Sviluppo: 350 m
Esposizione: N
Difficoltà: IV, M4 (passi di M5)
Protezioni: set completo di friends e chiodi
Materiale: Mezze da 60 m
Articolo-relazione su Up Climbing
Dopo due anni e due tentativi, si torna ancora all’attacco della parete dei Fondi motivati dalle le condizioni ideali per la ripetizione, motivato anche dal compagno di cordata che mi sollecita a più riprese sul ripetere proprio questo itinerario che nel tempo avevo messo da parte ma mai dimenticato del tutto.
È un sabato mattina soleggiato e tiepido in pianura, ma la
neve al Passo di Campogrosso è diventata come marmo bianco di Carrara, grazie al
processo di gelo e rigelo.
Attacca Damiano arrampicando a mani nude talvolta sul verglass e
utilizzando solo i ramponi, la progressione è lenta e dolorosa per il freddo intenso della parete nord ma fortunatamente questa
volta troviamo i tre chiodi affioranti rispetto alla precedente salita fino al
libro di via. Dal secondo tiro passo in testa e non eseguo la variante
delle fessure di sinistra ma mi attengo alla relazione originale salendo in
verticale, trovo un chiodo, qualche friend precario e finalmente riesco ad
agganciare con un passio strapiombante la meringa ghiacciata e durissima che si stacca dal ballatoio. La cengia è perfettamente livellata dalla neve e veramente scomoda, la sosta e il libro sono ancora li nonostante il soffitto di gialli instabili che la sovrasta ed incute un pò di timore.
Proseguo per il tiro caratteristico in traverso, la cengia sempre più esigua, la
roccia sempre più gialla ed aggettante, per fortuna ci si tiene su belle maniglie nette. Sullo spigolo un chiodo giallo
provvidenziale come da relazione, il secondo è coperto dal ghiaccio. Ad un tratto sul punto più esterno una di quelle belle prese gialle mi si apre in mano, perdo l’equilibrio, mi sento attirare giù dalla gravità ma mezza falange dell’anulare destro rimane sulla scaglia e riesce a farmi ristabilire la precaria posizione riportandomi in asse
con il corpo. L'Equilibrium è ristabilito. Non imprecazioni ma un più dolce “Mamma mia” e si esce sul pendio
con le corde che tirano, sosto su quel che spunta fuori di un piccolo mugo appena sul
ciglio del Vajo Breve.
Recupero il compagno e si procede verso le varie possibilità di uscita ora disponibili, per facili pendii nevosi e qualche saltino roccioso. Senza saperlo abbiamo compiuto l'ascensione il giorno 22 del mese, anniversario della morte di Federico, uno dei due apritori, caduto sul Piz Morteratsch nelle Alpi svizzere il 22/08/2019. Al bar del paese beviamo anche noi un bicchiere di vino rosso in sua memoria e all'amicizia indissolubile che lega i compagni di cordata nella travolgente passione chiamata Alpinismo.M.Leorato
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