martedì 21 marzo 2017

Canale - Vento dell'Est (6b, 150 m, 6a obb.)

Zona: Valdadige, Canale
Sviluppo: 5 lunghezze, 150 metri
Esposizione: E
Difficoltà: 6b
Protezioni: Fix
Materiale: Rinvii, corda singola
Discesa: Rientro per traccia di Mamma li Turchi
Tempo: 2 h

"Il vento che arriva da est, come i raggi del sole di un nuovo mattino, come l’esposizione delle pareti della Valdadige", questo è il nome dai molteplici significati scelto da Mario Brighente per questa nuova via aperta in solitaria su una parete a lui nuova e battezzata “Parete Rossa di Canale”, toponimo ovviamente proposto vista la mancanza di toponimi. 
La via attacca sulla destra di Catullo V, nome scritto alla base. Il primo tiro dello zoccolo sale facilmente su solide placche per 30m con difficoltà massime di 5b, segue trasferimento verticalmente su cengia fin sotto all'evidente parete rossa. Secondo divertente tiro su canne con difficoltà massime di 6a (30m), segue terzo tiro con difficoltà sempre maggiori (6b) fino alla sosta scomoda ed aerea (25m). Tiro chiave (6b) si trova esattamente sopra la sosta in leggero strapiombo ammanigliato eventualmente azzerabile, segue pilastrino e diedro delicato fino alla sosta. L’ultimo tiro di rocce rotte ci conduce in breve fino alla sommità della parete (5b). Per scendere si può tagliare il pendio orizzontalmente verso destra per tracce fino a raggiungere il ghiaione che conduce al sentiero di Cordespino.


Attacco
Primo tiro



In vista del diedro ad L su cui corre la via

Prima entusiasmante lunghezza sul diedro



Sul secondo tiro via via più difficile

Ultima sosta in uscita dal tiro chiave



martedì 14 marzo 2017

"Chiari di Luna" alla parete di Preabocco

Zona: Valdadige, Preabocco
Sviluppo: 4 lunghezze, 150 metri
Esposizione: E
Difficoltà: VII-
Protezioni: Fix, chiodi
Materiale: 12 Rinvii, friends medio-grandi, nut
Discesa: 2 doppie da 60 m
Tempo: 3-4 h

Bella e unica via della parete soprastante l’abitato di Preabocco a torto poco ripetuta e semi abbandonata. Forse i gradi severi lasciano intimorito il ripetitore ma è doveroso ricordare che i passi ostici sono comunque serviti con fix, le soste sono a fix e gli unici tratti alpinistici sono integrabilissimi (R1) grazie alle numerose fessure.
L’attacco si raggiunge in pochi minuti dal parcheggio nel centro dell’abitato, si prende una stradina nel bosco che sale in direzione delle pareti e di li a poco, nei pressi di una cabina, la si lascia per traccia quasi impercettibile che supera le due reti paramassi. Arrivati alla base nei pressi di un ometto si sale per una cengia ascendente verso destra e si sale così sullo zoccolo, per traccia con percorso a S di nuovo verso la parete fino ad un grosso ometto che indica l'attacco. Il primo tiro di V sale verticale fin sotto ai tetti colorati, ben protetto a chiodi e fix, disturbato solamente dall’erba cresciuta ormai in modo rigoglioso. Con il secondo tiro i toni cambiano, siamo sul VI- e si traversa sotto a dei tetti lavorati a canne e buchi, si può integrare con cordino su spuntone e parecchi friends, sono presenti comunque spit di passaggio. Dopo la traversata non lasciarsi ingannare dalla sosta di calata a sinistra ma salire in verticale superando uno strapiombetto fino alla sosta nei pressi di un alberello, questo tratto purtroppo ritorna ad essere disturbato dalle zolle d’erba e terra.
A questo punto si erge davanti a noi la stupenda placca gialla e verticale del tiro chiave della via, a parte il primo spit sopra la sosta le protezioni spariscono magicamente e si intuisce che si dovrà utilizzare la larga fessura visibile a destra, utile anche un cliff per attrezzare un foro sotto la fessura, VII-. 
Segue un traverso piccante su placca verso destra servito da spit, si supera un pilastrino con difficoltà via via sempre inferiori (pianta che ostacola il passaggio) fino a sotto la verticale del diedro, da qui risalire per 5-6 m fino alla sosta. 
(In questo tratto abbiamo trovato due cespugli di rovi che invadevano il diedro e sono stati rimossi a suon di coltellino e mani nude!).
Risalire il diedro strapiombante e fessurato (fessura e 2 spit), superato il tratto aggettante il diedro si abbatte leggermente ma la roccia si fa via via più delicata fino all’uscita nel bosco pensile, VI.
La discesa si effettua con 2 doppie da 60 m da un cordone su albero visibile pochi metri a sinistra dell’uscita.



Primo tiro

Terzo tiro

La placca del terzo tiro dal basso

La sosta del terzo tiro, dove solitamente nascono i rovi


Diedro fessurato finale