Zona: Valdastico, Soglio Obergrubele
Sviluppo: 170 m
Esposizione: Ovest
Difficoltà: VI- un passo, resto V
Protezioni: chiodi
Materiale: corda singola, rinvii
La Valdastico, per il popolo delle pianure conosciuta e scambiata per un autostrada, va collocata nelle tre “valli” simbolo”dell’arrampicata Veneto-Trentina: la Valdadige, la Valsugana e appunto lei la Valdastico. Incassata tra l’altopiano dei Fiorentini e l’altopiano di Asiago, essa è la più “montana” e selvaggia delle tre e presenta pareti incombenti e di non sempre facile accesso contraddistinte da roccia sana ed arrampicabile. Il Diedro Stefani-Toldo è una delle ultime nate su queste pareti, per l’esattezza fa parte di una sorta di tacito progetto di riqualificazione delle pareti della Valle rendendo disponibili agli alpinisti medi itinerari inconsueti, semisconosciuti, o rimasti per anni incompiuti come quest’ultimo caso. La via percorre un diedro evidentissimo all’occhio esperto, visibile già nei pressi del paese di S. Pietro Valdastico, diedro che sembra sbucare proprio in cima all’altopiano nei pressi di Roana, affiancato da una placca verticale nerissima. L’arrampicata è sempre divertente, in particolar modo nel tiro centrale in diedro fessurato è proprio una vera goduria. L’etica di apertura classica con soli chiodi dove essi vengono accettati da buchi e fessure assume un aspetto originale e creativo nella selezione multicolore di quest’ultimi: si va dal rosso, al viola fino al blu. Anche le soste, sempre comode, sono sempre con 3 chiodi. Infine, l’ultimo tiro, su parete solcata da tanti brevissimi “tettini” e cambi di pendenza, creati dalla stratificazione orizzontale della roccia, è una sorta di ciliegina sulla torta. La discesa, infile, per traccia merita particolare attenzione, in quanto uno scivolone potrebbe avere esito non proprio felice. Per tutto il resto vi lascio alla relazione 😉
Relazione qui
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