giovedì 20 settembre 2018

Pilastro Stefani-Bellorio

Zona: Valpantena, Vajo dell'Anguilla
Sviluppo: 90 m 
Tempo: 2 ore 
Esposizione: E
Difficoltà: IV-V, VI (A0) 1 passo
Materiale: singola, rinvii e qualche friend medio
Cordata: Leorato-Aldegheri
Relazione qui


Continua la mia personale esplorazione della Valpantena multipitch, valle associata indelebilmente alle falesie sportive di Alcenago, Ceredo, Falconi e Maioconi. Dopo aver percorso con grande soddisfazione la via di artificiale “Equilibrio Mentale” sopra l’abitato di Lugo di Grezzana, ci spostiamo più a nord, quasi sull’altipiano Lessinico, sulla fascia rocciosa che precipita e delimita la destra idrografica della porzione più meridionale del selvaggio Vajo dell’Anguilla, profonda depressione tettonica laterale della Valpantena che corre fino agli alti pascoli con andamento NE-SO.
La via aperta nel 2016 a chiodi e con fix alle soste, percorre lo spigolo di roccia sana e levigata solcata da una bella fessura, alla ricerca dei punti più deboli, fino alla sommità di questo evidente pilastro staccato che precipita ripido a valle. La brevità di accesso e la rapida discesa con breve doppia e tracce la rendono un ottima via adatta alle mezze giornate, ambiente vicinissimo alla città di Verona ma allo stesso tempo selvaggio, ricco di fauna e appartato. Purtroppo la nostra salita, più notturna che serale, non ci ha permesso di scattare delle foto che rendano l’idea della via e dei singoli tiri; che questo vi sia da incentivo per stimolare la vostra curiosità in una ripetizione.. 
Per l'avvicinamento, raggiunto Lugo di Grezzana oltrepassare la frazione di Corso e raggiunta la frazione di Portello proseguire brevemente per sterrata fino ad un grosso cancello grigio in prossimità della palina CAI che indica il sentiero europeo E5. Parcheggiato, oltrepassare il cancello e proseguire per prato in leggera salita fino ad un valco nella recinzione, di fronte allo stesso parte un sentiero un pò infrascato nella sua parte iniziale ma poi più evidente, seguirlo fino ad un cartello in legno che indica la cengia di attacco del pilastro. Discesa con doppia da 10 metri e traccia ripida su terra e rocce fino al punto di partenza.



Primo tiro
Secondo tiro



Discesa



Avvicinamento

venerdì 14 settembre 2018

Cresta del Soldato integrale

Zona: Monte Rosa
Sviluppo: +700 m 
Tempo: 5 ore 
Esposizione: S-E
Difficoltà: III (IV+ 1 passo)
Materiale: Friends-Cordoni
Cordata: Leorato-Rini


Grande classica di introduzione al massiccio del Rosa che permette di concatenare due cime di 4000 metri quasi completamente su roccia, che tranne i pochi tratti delicati, per la maggior parte si presenta solida e compatta e permettere di arrampicare divertendosi e senza particolari patemi. L’accesso avviene dalla stazione di arrivo della nuova funivia dell’Indren seguendo il sentiero che riconduce al passo dei Salati attraverso Punta Stolemberg, dopo pochi minuti su pietroni e nevai si giunge così all’ex impianto funiviario dismesso che da accesso al ghiacciaio del Bors, da qui per traccia si giunge alla sella nevosa di attacco della cresta che la separa di Punta Vittoria (2 h circa). Attaccata la cresta si prosegue seguendone fedelmente il filo stando inizialmente attenti ai blocchi instabili che via via che ci si avvicina alla cima della Giordani diventano sempre più radi e la roccia compatta. Il tiro chiave è ben chiodato e presenta sulla partenza una sosta con 2 chiodi, per il resto si procede sempre in conserva protetta.
Una volta in vetta si scende brevemente sul ghiacciaio, si attraversa una prima cresta in direzione della Vincent. Qui per attaccare la roccia si trova un breve tratto su roccia marcissima subito oltrepassata la stretta terminale. Ci si porta sulla parete nord e si sale in verticale un diedro grigio di roccia ora finalmente solida, segue una cresta nevosa affilata ed esposta fino alla cresta vera e propria ora nuovamente rocciosa. Da qui, in conserva fino alla calotta sommitale su roccia sempre solidissima. Sono presenti alcuni chiodi e fix di passaggio sui tratti più esposti. La discesa avviene per la normale alla Vincent passando dalla Capanna Gniffetti e nuovamente per canaponi sul ghiacciaio dell’Indren.


Tracciato



Attacco 





Tiro chiave



Sul traverso aereo, sullo sfondo la punta Giordani


Sulle rocce terminali della Vincent


giovedì 13 settembre 2018

Restauro della storica falesia di Soave

Perchè tutto inizia da un’idea, da un gruppo di amici ma soprattutto da una passione! Oggi, così come quando è nata, la falesia di San Lorenzo a Soave offre la possibilità di arrampicare su monotiri e si presta molto bene per l’incontro tra i climber dell’est veronese ed ovest vicentino. Non appena le giornate iniziano ad allungarsi è facile trovare qualche ora nel dopo lavoro da dedicare al verticale. 
Nasce così, a metà 2018, tra appassionati ed amici l’idea di rinnovare spit e soste. Attraverso il contributo libero dei frequentatori a metà anno è stato possibile iniziare i lavori di rinnovo e sistemazione delle vie sostituendo le protezioni presenti con materiali nuovi certificati. Nella posa dei nuovi ancoraggi è stata fatta attenzione anche allo stato della parete, quindi in alcuni casi le soste e gli spit sono stati spostati sulle porzione di roccia migliore.
Andiamo a ringraziare quindi chi ha finanziato l’attività e i vari climber, amici, appassionati e frequentatori più o meno assidui

Buona arrampicata a tutti 

Christian Confente






martedì 11 settembre 2018

Equilibrio Mentale, artificiale moderno in Valpantena

Zona: Valpantena
Sviluppo: 120 m 
Tempo: 5 ore 
Esposizione: E
Difficoltà: IV, A3
Materiale: staffe, 1 cliff, 1 talon, 15 rinvii, friends
Cordata: Leorato-Confente
Relazione qui

Valpantena, est veronese, valle nota per la storica falesia di Stallavena dove si è sviluppato l'alpinismo veronese, per la blasonate Ceredo e i Falconi roccaforti dell'arrampicata sportiva, il ponte di Veja, i dolci pascoli della Lessinia e via discorrendo. Ecco, a Lugo di Grezzana un giovane e forte alpinista vicentino fuori sede (ma ormai quasi local), ha aperto questo itinerario di arrampicata artificiale di stampo moderno in solitaria!! Stampo moderno, per i non avvezzi, significa che le protezioni "solide" sono assai distanziate e quindi vi è la necessità di issarsi sulle staffe sfruttando gli adrenalinici cliff, che a volte si infilano su tacche naturali prodigiosamente regalateci dalla natura e altre sui "quasi" invisibili Bat Holes, ovvero dei fori fatti con il perforatore che permettono l'alloggiamento del solidissimo Tallon. L'originalità dell'ambiente è sorprendente, disturbato solo da una cava che sta di fronte e che borbotta solo nei giorni feriali.. per fortuna. Comodità di accesso nel bosco, ripido, ma per poco, un largo soffitto da superare sui golfari, da dove pendono forme vegetali che vivono in un mondo capovolto. Se si ha fortuna, una cascatella di acqua che si forma dopo le piogge, cade dal ciglio della parete regalando quindi un mondo parallelo, appartato, quasi onirico. Per affrontare la via si consiglia di fare pratica con qualche via di artificiale, specialmente con passaggi tra libera ed artificiale, magari in Valdadige o consultando il libro di Diego Filippi "Oltre la verticale". I passaggi su cliff non sono mai pericolosi tanto da essere a volte quasi divertenti. Gli unici punti che ci sono sembrati delicati sono: sul primo tiro la ricerca del primo bat hole, a portata di mano ma ben nascosto se visto dal basso e l'uscita dal soffitto dove la roccia perde notevolmente di qualità e si richiede testa e decisione. Discesa rapida con 2 doppie, una traversata in cengia ed un ultima doppia fino all'attacco. Per chi si avvicina senza tanti pregiudizi a questo mondo fatto di staffe e ferraglia consigliamo vivamente la ripetizione.



La parete con il soffitto ben visibile dal paesino



Primo tiro


Seconda lunghezza, il Copper Head






Bellissima e prodigiosa placca da cliff

Filippi e Laura non trovando il libro di via tra le frasche hanno inciso un graffito ;)
Sui golfaretti psycho



Forme vegetali e umane, pensili


giovedì 6 settembre 2018

Concatenamento Classico al Cornetto

Segnaliamo questa interessante combinazione di vie sul versante nord del Cornetto. All’attacco della cavalcata, sul pilastro Dalai Lama, sono presenti numerose altre vie di varie difficoltà che accompagnano alle successive guglie dove il percorso a quel punto diventa obbligato per lo sviluppo della cavalcata.

Alla luce dell’avviso del soccorso alpino di Schio sulla via dell’Amico, che avvertiva di possibili nuovi movimenti franosi, si attrezzerà una nuova discesa in doppia dal Pilastro Dalai Lama per chi si ferma solo alla prima parte, visto che il rientro attuale avviene dal vajo della frana, in questo modo si eviterà di passarci sotto ed evitare i concreti rischi oggettivi. Invece il rientro più comodo dalla cavalcata è dal sentiero dell'Emmele (come scritto in relazione), anche in questo modo non si passa vicino alla frana. Buone arrampicate.