martedì 7 maggio 2024

Masùa, Acciughe e Bottarga (6a, 160 m, 5c obb)

Zona: Porto Flavia, Masua
Sviluppo: 160 m
Esposizione: S
Tempo: 1-2 h
Difficoltà: 5c (6a 1 passo)
Spittatura: S1+
Discesa: in doppia
Materiale: 12 rinvii, corda singola
Relazione qui

Via che non ha bisogno di presentazioni, si parte direttamente dagli scogli per arrivare quasi in cima al pilastro. Purtroppo pecca in continuità ed esposizione ma la qualità della roccia super abrasiva e compatta delle lunghezze superiori ripaga ampiamente. Sul primo tiro bisogna fare attenzione a non prenderela la di spit che sale dritta ma puntare la nicchia, e sul secondo tiro bisogna attraversare nettamente a destra e anche qui ignorare gli spit verticali. Dopo queste due lunghezze non ci sono più incroci. Lo spit al termine della seconda lunghezza con tassello inox e piastrina zincata lascia a desiderare..portare eventualmente un friend medio per sostituire la protezione.

Accesso: parcheggiato l'auto ci si incammina e si oltrepassa il cancello sulla stradina per Porto Flavia. Al termine del muretto in sasso sulla sinistra si scavalca la staccionata (ometto) e si scende per traccia evidente fino agli scogli che si seguono fino alla base della parete. Attacco in comune con Hard & Soft che prosegue diritta.

Discesa: in doppia lungo la via, seconda calata fuori via direttamente nel canale. Penultima doppia molto diagonale, attenzione.


Credits: Pietradiluna.com









lunedì 6 maggio 2024

Masùa, Nido d'amore (6a+, 130 m, 5c obb)

Zona: Porto Flavia, Masua
Sviluppo: 130 m
Esposizione: S
Tempo: 1-2 h
Difficoltà: 5c (6a+ 1 passo)
Spittatura: S1
Discesa: a piedi
Materiale: 12 rinvii, corda singola.
Relazione qui

Via nuovissima attrezzata con materiale "marino" sicuro, il nido lo si trova davvero lungo il tracciato ma non vi svelo in quale lunghezza :-)
Difficoltà contenuta e spittatura da falesia anche se sempre esposta e verticale tanto che a noi ha ricordato molto la "nostra" parete Rossa di Castel Presina nella prima parte. Da lontano all'apparenza la qualità della roccia lascia a desiderare ma il lavoro di pulizia è stato tanto e non si muove praticamente nulla. Molto bella e consigliata spacialmente per la sua sezione di roccia bianca bellissima e super abrasiva nella parte alta. Discesa panoramica che permette una fermata alla falesia.

Accesso: parcheggiato l'auto ci si incammina e si oltrepassa il cancello sulla stradina per Porto Flavia, salire le scalette sulla destra (segnavia prima e varie scritte "Multipitch" poi). Si prosegue costeggiando le reti paramassi e poi più ripidamente nella macchia fino alla base della parete rossa, scritta alla base.

Discesa: seguire la traccia prima verso sinistra e poi verso destra fino a raggiungere un ben più ampio sentiero che riconduce alla base della falesia facendo attenzione a mantenere la destra al secondo bivio. 

Credits: Pietradiluna.com





Placca dell'Elefante, Via Kawaii (6a+, 130 m, 5b obb)

Zona: Sarrabus, Sette Fratelli
Sviluppo: 130 m
Esposizione: E
Tempo: 1-2 h
Difficoltà: 5b (6a+ 1 passo) 
Spittatura: S2
Discesa: in doppia
Materiale: 10 rinvii, corda singola.

Via decisamente di stampo plaisir e abbastanza discontinua nelle difficoltà e nella verticalità. Bel granito rosa tipo del massiccio del Sarrabus (7 Fratelli) a poco meno di un ora da Cagliari. Ideale per il concatenamento con le vie adiacenti. Consigliata anche la via Zoè (linea di spit che parte sulla sinistra) con caratteristiche e difficoltà analoghe.

Accesso: Parcheggiare l'auto in un ampio slargo sulla sx orografica del Rio Picocca, in prossimità del ponte già in vista della struttura rocciosa. Attraversare la strada statale e scavalcare il guardrail in prossimità di un ometto fino a raggiungere facilmente il greto del fiume.

Discesa: in doppia lungo la via

Fotografia da post FB autori




Placca del Frate, Via Frati fritti (6a+, 90 m, 6a obb)

Zona: Sarrabus, Sette Fratelli
Sviluppo: 90 m
Esposizione: E
Tempo: 1-2 h
Difficoltà: 6a+
Spittatura: S3
Discesa: in doppia
Materiale: 10 rinvii, mezze

Linea sportiva e di soddisfazione per estetica e chiodatura: Pietra di Luna la da S2, ma gli spit a 7 metri su placca di spalmo a noi è sembrata più un S3. 
Consigliabile smezzare il primo tiro sull'albero alla base del diedro per non avere le corde che tirano. E smezzare pure il secondo tiro su una sosta posta poco sotto al tettino di partenza della placca per lo stesso motivo. In questo modo le lunghezze diventano 4. Possono risultare utili dei friend medio piccoli per diminuire la distanza tra gli spit su L1 se si trovano punti bagnati e scivolosi come successo a noi.

Accesso: parcheggiata l'auto in uno degli spiazzi prima o dopo l'evidente struttura rocciosa si noterà una doppia striscia in vernice bianco-rossa sul guardrail ad indicare la partenza della traccia poco evidente che conduce ripida fino al greto del torrente (ometti).

Discesa: in doppia lungo la via.






Fotografia da post FB autori


martedì 30 aprile 2024

"Partigiani sul Pastello": una via dedicata alle vittime e alle vicende di questa montagna

La via è dedicata ai protagonisti dell'operazione, tuttavia mai realizzata, ideata dal "Conte di Serego" che prevedeva di sabotare la ferrovia facendo esplodere parte della montagna. Il piccolo nucleo indipendente di uomini mal equipaggiati che si muoveva tra Monte, Cavalo e Dolcè a seguito di delazione e rastrellamento fu catturato. Tre degli esponenti principali furono torturati barbaramente dai Nazifascisti e deportati a Mauthausen, solo uno sopravvisse. Il capogruppo, ex carabiniere, Giobatta Vivaldi fu fucilato il 14/11/1944. La via prende il nome dall'articolo dello storico Olinto Domenichini pubblicato sull'Annuario Storico della Valpolicella 2011-2012.

Zona: Monte Pastello 1.128  m, 

Esposizione: W

Apritori: Confente, Sganzerla, Gaspari, Leorato, Dal Pozzolo

Sviluppo: 190

Tempo previsto: 3 h

Max: V, VI+ passi

Materiale: NDA, friends medi e grandi

Roccia: ottimo calcare


Via interessante, non molto esposta rispetto alle sorelle vicine, dopo un primo tiro semi-sportivo successivamente assume un carattere più alpinistico. La roccia è un bel calcare grigio compatto che alterna placche, diedri e lame. Tutte le soste sono a spit. Protezioni a chiodi e clessidre, tuttavia una scelta di friend e qualche cordino potrebbero tornare utili. Bellissima vista sul vicino Pilastro Centrale che da qui si mostra nella sua imponenza.



Note:

Il primo tiro è stato aperto nell’inverno 2017-2018 da C.Confente e L.Sganzerla.

La via è rimasta tale fino al 2021 quando L.Gaspari-S.Zampini incuriositi dagli spit hanno risalito il primo tiro e non trovando prosecuzione hanno proseguito a friend il camino sulla destra (ora secondo tiro della via “Giochi estivi”) per poi uscirne sulla sinistra e calarsi da una pianta (scritta Gaspari-Zampini ancora visibile). Nel 2022 L.Gaspari ritorna con C.Confente, trovando il camino già chiodato proseguono per placche sulla sinistra ed effettuano un aereo traverso sempre verso sinistra fino ad un camino sbarrato da una pianta. Nell'aprile 2024 L.Gaspari, M.Leorato e D.Dal Pozzolo proseguono oltre il massimo punto raggiunto in precedenza guadagnando l'uscita.


Accesso:

700 metri prima di Forte Masua arrivando da Cavalo (frazione di Fumane, VR) prendere una strada sterrata sulla sinistra in località Molane (880 m), palina CAI del sentiero Molane-Dolcè. Parcheggiare al bivio o seguire brevemente la sterrata fino alla sbarra con slargo. Si segue il sentiero CAI in discesa prima per pascoli, poi per faggeto. Poco dopo aver oltrepassato un cancello per il pascolo si trova un cartello naturalistico sulla sinistra, abbandonare quindi il sentiero CAI che scende ripido e prendere la traccia sulla sinistra. Questa mantiene la quota per poi perderla brevemente nei pressi di un vecchio fronte di cava. Oltrepassato un vecchio rudere si continua in piano e poi in leggera salita fino a scavalcare una sella. Da qui sempre mantenendo la quota, oltrepassata una radura ci si trova alla base dello spigolo. 

Costeggiare tutto il grande zoccolo verso sud, arrivando così con un’ultima salita terrosa alle placche di attacco della via delle Quaranta Galee. Proseguire verso sud ed oltrepassare il Pilastro Centrale. Poco oltre, tra il grande camino del pilastro e la parete gialla sulla destra si trova l'attacco della via, cordone e nome alla base. (50').


Relazione :

L1 Primi metri per facili balze fino al chiodo sopra alla cengia. Rimontare quindi e traversare in diagonale verso sinistra, segue placca di decisione verso destra. Verticalmente fino alla sosta sopra una grossa lama. Diversi fix e chiodi. 5c, 1 passo di 6a+ obbligatorio. 30 m. Tiro aperto nel 2017 da Confente-Sganzerla.

L2 Subito placca e poi diedro fino al passo difficile nel rimontare sulla cengia. Chiodi. VI 25 m

L3 Traverso orizzontale su cengia. Primo 1 passo di V+ poi III. Chiodi e 1 fix. 20 m.

L4 Traversare ancora leggermente verso sinistra abbassandosi poi approcciare il camino e rimontare la pianta sulla sinistra (stretto per lo zaino). Una volta dentro il camino si scala in verticale sulla su faccia di destra. Sosta scomoda su piccolo pulpito sulla destra. 1 fix, chiodi e clessidre. V+, 25 m 

L5 Sequenza di due risalti rocciosi non banali a cui segue una cengia erbosa da rimontare fino alla sosta nei pressi della grossa quercia. Chiodi e clessidre. V+, 20 m 

L6 Sequenza di facili balze separate da cengetta erbosa fino ad un un bel diedro fessurato con finale strapiombante per uscire su un pulpito. Chiodi e cordini. VI 25 m

L7 Si prende la fessura da friend medio-grandi uscendo sulla destra e la si segue fino al termine uscendo in cengia sulla destra. Diversi chiodi presenti ma posizionati in punti nascosti. 20 m VI+

L8 Verticalmente per muretti articolati fino alla cengia dove si trova il libro di via. Chiodi e cordini. 25 m V.


Discesa

Risalire il bosco (ometti) fino ad una una traccia che conduce a destra (sud) fino ad una radura. Costeggiarla in salita sbucando su una seconda più ampia e continuare sulla traccia, individuare un primo albero isolato in mezzo al prato e lasciarselo alla sinistra quindi continuare sulla destra nel bosco (ometti) per traccia fino al tornante della forestale. Scendere lungo questa oltrepassando ad un certo punto un cancello fino a raggiungere l’auto (30').


Lodovico sul Traverso




martedì 2 aprile 2024

Nuova via sulla Parete di Volargne: Macine ai Cocai (VI, 170 m, V+ obb.)

Zona: Chiusa di Ceraino
Sviluppo: 200 m
Esposizione: SW
Tempo: 3 h
Difficoltà: VI (V+ obb)
Discesa: doppie
Materiale: mezze corde, friend medi


"Di uccellini e uccellacci ne abbiamo visti tanti nelle nostre scorribande verticali in Valdadige..ma scalare in Valle con i gridi dei gabbiani probabilmente lo si può provare solo in Chiusa.."

Da tempo facevamo l'occhiolino, passandoci sotto in auto, a questo grande e logico diedro sulla paretona di Volargne: unico punto debole di questa parete così repulsiva e al contempo il maggior sviluppo essendo il suo andamento diagonale. L'unica cosa che ci ha sempre bloccato? La rigogliosa vegetazione presente: dei veri e propri giardini pensili; fino a quando i tempi non sono stati maturi per rompere gli indugi. La via è prettamente alpinistica ma ben protetta, aperta nella primavera-estate 2023 dal basso in più riprese da Christian Confente, Manuel Leorato e Riccardo dalla Brea; le protezioni sono clessidre e chiodi, fix utilizzati solo nei punti di sosta e su L7 non chiodabile in sicurezza altrimenti. Arrampicata sul calcare oolitico tipico della sponda sinistra idrografica della Chiusa di Ceraino, la roccia è discreta nelle prime 2 lunghezze nonostante la meticolosa pulizia può risultare umida dopo pioggie recenti, poi man mano che si sale la qualità migliora fino ai muri compattissimi degli ultimi tiri. 

"Cocai" è il nome onomatopeico con cui vengono chiamati i gabbiani in dialetto veneto, questo nome in omaggio alla loro presenza che ci ha sempre accompagnato durante le giornate di apertura, altro unicum di questa bellissima gola nella parte più meridionale della Valdadige: la coesistenza di gabbiani e camosci a distanza di pochi chilometri in linea d'aria. 


Accesso: parcheggiare nell'ampio parcheggio sulla destra della chiesa di Volargne (fontana per acqua). Scendere sulla pista ciclabile che costeggia l'Adige (Ala di Marmo). Percorrerla verso nord per 500 m ed entrare con attenzione dentro ad un grande tubo di scolo-sottopassaggio sulla destra aiutandosi tenendosi al parapetto, attenzione. Risalire il ghiaione verso sinistra e seguire gli ometti sotto parete, oltrepassato l'attacco del Colpo dello Scorpione seguire un sistema di cenge sotto parete che porta da una rampa con fettuccia blu corrimano che indica l'attacco della via nei pressi di una rampa-diedro. 15 minuti.


Relazione:
L1: Rampa-diedro fino a sostare su grosso albero. Roccia delicata. 20 m IV
L2: Rimontare il leccio, traversare verso destra fino a prendere la rampa, risalirla con passi su placche e un diedrino fessurato fino a sostare su piccola cengia. 30 m III-IV.
L3: Ancora su rampa ascendente sotto alla larga fessura e con brevi risalti fino a sostare su comoda cengia erbosa. 20 m III-IV.
L4: Placca tecnica ascendente dove compare qualche goccia fino al suo termine dove si trasforma in un camino verticale, risalirlo (cordoni). Sosta su piccola cengia rocciosa. 25 m V+.
L5: Attraversare a destra e rimontare la placca tecnica verticale fino al boschetto, sosta sulla sinistra. 20 m VI (1 passo).
L6: Traversare la cengia verso sinistra, risalire un breve diedrino fessurato che conduce ad un ampio e facile camino abbattuto, sosta sotto al grande camino nei pressi di un fittone. IV-III, 20 m
L7: Risalire il camino sfruttando la liscia placca di sinistra (5 fix). All'uscita rimontare dei massi incastrati (Attenzione!) e sostare su una cengia sulla destra. 20 m 6a.
L8: Seguire la lama a dulfer di IV+ (cordoni) oppure la bella placca sulla destra V+ (cordini e 1 chiodo). 15 m totali, sosta su pulpito panoramico (fix + fittone)
 
Discesa: Rientro in doppia dalla via possibile da tutte le soste con brevi calate, l’ultima evitabile calandosi da S2 direttamente a terra (mezze corde). S8-S6, S6-S5, S5-S4, S4-S2, S2-Terra. Possibili anche 3 calate rapide fuori via, che si prendono dalla cengia che va verso destra da S5, la prima delle quali strapiombante: moschettonarsi (presente un cordone e un chiodo).



In apertura su L7




In apertura su L2


lunedì 29 gennaio 2024

Nuova cascata in Val di Fumo: Mago Zurlì (WI3+, 95 m)

Zona: Val di Fumo
Sviluppo: 95 m
Avvicinamento: 4-5 h
Esposizione: W
Difficoltà: WI3+
Materiale: NDA
Salitori: M.Leorato, D.Ceron, C.Confente
Salita: 28-1-2024

Divertente e facile colata ad Y di 3 lunghezze, posta di fronte a Malga Breguzzo ma nascosta alla vista da una quinta rocciosa. Non sono state rinvenute tracce di precedenti passaggi, soprattutto per le calate dagli alberi sommitali. La cascata proseguirebbe per una bella goulotte.. pena un altro non breve trasferimento in neve profonda. Attenzione, tutta la zona va affrontata con condizioni del manto stabile, pericolo ed evidenti tracce di valanghe.

Avvicinamento: dalla sbarra di malga Boazzo sono 10 km per raggiungere malga Breguzzo, prima per strada e poi per il sentiero che costeggia al lago, calcolare 4-5 ore. Arrivati alla Malga attraversare il ponte e puntare all’evidente canalone attraversando un piccolo laghetto ghiacciato. Depositare sci e materiale e battere traccia fino alla goulotte di attacco posta 70 metri sopra.

Descrizione:

  • L1. Facile goulotte. Sosta su ghiaccio. 25 m WI3
  • L2. Facili balze ghiacciate. Sosta su albero sulla destra. 40 m WI3
  • L3. Breve ma bel candelino per poi uscire in roccia sulla sinistra. Sosta su piccolo larice attrezzato. 30 m WI3+.

Discesa: attraversare a sinistra fino ad un grosso larice attrezzato. Da qui con 2 doppie, la prima di 50 metri, la seconda di 20 m da abalakov fino all’attacco. Si prosegue poi per traccia a ritroso fino alla base del canale.











Tracciato




lunedì 15 gennaio 2024

Skialp Cima Mesole dal Rifugio Bertagnoli

Zona: Piccole Dolomiti
Sviluppo: 9 km
Tempo: 3 h
Esposizione: S-O
Difficoltà: MS
Dislivello: 600 m

La pala sud del monte Mesole (1672 m), ben visibile già dalla pianura e dalla val Chiampo, sembra un grande ferro da stiro adagiato con andamento sinistra-destra, in totale contrapposizione con il suo scosceso versante Recoarese (nord) ove vi corrono itinerari alpinistici invernali impegnativi (Vajo Incredibile, Russian Circus solo per citarne alcuni..). Su questo grande piano inclinato, salvo la disponibilità del manto nevoso, è possibile tracciare belle curve su pendenza moderata in vista della piana di Malga Campodavanti e della relativa Cima con la quale si possono inventare interessanti concatenamenti. Vi si accede parcheggiando al rifugio Bepi Bertagnoli e percorrendo la lunga forestale, spesso battuta dal gatto delle nevi, che conduce a Bocchetta Gabelelle, dove inizia l'evidente bel pendio sciabile. Preferibile avventurarsi subito dopo nevicate abbondanti per evitare la repentina trasformazione della neve vista l'esposizione solare della pala; il tracciato nella parte terminale richiede nevi assestate.