martedì 12 novembre 2024

"Mamma li turchi" deturpata: vandali schiodano la celebre via di arrampicata in Val d’Adige

Un atto di vandalismo senza precedenti in Val d'Adige ha colpito la "storica" via d’arrampicata "Mamma li turchi" a Canale, frazione di Rivoli Veronese. Questo celebre tracciato sportivo ma dal sapore alpinistico, conosciuto e amato dai frequentatori della Valle, è stato reso inutilizzabile a causa di un'azione deliberata di danneggiamento: ogni piastrina è stata rimossa, i tasselli sono stati ribattuti nei propri fori, e le soste sono state private dei fix anche qui ribattuti, lasciando la parete impraticabile. A fare da sfondo a questo atto, una scritta nera recitante un messaggio forte e inequivocabile: "Climbers go home."

L'accaduto, segnalato inizialmente su bergsteigen.com e diffuso rapidamente sui social media e sulle testate italiane Il Dolomiti e L’Arena di Verona, ha scosso la comunità di arrampicatori. In molti si sono interrogati non solo sul significato del gesto, ma anche sull'identità dei responsabili, che con tutta probabilità conoscevano bene l’area e le sue vie di arrampicata, muovendosi con disinvoltura probabilmente dall’alto in corda doppia saltando alcune soste.

Un attacco con un chiaro messaggio: "Climbers Go Home"

La scritta "Climbers go home" riporta immediatamente alla mente un altro episodio avvenuto quest'estate sulle iconiche Tre Cime di Lavaredo. In quell'occasione, il messaggio nato nella penisola Iberica "Tourists go home" riportato in parte a Canale con una calligrafia simile e con la stessa tratto di indelebile nero aveva preso di mira i turisti. Questo slogan, con il suo invito a "lasciare l'area", assume però sfumature diverse quando viene rivolto agli arrampicatori. Non è più un generico “stai lontano” rivolto a chi visita la zona, ma un messaggio specifico: “Sei venuto fin qui? Gira i tacchi e torna a casa perchè qui non scali.”

L'arrampicata è uno degli sport più rispettosi della natura, dove ogni scalatore si sente (o dovrebbe sentirsi) parte del territorio che attraversa e si impegna a preservarlo, è sconvolgente pensare che qualcuno possa arrivare a deturpare una via celebre con un simile gesto di rifiuto.

La prima protezione della via

Cause e significato del vandalismo: siamo davvero a rischio “Over Climbing”?

Dopo il fenomeno dell’Over Tourism tanto discusso nell’estate 2024 stiamo assistendo ora ai risultati di un '“Over climbing”? Questo termine potrebbe indicare la concomitanza di saturazione di vie d’arrampicata e il sovraffollamento sui percorsi e gli accessi, compresi i parcheggi, argomento sempre più spesso discusso nel mondo dell’arrampicata. Alcuni lo vedono come un inevitabile segno dei tempi, in cui l’arrampicata si è diffusa da dopo la pandemia a tutte le palestre cittadine contando centinaia di migliaia di iscritti e più sovrapposizioni di corsi nei fazzoletti di roccia che sono sempre gli stessi, creando disagio negli stessi ripetitori ma non ultimi coltivatori e residenti locali; altri invece lo vedono come un'opportunità.  Ma questo basta a giustificare una reazione così estrema?

Scrive Davide Melchiori: Local, Climber, Istruttore di Alpinismo, della famiglia proprietaria della Parete di Santa Barbara dove si trova la via Mamma li Turchi. Riferendosi ai danni provocati alla falesia Tes-story

Esplorando le origini e il possibile significato di questo gesto, sembra che i motivi vadano oltre il semplice affollamento. "Mamma li turchi" è molto più di una via di arrampicata: è un punto di riferimento per chi si approccia all’arrampicata a più tiri in Valle senza troppi stress essendo ben spittata e non del tutto alpinistica. Più di un centinaio di ripetizioni nel solo primo anno dalla chiodatura ha visto di recente anche esercitazioni dei volontari del soccorso alpino, inoltre l'ex cava di "Nero de Canal" da dove iniziano i primi tiri è di proprietà di una famiglia amica degli apritori. Colpire una via con queste caratteristiche, dunque, potrebbe significare un atto di protesta non solo verso l'affollamento, ma forse anche verso gli apritori stessi e la gestione delle aree di arrampicata in Valle, che alcuni potrebbero percepire come inquinanti o invasive.

Dove si trovava la prima sosta


Vandalismo e dissenso in Val d'Adige: un fenomeno già visto?

Non è la prima volta che in Val d’Adige appaiono scritte controverse. Già in passato, nel 2021, sui tracciati di Profumo di V e nella Falesia degli Amici, sono apparse frasi provocatorie come "I Vaccini Uccidono," sempre in rosso e cancellate rapidamente dai chiodatori. La stessa vernice rossa e lo stesso stile e vernice utilizzata per i nomi delle vie. Una coincidenza? Successivamente tocca alla via Pace senza Confini, 2023 la cui scritta è stata cancellata. Il Camino di Mefisto e la via Nonna Gigia, sempre primavera 2023 sulle placconate sopra Forte Ceraino: spit rimossi ma almeno qui il tassello l'hanno lasciato (qui l'articolo di Orizzonti Dolomitici). Preludio a quello che succederà nel 2024? Più recentemente ad anticipare quello che è stato: furti di soste alla Falesia Undulna e sulla via Per Elisa: qui schiodato solo il primo tiro, ma che tuttavia si può salire trad.

Graffiti alla Falesia degli Amici

Graffitologia su Profumo di V

Graffitologia2 su Profumo di V

La reazione della Comunità: risanare, ripristinare, resistere

L’indignazione è palpabile tra gli appassionati di arrampicata, che si sono immediatamente mobilitati sui social per esprimere il loro disappunto e offrire supporto per ripristinare la via. La comunità non si è fermata alla condanna, ma sta già organizzando iniziative per finanziare il ripristino dei tasselli e delle piastrine, con la speranza di restituire "Mamma li turchi" agli arrampicatori nel più breve tempo possibile.

La relazione originale

Questo episodio di vandalismo è una sconfitta temporanea della comunità arrampicatoria, ma anche un invito a riflettere sulla nostra responsabilità condivisa di proteggere il nostro territorio, le comunità locali e non per ultimo le nostre vie che attirano sempre molti arrampicatori da tutto il nord Italia. La simbologia di un attacco ad una via come "Mamma li turchi" è importante: essendo una delle prime del team di apritori che ha contribuito alla rinascita e alla coltivazione del Fenomeno Tessari, e non essendoci problematiche di nessun tipo con i cittadini di Canale, sta forse alla base di questo attacco codardo e deliberato; ci si augura in questa sede, l’ultimo!

"Chi deturpa una via, forse ha dimenticato cosa significa arrampicare"

Manuel Leorato

Malcesine, Spigolo Bianco (III, 500 m, IV obb.)

Zona: S.Michele (Malcesine)
Sviluppo: 500 m
Esposizione: W
Tempo: 3 h
Difficoltà: III, passi di IV
Discesa: a piedi
Materiale: 5 rinvii, cordini
Protezioni: cordini, fix

Lunga via facile e didattica con fantastico panorama sul Lago di Garda e sulle montagne trentine e bresciane. La si può affrontare per 3/4 in conserva oppure slegati in base alla propria esperienza. La maggior parte della via è di terzo grado, quasi sempre lungo placconate calcaree molto lavorate e ricchissime di buchi e clessidre. Numerosi cordoni in clessidra e bolli ad indicare la via, che solo nella prima parte risulta un po' disturbata da terra e lecci. Nel tratto terminale, quando lo spigolo si sdoppia, si attraversa verso destra in una zona di roccia a cubetti (2 spit), segue nuovamente lo spigolo fino al famoso camino chiave di IV, sosta a spit. Dopo un breve tiro con sosta su pulpito super panoramico si continua ancora in cordata per superare l'ultima placca lavoratissima e di movimento (IV) fino alla sosta terminale ancora a spit. 

Accesso:
Partendo da Malcesine, si sale a San Michele (stazione intermedia della Funivia). Dal parcheggio sterratosi sale per qualche metro in direzione Monte Baldo e si prende il sentiero che scende a destra in direzione San Maggiore.
Passare vicino alla chiesetta di San Michele e continuare a scendere finchè non si esce dal bosco. Scendere lungo la breve discesa asfaltata, superare l’incrocio e subito dopo prendere il secondo sentiero a sinistra in salita. Poco dopo si trovano dei segni rossi sulla sinistra che indicano il percorso lungo un ghiaione prima ed un canale poi fino all’attacco della via. 40 minuti.

Discesa
Risalire il ripido bosco seguendo i nastri arancioni sugli alberi, si entra in una breve grotta-arco naturale e si arriva quindi sulla mulattiera che sale sul Monte Baldo in prossimità del Col dei Piombi. Seguirla in discesa per circa 40-50 minuti per ritornare al parcheggi della funivia.


Lungo lo spigolo

Il camino


Panoramica penultima sosta su pulpito

La grotta da attraversare..

..per giungere al Col dei Piombi

Col dei Piombi