Sviluppo: 210 m
Esposizione: S
Tempo:2-3 h
Difficoltà: 6a+(5c obb.)
Spittatura: S1
Discesa: a piedi
Materiale: 12 rinvii, corda singola
Relazione apritori |
Relazione apritori |
Discesa: in doppia lungo la via, seconda calata fuori via direttamente nel canale. Penultima doppia molto diagonale, attenzione.
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Accesso: parcheggiato l'auto ci si incammina e si oltrepassa il cancello sulla stradina per Porto Flavia, salire le scalette sulla destra (segnavia prima e varie scritte "Multipitch" poi). Si prosegue costeggiando le reti paramassi e poi più ripidamente nella macchia fino alla base della parete rossa, scritta alla base.
Discesa: seguire la traccia prima verso sinistra e poi verso destra fino a raggiungere un ben più ampio sentiero che riconduce alla base della falesia facendo attenzione a mantenere la destra al secondo bivio.
Credits: Pietradiluna.com |
Accesso: Parcheggiare l'auto in un ampio slargo sulla sx orografica del Rio Picocca, in prossimità del ponte già in vista della struttura rocciosa. Attraversare la strada statale e scavalcare il guardrail in prossimità di un ometto fino a raggiungere facilmente il greto del fiume.
Discesa: in doppia lungo la via
Fotografia da post FB autori |
Accesso: parcheggiata l'auto in uno degli spiazzi prima o dopo l'evidente struttura rocciosa si noterà una doppia striscia in vernice bianco-rossa sul guardrail ad indicare la partenza della traccia poco evidente che conduce ripida fino al greto del torrente (ometti).
Discesa: in doppia lungo la via.
Fotografia da post FB autori |
La via è dedicata ai protagonisti dell'operazione, tuttavia mai realizzata, ideata dal "Conte di Serego" che prevedeva di sabotare la ferrovia facendo esplodere parte della montagna. Il piccolo nucleo indipendente di uomini mal equipaggiati che si muoveva tra Monte, Cavalo e Dolcè a seguito di delazione e rastrellamento fu catturato. Tre degli esponenti principali furono torturati barbaramente dai Nazifascisti e deportati a Mauthausen, solo uno sopravvisse. Il capogruppo, ex carabiniere, Giobatta Vivaldi fu fucilato il 14/11/1944. La via prende il nome dall'articolo dello storico Olindo Domenichini pubblicato sull'Annuario Storico della Valpolicella 2011-2012.
Zona: Monte Pastello 1.128 m,
Esposizione: W
Apritori: Confente, Sganzerla, Gaspari, Leorato, Dal Pozzolo
Sviluppo: 190 m
Tempo previsto: 3 h
Max: V, VI+ passi
Materiale: NDA, friends medi e grandi
Roccia: ottimo calcare
Via interessante, non molto esposta rispetto alle sorelle vicine, dopo un primo tiro semi-sportivo successivamente assume un carattere più alpinistico. La roccia è un bel calcare grigio compatto che alterna placche, diedri e lame. Tutte le soste sono a spit. Protezioni a chiodi e clessidre, tuttavia una scelta di friend e qualche cordino potrebbero tornare utili. Bellissima vista sul vicino Pilastro Centrale che da qui si mostra nella sua imponenza.
Note:
Il primo tiro è stato aperto nell’inverno 2017-2018 da C.Confente e L.Sganzerla.
La via è rimasta tale fino al 2021 quando L.Gaspari-S.Zampini incuriositi dagli spit hanno risalito il primo tiro e non trovando prosecuzione hanno proseguito a friend il camino sulla destra (ora secondo tiro della via “Giochi estivi”) per poi uscirne sulla sinistra e calarsi da una pianta (scritta Gaspari-Zampini ancora visibile). Nel 2022 L.Gaspari ritorna con C.Confente, trovando il camino già chiodato proseguono per placche sulla sinistra ed effettuano un aereo traverso sempre verso sinistra fino ad un camino sbarrato da una pianta. Nell'aprile 2024 L.Gaspari, M.Leorato e D.Dal Pozzolo proseguono oltre il massimo punto raggiunto in precedenza guadagnando l'uscita.
Accesso:
700 metri prima di Forte Masua arrivando da Cavalo (frazione di Fumane, VR) prendere una strada sterrata sulla sinistra in località Molane (880 m), palina CAI del sentiero Molane-Dolcè. Parcheggiare al bivio o seguire brevemente la sterrata fino alla sbarra con slargo. Si segue il sentiero CAI in discesa prima per pascoli, poi per faggeto. Poco dopo aver oltrepassato un cancello per il pascolo si trova un cartello naturalistico sulla sinistra, abbandonare quindi il sentiero CAI che scende ripido e prendere la traccia sulla sinistra. Questa mantiene la quota per poi perderla brevemente nei pressi di un vecchio fronte di cava. Oltrepassato un vecchio rudere si continua in piano e poi in leggera salita fino a scavalcare una sella. Da qui sempre mantenendo la quota, oltrepassata una radura ci si trova alla base dello spigolo.
Costeggiare tutto il grande zoccolo verso sud, arrivando così con un’ultima salita terrosa alle placche di attacco della via delle Quaranta Galee. Proseguire verso sud ed oltrepassare il Pilastro Centrale. Poco oltre, tra il grande camino del pilastro e la parete gialla sulla destra si trova l'attacco della via, cordone e nome alla base. (50').
Relazione :
L1 Primi metri per facili balze fino al chiodo sopra alla cengia. Rimontare quindi e traversare in diagonale verso sinistra, segue placca di decisione verso destra. Verticalmente fino alla sosta sopra una grossa lama. Diversi fix e chiodi. 5c, 1 passo di 6a+ obbligatorio. 30 m. Tiro aperto nel 2017 da Confente-Sganzerla.
L2 Subito placca e poi diedro fino al passo difficile nel rimontare sulla cengia. Chiodi. VI 25 m
L3 Traverso orizzontale su cengia. Primo 1 passo di V+ poi III. Chiodi e 1 fix. 20 m.
L4 Traversare ancora leggermente verso sinistra abbassandosi poi approcciare il camino e rimontare la pianta sulla sinistra (stretto per lo zaino). Una volta dentro il camino si scala in verticale sulla su faccia di destra. Sosta scomoda su piccolo pulpito sulla destra. 1 fix, chiodi e clessidre. VI, 25 m
L5 Sequenza di due risalti rocciosi non banali a cui segue una cengia erbosa da rimontare fino alla sosta nei pressi della grossa quercia. Chiodi e clessidre. V+, 20 m
L6 Sequenza di facili balze separate da cengetta erbosa fino ad un un bel diedro fessurato con finale strapiombante per uscire su un pulpito. Chiodi e cordini. VI+ 25 m
L7 Si prende la fessura da friend medio-grandi uscendo sulla destra e la si segue fino al termine uscendo in cengia sulla destra. Diversi chiodi presenti ma posizionati in punti nascosti. 20 m VI
L8 Verticalmente per muretti articolati fino alla cengia dove si trova il libro di via. Chiodi e cordini. 25 m V.
Discesa:
Risalire il bosco (ometti) fino ad una una traccia che conduce a destra (sud) fino ad una radura. Costeggiarla in salita sbucando su una seconda più ampia e continuare sulla traccia, individuare un primo albero isolato in mezzo al prato e lasciarselo alla sinistra quindi continuare sulla destra nel bosco (ometti) per traccia fino al tornante della forestale. Scendere lungo questa oltrepassando ad un certo punto un cancello fino a raggiungere l’auto (30').
Lodovico sul Traverso |
"Di uccellini e uccellacci ne abbiamo visti tanti nelle nostre scorribande verticali in Valdadige..ma scalare in Valle con i gridi dei gabbiani probabilmente lo si può provare solo in Chiusa.."
Da tempo facevamo l'occhiolino, passandoci sotto in auto, a questo grande e logico diedro sulla paretona di Volargne: unico punto debole di questa parete così repulsiva e al contempo il maggior sviluppo essendo il suo andamento diagonale. L'unica cosa che ci ha sempre bloccato? La rigogliosa vegetazione presente: dei veri e propri giardini pensili; fino a quando i tempi non sono stati maturi per rompere gli indugi. La via è prettamente alpinistica ma ben protetta, aperta nella primavera-estate 2023 dal basso in più riprese da Christian Confente, Manuel Leorato e Riccardo dalla Brea; le protezioni sono clessidre e chiodi, fix utilizzati solo nei punti di sosta e su L7 non chiodabile in sicurezza altrimenti. Arrampicata sul calcare oolitico tipico della sponda sinistra idrografica della Chiusa di Ceraino, la roccia è discreta nelle prime 2 lunghezze nonostante la meticolosa pulizia può risultare umida dopo pioggie recenti, poi man mano che si sale la qualità migliora fino ai muri compattissimi degli ultimi tiri.
"Cocai" è il nome onomatopeico con cui vengono chiamati i gabbiani in dialetto veneto, questo nome in omaggio alla loro presenza che ci ha sempre accompagnato durante le giornate di apertura, altro unicum di questa bellissima gola nella parte più meridionale della Valdadige: la coesistenza di gabbiani e camosci a distanza di pochi chilometri in linea d'aria.
Descrizione:
Discesa: attraversare a sinistra fino ad un grosso larice attrezzato. Da qui con 2 doppie, la prima di 50 metri, la seconda di 20 m da abalakov fino all’attacco. Si prosegue poi per traccia a ritroso fino alla base del canale.
Tracciato |
La pala sud del monte Mesole (1672 m), ben visibile già dalla pianura e dalla val Chiampo, sembra un grande ferro da stiro adagiato con andamento sinistra-destra, in totale contrapposizione con il suo scosceso versante Recoarese (nord) ove vi corrono itinerari alpinistici invernali impegnativi (Vajo Incredibile, Russian Circus solo per citarne alcuni..). Su questo grande piano inclinato, salvo la disponibilità del manto nevoso, è possibile tracciare belle curve su pendenza moderata in vista della piana di Malga Campodavanti e della relativa Cima con la quale si possono inventare interessanti concatenamenti. Vi si accede parcheggiando al rifugio Bepi Bertagnoli e percorrendo la lunga forestale, spesso battuta dal gatto delle nevi, che conduce a Bocchetta Gabelelle, dove inizia l'evidente bel pendio sciabile. Preferibile avventurarsi subito dopo nevicate abbondanti per evitare la repentina trasformazione della neve vista l'esposizione solare della pala; il tracciato nella parte terminale richiede nevi assestate.