terminato balla Sui Buchi scrutando i tetti dell’imponente parete del Salto del Faraone realizza un pensiero di innovazione. Vede i tetti non come un ostacolo bensì come un’opportunità di creare qualcosa assieme ai colleghi della Valdalpone che da qualche periodo si stanno cimentando nell’acrobatica disciplina delle staffe e della sfida con la gravità.. in pochi parole questo settore offre una partenza arrampicabile, una sezione superabile in artificiale sotto ad un tetto molto suggestivo, uno strapiombo ed infine la parte superiore nuovamente in “libera”. La via viene completata in più riprese, una prima uscita di Mario per sbrigare i tiri sottostanti fino all’attacco del tetto, una seconda con Simone e Manuel che lavorano duramente fino a più di metà del tetto, ed una terza nonché penultima giornata di lavoro che vede all’opera Lino e Christian. Quest’ultima puntata inizia in una giornata che, secondo le previsioni meteo, sembra essere una piccolissima finestra di bel tempo in un susseguirsi di colpi di coda dell’inverno che non ha intenzione di terminare. La prima parte la troviamo molto scivolosa ma con calma riusciamo a raggiungere l’inizio del tetto che, comunque, gocciola un po’. Siamo ben motivati e preparati grazie ad un’analisi puntuale fatta da sotto riguardo i riferimenti della parete, una volta appesi sotto al tetto ogni elemento visto, memorizzato e analizzato prima è vitale per non ciccare l’obiettivo. È la prima uscita di chiodatura in artificiale, le nozioni e i metodi sono chiari, ora c’è l’esame pratico! Già dai primi golfari le gambe e gli addominali iniziano a gridare aiuto: lavorare a sbalzo con la gravità che non ti molla un attimo pian pianino esaurisce presto le energie. Ciò nonostante arriviamo alla sosta prevista, dopo lo strapiombo.
Quindi Lino raggiunge la sosta oscillando sulle staffe come un bimbo con un sorriso che collega le orecchie. Il tiro successivo è su un costante strapiombo verso destra, interrotto all’inizio da alcuni cambi di pendenza, probabilmente “liberabili” su una roccia che si offre moltissimo in termini di appigli e lavorazioni calcaree. Spit dopo spit Lino arriva quasi alla fine dello strapiombo e, come stabilito con le gambe a terra, arriva a pochi metri dalla placche che ci porterà alla sezione arrampicabile di via. Domenica 8 aprile Simone e Christian si dirigono all’uscita della via dell’Obiettore, percorsa da Manuel e Mario il giorno precedente, e riusciamo a calarci fino alle ultime protezioni del tiro in strapiombo; percorrere tutta la parte in artificiale sotto ci porterebbe via troppo tempo. Quindi dopo aver recuperato le corde continuano dal basso per avere una lettura più fedele delle linee e piazzare le protezioni al punto giusto. Le difficoltà sono contenute ma il passaggio dall’artificiale alla libera regala sempre qualche brivido. Il tiro successivo è molto facile ma richiede di “tastare” sempre la roccia in quanto spesso sono presenti numerosi massi appoggiati abbastanza grossi. Il penultimo e ultimo tiro, invece, sono caratterizzati da placche appigliatissime ma altrettanto affilate che danno spesso modo di proteggersi con protezioni veloci.

lunedì 9 aprile 2018

Via dell'Obiettore, Tessari

Zona: Tessari, Salto del Faraone
Sviluppo: 120 m
Esposizione: Est
Difficoltà: V A0
Protezioni: chiodi
Materiale: singola, rinvii, friends medio piccoli
Ripetitori: Leorato-Brighente

Ripulita dalla vegetazione e ripetuta dopo molti decenni questa via classica del 1985, la prima sulla struttura "Salto del Faraone-Onda Lunga" in zona di Tessari (Valdadige). I primi salitori, i parmensi Rampini e Baroni, hanno individuato con intelligenza questo punto debole della fascia strapiombante seguito successivamente da un corridoio di roccia incredibilmente lavorata. Noi abbiamo percorso il primo tiro di una via adiacente che verrà pubblicata a breve sulla guida gratuita "V per Valdadige" traversando dopo la prima sosta a fix decisamente a sinistra su cengia, fino ad arrivare alla base del diedro, spesso bagnato. In questo modo si evita il rumego dello zoccolo percorrendo un tiro divertente e piccante. Il tiro successivo è il chiave e sale dritto fino alla base del tetto per poi seguire una fessura orizzontale che, con un traverso, ne permette il superamento (A0, V); la fessura era bagnata e non ha permesso la libera. Con altro passo in traverso si giunge ad un grosso leccio su cui si sosta, ricordarsi di allungare di molto i rinvii. 
I tiri successivi sono tutti da integrare a friends e seguono la linea più verticale possibile fino alla cima, qui è presente una vecchia sosta con cordone, una è stata aggiunta.
Per scendere si seguono dei bolli rossi che conducono prima ad uno spiazzo e poi al sentiero che conduce nuovamente ai Tessari.