Sviluppo: 80 m la sezione difficile fino alla cengia
Esposizione: N
Difficoltà: IV, M4 (passi di M5), TD
Protezioni: set completo di friends, nut e chiodi
Materiale: singola da 80 o mezze da 60 m
Relazione seguita qui
Non solo di alpinismo invernale classico vivono le Piccole
Dolomiti, nel marzo 2017 la cordata vicentino-veronese Stefani-Canova a comando alterno ha aperto questa via
particolare ed insolita se paragonata agli itinerari presenti in zona. Una
prima parete apparentemente breve e facile, seguita da una cengia invisibile
esposta ed aggettante che conduce aggira gli strapiombi gialli e collega alla terza
ed ultima parte: una serie di nevai
tradizione Recoarese. Irripetuta per quasi un anno, nonostante le condizioni
ottime di questo inverno, ancora nessuno ci si era avventurato..
Una prima ripetizione se pur parziale, fino alla seconda
sosta, per mancanza di tempo e forse per aver sottovalutato difficoltà e
tempistiche. Fin qui 80 metri verticali e intasati di ghiaccio e vetrato,
invisibile da sotto, tanto che pensavamo di scalarla con mani e scarponi. Invece
ecco che ne sono usciti 2 tiri molto impegnativi di M4 e forse di più, che ci hanno
impegnato per ore, quasi totalmente da proteggere, eccetto due chiodi di
passaggio e le soste. Giochi di incastri di picche alternati a brevi passi in
libera e placche lisce “irramponabili”, se nella prima parte la neve era dura e
piccozzabile, man mano del passare delle ore si è fatta sempre più flebile e
marcia nella parte alta, tanto che l’attraversamento sulla cengia aggettante ci
ha dato non ben pochi pensieri.
Un cosiglio per una prima ripetizione integrale?
Partire molto presto in modo da trovare tutta la parete
ghiacciata, anche nella parte alta, così si eviteranno anche le scariche di
sassi dello spigolo che in alto prende sole dalla tarda mattinata. Set di friends completo, nuts, chiodi e birra (in senso metaforico).
Aspettiamo fiduciosi notizie di un’altra meritevole scalata di questa bella via che a mio avviso si potrebbe benissimo ritenere tra le più impegnative del comprensorio.
Aspettiamo fiduciosi notizie di un’altra meritevole scalata di questa bella via che a mio avviso si potrebbe benissimo ritenere tra le più impegnative del comprensorio.
Primo tiro. Abbiamo usato la tattica del recupero dello zaino per il primo viste le difficoltà, a scapito però della velocità. |
La parte bassa del Boale dei Fondi. |
Quasi alla sosta 1, scomoda. |
La sezione più difficile: la placca liscia soprastante la sosta. |
Secondo tiro dalla seconda sosta |
La cengia, qui arrivati ormai a tardo pomeriggio la neve ha iniziato a cedere e le scariche sullo spigolo ci hanno fatto desistere |
Tracciato |
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