Ogni tanto, tra un cantiere ed un altro, ci sta anche una buona ripetizione, a maggior ragione se la bella stagione è alle porte. Venerdì sera io e Matteo palleggiamo proposte per l’itinerario da percorrere per capire quale debba essere la via candidata del giorno a venire ma non riusciamo a cavarne un ragno dal buco; tuttalpiù entrambi lontani da casa, quindi senza aver modo di consultare la guida Valle del Sarca Mon Amour. Posticipiamo la fase decisionale al viaggio di andata dove, anche con l’aiuto telefonico di Mario, definiamo quale sia l’itinerario da fare in Valle del Sarca. Da tempo era nostra intenzione ripetere Spinelo; questa via presenta le caratteristiche ideali per l’apertura della stagione. Arrivati al parcheggio ci prepariamo ed, accompagnati da un’arietta frizzante tipica del fine stagione, puntiamo le maestose placche Zebrate. Le punte delle vette intorno a noi sono tutte bianche, ancora cariche di neve. Troviamo con facilità l’attacco e Teo decide di rompere il ghiaccio al primo tiro. Da sotto sembra una placca appoggiata ma alcuni passaggi richiedono una buona dose di fiducia sui piedi. Più sopra le difficoltà calano, su L2, per tornare poi a richiedere concentrazione sul traverso di L3; un traverso, appagante che, oltre ad essere orizzontale, successivamente si abbassa di qualche metro, prima di raggiungere la sosta (dove si arriva anche dalla variante Pi.Gi.). L4 viaggia in più di 50m di fessura, un viaggio veramente gustoso attraverso passaggi in Dulfer, spalmate e prese di equilibrio. Le lunghezze successive sono caratterizzate da placche tanto più marcate quanto più ci alziamo sulla parete: l’ultima lunghezza è il cuore della via. Un altro viaggio tra le rigole e le bugne calcaree che permettono di passare delicatamente spostando il peso tra un piede e l’altro in un gioco di aderenza unico. Riusciamo a trovare un piccolo spazio sul libro di via dove lasciare le nostre firme per poi dedicarci alle doppie che ci riportano alla base. Il nostro giudizio della via è molto positivo, esaltato dal fatto che la chiodatura è sicura ma richiede allo stesso tempo concentrazione al primo di cordata.
La giornata si chiude così con un giretto in centro ad Arco per qualche acquisto veloce e la tanto agognata birretta gratificatrice.
C. Confente
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