Con questo report non entrerò nel merito dei dettagli delle singole relazioni ma cercherò di fornire ulteriori considerazioni utili ai ripetitori a completezza della già vasta biografia scritta a riguardo.
Arrivati nel centro del piccolo paese di Padru continuare seguendo sulla sinistra le indicazioni per il Monte Nieddu (insegna). Seguire la stradina compiendo un ampio tornante fino a passare sotto al torrione che si troverà sulla sinistra. Piccolo parcheggio poco più avanti sul primo tornante nei pressi di un ruscelletto. Un grande parcheggio si trova dopo 1 km nei pressi di una fontana asciutta (noi presi dalla sete abbiamo bevuto dal ruscelletto e siamo ancora vivi, portarsi acqua!).
Le vie partono tutte dalla parte più bassa del torrione esposta a sud (bolli) e seguono un evidente logica successione di fessure e placche, le soste sono tutte ottime attrezzate con fix inox, i tiri sono in stile clean climbing quindi portare un set completo di friend raddoppiando le misure medio grosse.
Furto a Nieddu (Gogna, 2002) parte subito con due bei tiri di VI ma quando si appoggia della parte centrale presenta delle placche di aderenza molto invase dal muschio (portare una spazzola metallica) per questo motivo abbiamo deviato sulla via della difesa che si trova a destra. Questa via è decisamente più facile e plaisir (sempre clean) e presenta dei passaggi su roccia entusiasmante e lavoratissima a tafoni. Per quanto riguarda la discesa essa avviene con una prima doppia di 10 m che deposita sul canalone da scendere a piedi (prestare molta attenzione per i grossi blocchi che si muovono e potrebbere cadervi addosso!), una seconda doppia si trova a metà canale. La struttura rocciosa merita veramente per la qualità delle linee e della roccia ma è decisamente sconsigliata in estate.
Sulla bellissima fessura iniziale di Furto a Nieddu |
Sul penuiltimo tiro della via della Difesa |
Il pilastro |
Aguglia di Goloritze: Easy Gymnopedie
Super classicissima salita sulla guglia più bella del
Mediterraneo, la via Easy Gymno è la più semplice per salire sulla cima quindi
di conseguenza affollata ed unta soprattutto nei tiri iniziali. Nonostante i
gradi “easy” non sempre si viaggia sul plaisir e certi passi necessitano di
decisione. Salita da affrontare alla mattina quando la parete è in ombra. Ottimo
calcare liscio e bianchissimo, necessita scarpetta adatte da “tiratacche” e non
da spalmo granitico. Arrivati in cima si
può scendere con 4 doppie dalla via "Sole Incantatore" oppure più brevemente dalla
parete nord con sole due doppie, ma una volta vista la sosta arrugginita della
prima vertiginosa calata da 60 m potrete probabilmente cambiare idea.
Il biglietto è vero e incredibile, costa 6€, prezzo per poter accedere al sentiero che parte dall’ampio parcheggio dell’ottimo bar-agriturismo “Su Porteddu”. Un ora per l’andata in discesa ed un ora e mezza per il faticoso ritorno, per il totale di +500m di dislivello su terreno sassoso e tipicamente di montagna, portare molta acqua in quanto la sorgente della caletta non garantisce un flusso sufficiente.
Il biglietto è vero e incredibile, costa 6€, prezzo per poter accedere al sentiero che parte dall’ampio parcheggio dell’ottimo bar-agriturismo “Su Porteddu”. Un ora per l’andata in discesa ed un ora e mezza per il faticoso ritorno, per il totale di +500m di dislivello su terreno sassoso e tipicamente di montagna, portare molta acqua in quanto la sorgente della caletta non garantisce un flusso sufficiente.
Sul tiro chiave, il secondo |
Ultimo tiro |
Vetta |
Monte Pulchina: Via Pocahontas
Monumento naturale sardo, monolito a metà tra un Half Dome e un tacco della Monument Valley il tutto in miniatura. Per raggiungerlo da Tempio Pausania bisogna seguire in direzione di Palau, alla vista del monolito imboccare la strada asfaltata sulla sinistra che conduce alla sella tra il Pulchiana e il Pulchianotto.
Parcheggiare l'auto in corrispondenza di uno spiazzo sulla sinistra 100 m prima di una fontana con acqua potabile. Ritornare quindi indietro per 20 m ed entrare con discrezione (terreno privato) da un cancelletto di legno sulla sinistra che da su un praticello di cardi da cui parte la traccia con numerosi ometti che conduce all'attacco della via.
Pieno sud, ambiente selvatico ed appartato, ne consegue che conviene portarsi molta acqua e se possibile evitare l'estate. La via corre nell'unico punto debole del liscissimo scudo rappresentato da un affioramento di quarzo che sale in diagonale verso l'alto, si attacca con una dulferata altletica ed inizialmente con scalini comodi e netti che via via diventano sempre più inclinati e la pura aderenza la fa da padrona. Provare per credere. Ci siamo trovati molto bene con la relazione di Pietra di Luna eccetto la lunghezza del primo tiro che non è di 30 m ma di 40. Soste molo evidenti tutte con doppio fix inox, fix di passaggio molto arrugginiti.
Capo Testa: Cammino del Capo & Turbamento Inguinale
Da Santa Teresa Gallura si stacca una penisola collegata da uno stretto istmo, questo è Capo Testa: poche case e per il resto steppa mediterranea della più selvaggia ed impenetrabile su cui giacciono cataste di macigni ciclopici di granito arancione. Dal parcheggio di fronte a Cala Spinosa, falesia a picco sul mare nota per gli spit arrugginiti, poco più in là, oltre alla collina ed il faro che guarda la Corsica, si trovano 7 valli appartate, una di esse, sovrastata da una lunga porzione di parete divisa in due da un profondo canale è la Valle della Luna.
Le due porzioni di questa parete/cresta sono rispettivamente la Turri e la Parete della luna vera e propria. Esse rimangono in ombra fino alle 11 quindi, specialmente nella stagione estiva, si può arrampicare senza essere bruciati dal sole, si raccomanda solamente di usare toni pacati nei richiami e comandi di cordata, specialmente se in orari troppo mattutini, altrimenti potreste destare le malevolenze degli abitanti delle caverne sottostanti che, postumi dei gozzovigli della notte precedente, tendono a lavarsi dal loro giaciglio ad orari abbastanza tardivi. In valle è presente una piccola e benefica fontana dalla timida portata che si riduce ulteriormente in estate. Consigliato è il bivacco senza tenda nelle notti di luna piena sulla baia del Totem o dove meglio trovate, vivrete un emozione unica in una dimensione sospesa nel tempo. Ma torniamo a noi..
In conclusione di questo nostro racconto sul climbing trip sardo, le vie percorse dalla nostra cordata sono: Il cammino del capo (Azzalea, 1981) e Turbamento Inguinale (Merizzi, 1980). Entrambe trad (friends medio grossi) con soste con cordone, la prima di chiaro approccio allo stile di arrampicata della zona percorre un evidente e profondo camino e non va mai oltre il IV grado, le difficoltà potrebbero essere quasi plaisir se non fosse per l'ultimo tiro (dato di terzo+!!) che si sviluppa lungo una lunga fessura-camino troppo larga da proteggere che costringe ad un lungo adrenalinico runout. Discesa al punto di partenza molto veloce con due doppie dalla vicina via del Greco.
Turbamento inguinale, attacca quasi a metà del canalone che divide le due strutture e supera con logica di cornici e fessure delle stupende placche dal sapore adamellico (che si possono anche prendere di petto in aderenza) conducendo esattamente in vetta della Turri dove si consiglia di scendere dalla via normale. Noi saltando da un sasso all'altro e con una doppia dalla via dei Lecchesi. siamo riusciti a tornare alla sosta della via il greco per poter calarci nuovamente e recuperare gli zaini.
Turri a sinistra e parete della luna a destra |
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