lunedì 11 aprile 2022

Prima integrale sul Corno Gallina: "Oldies but Goldies" (VII A1, 960 m, VI+ obb.)

Nonostante le condizioni meteo di traverso ed un unico weekend libero a disposizione, assieme a Christian abbiamo fatto il lancio della monetina vincendo la scommessa, nonostante le minacce di precipitazioni con vento forte e il passaggio di due fronti nuvolosi l'acqua l'abbiamo presa (2 gocce) solo arrivati all'auto dopo due giorni ed un bivacco programmato. Il materiale per la notte, cibo e acqua ci ha rallentati nella progressione non consentendoci la riuscita in giornata ma l'esperienza immersiva tra i boschi in piena fase di risveglio stagionale ci ha disteso la mente e fatto dimenticare tutti i problemi e le preoccupazioni di questo ben più minaccioso 2022. Un sentito ringraziamento agli apritori per l'opera titanica di chiodatura, in particolar modo a Lodovico e Francesco per averci fornito tutte le informazioni preziose; il testo che segue è tratto dalla loro relazione originale mentre il disegno è il nostro adattamento per il futuro aggiornamento della guida V per Valdadige.

Sviluppo: 965 m (755 m su roccia)
Esposizione: SE
Tempo: 10-15 h
Difficoltà: VII A1, VI+ obb.
Discesa: a piedi (2.5 h)
Materiale: nda, 15 rinvii, 2 staffe, acqua
Apritori: L.Gaspari, S.Zampini, G.Bellamoli, M.Caloi, F.Vinco. 
Prima rip. integrale: M.Leorato, C. Confente

Salita alpinistica e selvaggia, dall’arrampicata classica lungo le linee naturali della parete, alla riscoperta del puro spirito d’avventura che sta all'origine di questa disciplina. 
Aperta interamente dal basso a comando alternato a più riprese, chiusure Covid-19 permettendo, privilegiando sistemi di assicurazione tradizionali, ricorrendo alla foratura solo quando non poteva più essere garantito un accettabile margine di rischio. Tutto il materiale usato è rimasto in parete e successivamente integrato, pertanto la via risulta ora sufficientemente attrezzata per una ripetizione in relativa sicurezza. 
Soste generalmente su fix. Caratterizzata dalla successione di tre fasce rocciose interrotte da cenge, la via sale quella sorta di prua protesa nel mezzo della Val dei Molini sopra Avio. In caso di necessità, dalla prima cengia è possibile abbandonare la salita uscendo a destra per una stretta cornice poi, per traccia con ometti, traversare lungamente a destra per fare ritorno alla forestale utilizzata per l'accesso. 
Dalla seconda cengia, la più grande, si esce invece verso sinistra (faccia a monte) su sentiero n.685 utilizzato per l’accesso alla ferrata Gerardo Sega, che a ritroso riporta comodamente a valle. Da ogni sezione di parete è comunque possibile una eventuale ritirata lungo le linee di calata. Attenzione: la salita risulta impegnativa e caldamente sconsigliata a cordate poco esperte. Per una ripetizione integrale calcolare almeno 10-15 ore a seconda della capacità della cordata. Evitare in piena estate per caldo, lunghezza e mancanza punti acqua. Molte zecche durante l'avvicinamento per la grande presenza di selvaggina che può anche smuovere sassi, sopratutto dal bosco della prima fascia.

Accesso
Dall’abitato di Avio (TN), direzione S. Valentino/M.te Baldo SP208, percorrere la Val dei Molini fino al primo tornante presso il parcheggio utilizzato come partenza per la ferrata Gerardo Sega dove si lascia l’auto. Proseguire a piedi per pochi metri lungo la strada asfaltata e poi per traccia a sx (bolli arancio fluo), salire allo slargo presso il cartello chilometrico  VIII-3  poco oltre il terzo tornante. Salire il pendio lato monte oltre la strada, accedendo ad una vecchia mulattiera (ponticello in traversine di legno), che più in alto immette su una forestale. Risalire lungamente per questa fin quasi al suo termine per poi abbandonarla presso un ometto appoggiato alla base di un albero posto sul lato sx della strada. Scendere la scarpata seguendo gli ometti attraversando il letto di un ruscello normalmente in secca e proseguire verso sx fino ad una radura del bosco. Da qui ancora pochi metri a sx in piano (ometti), si perviene ad una piccola dorsale erbosa. Non abbassarsi ma salire in obliquo per esile traccia quasi sul bordo della depressione in direzione del pilastro fino ad un nuovo ometto da cui scendere a sx per traccia, ora più evidente, alla valletta sottostante. Si sale ora a margine di un nuovo canale di scarico fino a dove altri ometti indicano il punto dove poterlo attraversare ed in breve raggiungere la base del pilastro. Continuare a sx fino ad un grosso ometto per salire da ultimo una corta paretina, tramite la quale in traverso a sx (ometti), raggiungere l’attacco della via posto in corrispondenza di un piccolo gruppo di alberi poco sopra una zona gradinata (cordino in clessidra). Passi di II-III, circa 40 min. 

Discesa
Dall’uscita della via raggiungere la vetta del Corno attraverso la stretta fenditura che divide i due grandi blocchi sommitali. Dalla cima boscosa scendere sul lato opposto fino ai prati e seguire la strada forestale verso sinistra in direzione S-O (sentiero n.685), transitando per la chiesetta dedicata alla Madonna della Neve. Al bivio prendere a sx il sentiero n.652, il quale riporta a valle al primo tornante della SP208 ed al parcheggio. 2.5 h

Note
Dall’uscita del primo muro (7° tiro), salire verticalmente per traccia fino alla base della parete della sezione mediana. Cordino in clessidra all’attacco (bolli arancio fluo). 
Dall’uscita del secondo muro (16° tiro), salire nel bosco e per traccia a sx raggiungere il sentiero di accesso della ferrata G. Sega. Salire a dx e portarsi sotto lo spigolo della parete superiore. Traversare a sx alla base della parete fino all’ometto che segna l’attacco presso un terrazzino erboso subito dietro uno spigolo. Visibile cordino in fessura a circa 7m da terra. 
Per raggiungere la parete finale del ”cappello”, dall’uscita del terzo muro (26° tiro), seguire la traccia per una decina di metri a sinistra, poi salire verticalmente fino alla base della parete. Attacco a circa trenta metri a sinistra dello spigolo presso una placchetta compatta. Visibili chiodi di via.  Possibilità di comodo bivacco alla grande nicchia della sosta n.22 oppure sopra il sentiero di accesso alla ferrata G. Sega in prossimità dello spigolo della terza fascia, grotta con spazio per fuoco e legna. Acqua potabile presente nella fontana all'altezza della grande cascata circa ad un terzo della Valle di Mulini.






Freddo bivacco sullo spigolo della terza fascia











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