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domenica 24 novembre 2024

Coste di Loppio, Ciao Papà (6b+, 280 m, 6b obb.)

Zona: Coste di Loppio (Loppio, TN)
Sviluppo: 280 m
Esposizione: S
Tempo: 3-4 h
Difficoltà: 6b+ S3
Discesa: a piedi
Materiale: 14 rinvii, 2-3 friend
Protezioni: cordini, fix

Recente via iniziata nel 2021 e terminata nell'autunno 2023 dalla cordata accademica Giordani, Martini, Manzi, Rampini. La seconda aperta su questa parete poco conosciuta a picco sul lago di Loppio, dopo la via "L'alpinista dai capelli bianchi" aperta nel 2017 e presente sull'ultimo Arco Pareti. Le difficoltà non sono state certamente banalizzate da una chiodatura ravvicinata, sulle ripide placche chiave esce fuori tutta l'anima del Giordani, con parecchi metri da scalare in punta di polpastrelli e aderenza tra una protezione e l'altra. I rimanenti tiri sono decisamente più divertenti e scanzonati. Grande opera di pulizia da sassi e vegetazione. 

Accesso: Parcheggiare a Passo S. Giovanni nello slargo a sinistra di fronte all'hotel in costruzione. Da qui seguire la ciclabile in direzione Nago fino al sottopassaggio, poco oltre dove possibile, scavalcare il guardrail e prendere una sterrata che entra nei vigneti. In fondo a questa oltrepassata una casetta, prendere una traccia di sentiero sulla destra che in salita costante porta ad un ricovero di guerra. In questo punto ad un bivio prendere quello di destra, seguirlo in costa (e non in salita.. tracce di camoscio) fino alla scritta che indica l'attacco. 40 minuti.

Descrizione:
L1 Balze erbose ben protette con cordoni e spit. 50 m IV+
L2 Tiro chiave: rimontare un tettino spesso bagnato a cui segue una placca di aderenza con protezioni lontane, poi altro tettino a sinistra con fessura, seguono rocce più facili verso destra. Allungare le protezioni. 50 m 6b+
L3 Tiro facile con traversata verso sinistra 40 m V
L4 Altro tiro con roccia ben ammanigliata 50 m 6a
L5 Placca esigente con pochi appigli e fix distanziati 50 m 6b
L6 Tiro facile con balze di roccia scura 20 m V+
L7 Magnifico diedro di uscita 20 m 6a+

Discesa: seguire una traccia in discese verso sinistra (ometti) fino ad entrare in una valletta rivolta a nord la quale tramite una traccia ora più marcata riporta sul sentiero di andata nei pressi del ricovero di guerra. 20-30 minuti.



L1

L2

L4

L5

L6



martedì 12 novembre 2024

"Mamma li turchi" deturpata: vandali schiodano la celebre via di arrampicata in Val d’Adige

Un atto di vandalismo senza precedenti in Val d'Adige ha colpito la "storica" via d’arrampicata "Mamma li turchi" a Canale, frazione di Rivoli Veronese. Questo celebre tracciato sportivo ma dal sapore alpinistico, conosciuto e amato dai frequentatori della Valle, è stato reso inutilizzabile a causa di un'azione deliberata di danneggiamento: ogni piastrina è stata rimossa, i tasselli sono stati ribattuti nei propri fori, e le soste sono state private dei fix anche qui ribattuti, lasciando la parete impraticabile. A fare da sfondo a questo atto, una scritta nera recitante un messaggio forte e inequivocabile: "Climbers go home."

L'accaduto, segnalato inizialmente su bergsteigen.com e diffuso rapidamente sui social media e sulle testate italiane Il Dolomiti, L’Arena di Verona e anche dal governatore Luca Zaia, ha scosso la comunità di arrampicatori. In molti si sono interrogati non solo sul significato del gesto, ma anche sull'identità dei responsabili, che con tutta probabilità conoscevano bene l’area e le sue vie di arrampicata, muovendosi con disinvoltura probabilmente dall’alto in corda doppia saltando alcune soste.

Un attacco con un chiaro messaggio: "Climbers Go Home"

La scritta "Climbers go home" riporta immediatamente alla mente un altro episodio avvenuto quest'estate sulle iconiche Tre Cime di Lavaredo. In quell'occasione, il messaggio nato nella penisola Iberica "Tourists go home" riportato in parte a Canale con una calligrafia simile e con la stessa tratto di indelebile nero aveva preso di mira i turisti. Questo slogan, con il suo invito a "lasciare l'area", assume però sfumature diverse quando viene rivolto agli arrampicatori. Non è più un generico “stai lontano” rivolto a chi visita la zona, ma un messaggio specifico: “Sei venuto fin qui? Gira i tacchi e torna a casa perchè qui non scali.”

L'arrampicata è uno degli sport più rispettosi della natura, dove ogni scalatore si sente (o dovrebbe sentirsi) parte del territorio che attraversa e si impegna a preservarlo, è sconvolgente pensare che qualcuno possa arrivare a deturpare una via celebre con un simile gesto di rifiuto.

La prima protezione della via

Cause e significato del vandalismo: siamo davvero a rischio “Over Climbing”?

Dopo il fenomeno dell’Over Tourism tanto discusso nell’estate 2024 stiamo assistendo ora ai risultati di un '“Over climbing”? Questo termine potrebbe indicare la concomitanza di saturazione di vie d’arrampicata e il sovraffollamento sui percorsi e gli accessi, compresi i parcheggi, argomento sempre più spesso discusso nel mondo dell’arrampicata. Alcuni lo vedono come un inevitabile segno dei tempi, in cui l’arrampicata si è diffusa da dopo la pandemia a tutte le palestre cittadine contando centinaia di migliaia di iscritti e più sovrapposizioni di corsi nei fazzoletti di roccia che sono sempre gli stessi, creando disagio negli stessi ripetitori ma non ultimi coltivatori e residenti locali; altri invece lo vedono come un'opportunità.  Ma questo basta a giustificare una reazione così estrema?

Scrive Davide Melchiori: Local, Climber, Istruttore di Alpinismo, della famiglia proprietaria della Parete di Santa Barbara dove si trova la via Mamma li Turchi. Riferendosi ai danni provocati alla falesia Tes-story

Esplorando le origini e il possibile significato di questo gesto, sembra che i motivi vadano oltre il semplice affollamento. "Mamma li turchi" è molto più di una via di arrampicata: è un punto di riferimento per chi si approccia all’arrampicata a più tiri in Valle senza troppi stress essendo ben spittata e non del tutto alpinistica. Più di un centinaio di ripetizioni nel solo primo anno dalla chiodatura ha visto di recente anche esercitazioni dei volontari del soccorso alpino, inoltre l'ex cava di "Nero de Canal" da dove iniziano i primi tiri è di proprietà di una famiglia amica degli apritori. Colpire una via con queste caratteristiche, dunque, potrebbe significare un atto di protesta non solo verso l'affollamento, ma forse anche verso gli apritori stessi e la gestione delle aree di arrampicata in Valle, che alcuni potrebbero percepire come inquinanti o invasive.

Dove si trovava la prima sosta


Vandalismo e dissenso in Val d'Adige: un fenomeno già visto?

Non è la prima volta che in Val d’Adige appaiono scritte controverse. Già in passato, nel 2021, sui tracciati di Profumo di V e nella Falesia degli Amici, sono apparse frasi provocatorie come "I Vaccini Uccidono," sempre in rosso e cancellate rapidamente dai chiodatori. La stessa vernice rossa e lo stesso stile e vernice utilizzata per i nomi delle vie. Una coincidenza? Successivamente tocca alla via Pace senza Confini, 2023 la cui scritta è stata cancellata. Il Camino di Mefisto e la via Nonna Gigia, sempre primavera 2023 sulle placconate sopra Forte Ceraino: spit rimossi ma almeno qui il tassello l'hanno lasciato (qui l'articolo di Orizzonti Dolomitici). Preludio a quello che succederà nel 2024? Più recentemente ad anticipare quello che è stato: furti di soste alla Falesia Undulna e sulla via Per Elisa: qui schiodato solo il primo tiro, ma che tuttavia si può salire trad.

Graffiti alla Falesia degli Amici

Graffitologia su Profumo di V

Graffitologia2 su Profumo di V

La reazione della Comunità: risanare, ripristinare, resistere

L’indignazione è palpabile tra gli appassionati di arrampicata, che si sono immediatamente mobilitati sui social per esprimere il loro disappunto e offrire supporto per ripristinare la via. La comunità non si è fermata alla condanna, ma sta già organizzando iniziative per finanziare il ripristino dei tasselli e delle piastrine, con la speranza di restituire "Mamma li turchi" agli arrampicatori nel più breve tempo possibile.

La relazione originale

Questo episodio di vandalismo è una sconfitta temporanea della comunità arrampicatoria, ma anche un invito a riflettere sulla nostra responsabilità condivisa di proteggere il nostro territorio, le comunità locali e non per ultimo le nostre vie che attirano sempre molti arrampicatori da tutto il nord Italia. La simbologia di un attacco ad una via come "Mamma li turchi" è importante: essendo una delle prime del team di apritori che ha contribuito alla rinascita e alla coltivazione del Fenomeno Tessari, e non essendoci problematiche di nessun tipo con i cittadini di Canale, sta forse alla base di questo attacco codardo e deliberato; ci si augura in questa sede, l’ultimo!

"Chi deturpa una via, forse ha dimenticato cosa significa arrampicare"

Manuel Leorato

Malcesine, Spigolo Bianco (III, 500 m, IV obb.)

Zona: S.Michele (Malcesine)
Sviluppo: 500 m
Esposizione: W
Tempo: 3 h
Difficoltà: III, passi di IV
Discesa: a piedi
Materiale: 5 rinvii, cordini
Protezioni: cordini, fix

Lunga via facile e didattica con fantastico panorama sul Lago di Garda e sulle montagne trentine e bresciane. La si può affrontare per 3/4 in conserva oppure slegati in base alla propria esperienza. La maggior parte della via è di terzo grado, quasi sempre lungo placconate calcaree molto lavorate e ricchissime di buchi e clessidre. Numerosi cordoni in clessidra e bolli ad indicare la via, che solo nella prima parte risulta un po' disturbata da terra e lecci. Nel tratto terminale, quando lo spigolo si sdoppia, si attraversa verso destra in una zona di roccia a cubetti (2 spit), segue nuovamente lo spigolo fino al famoso camino chiave di IV, sosta a spit. Dopo un breve tiro con sosta su pulpito super panoramico si continua ancora in cordata per superare l'ultima placca lavoratissima e di movimento (IV) fino alla sosta terminale ancora a spit. 

Accesso:
Partendo da Malcesine, si sale a San Michele (stazione intermedia della Funivia). Dal parcheggio sterratosi sale per qualche metro in direzione Monte Baldo e si prende il sentiero che scende a destra in direzione San Maggiore.
Passare vicino alla chiesetta di San Michele e continuare a scendere finchè non si esce dal bosco. Scendere lungo la breve discesa asfaltata, superare l’incrocio e subito dopo prendere il secondo sentiero a sinistra in salita. Poco dopo si trovano dei segni rossi sulla sinistra che indicano il percorso lungo un ghiaione prima ed un canale poi fino all’attacco della via. 40 minuti.

Discesa
Risalire il ripido bosco seguendo i nastri arancioni sugli alberi, si entra in una breve grotta-arco naturale e si arriva quindi sulla mulattiera che sale sul Monte Baldo in prossimità del Col dei Piombi. Seguirla in discesa per circa 40-50 minuti per ritornare al parcheggi della funivia.


Lungo lo spigolo

Il camino


Panoramica penultima sosta su pulpito

La grotta da attraversare..

..per giungere al Col dei Piombi

Col dei Piombi


giovedì 31 ottobre 2024

Val d'Adige: arrampicare a Mama di Sopra (Avio)

Riceviamo e pubblichiamo volentieri dall'apritore Daniele Fozzato le sue opere verticali realizzate tra il 2013 e il 2014 sulla fascia rocciosa appena sopra la frazione di Mama di Sopra, a sud di Avio (Trento). La roccia in questione non è famosa per essere particolarmente solida, motivo deterrente questo  alla totale assenza di vie in questa area. Una piccola curiosità è che la la Madonnina posta sullo sperone roccioso antistante le torri è stata istallata molti anni addietro dal mago del friabile Giuliano Stenghel; e famosa fu la sua frase "..qui non si può fare niente" riferendosi alla friabilità della roccia e al fatto di aprirci delle vie. Gli apritori hanno preso quindi un po' come una sfida personale il fatto di tracciare dove lo Stenghel non si sarebbe sognato di metter mano. Le vie al giorno d'oggi soffrono un po' la scarsa frequentazione e la ricrescita inevitabile della vegetazione tipica delle basse quote; nonostante ciò i tracciati sono stati ben ripuliti dalle scaglie instabili per una ripetizione ed attrezzate totalmente a spit. Settore consigliabile quindi solo alle cordate più curiose e con esperienza su questo tipo di terreno.

Aggiungiamo noi che  su una torre staccata posta più a destra di quelle sotto citate, denomitata Torre dei Becchi (top. proposto) è stata tracciata nel 2020 la Via dei Cordapiattisti dalla cordata Leorato-Confente (IV+, 190 m, 5L). La relazione tuttavia non è mai stata resa pubblica per l'estrema friabilità della roccia e il troppo lavoro di pulizia che sarebbe richiesto per renderla presentabile.



1. VIA ORME DEI CAINI
Pilastro “Fede”(toponimo proposto). 
Sviluppo: 70 Mt. 
Diff. 5°+/un passo di 6°.
Apertura: Fozzato Daniele, Lazzari Omar, Polati Enzo. 
Finita il 26/03/2014
Materiale: NDA, via completamente a spit.
Esposizione SE.
Prima ripetizione: Martinello Renzo e Polati Enzo.

Accesso:
Uscire dall’autostrada A22 ad Ala-Avio e prendere la direzione Sud, (Verona).Dopo circa 6 km. e avendo superato la borgata di Dazio,entrare in una stradina a destra evidenziata da un grande capitello all’angolo dedicato alla Madonna della corona, superare poi il ponticello sul canale Biffis, prendere la carrareccia in direzione Nord e parcheggiare con attenzione senza
intralciare il passaggio(siete in proprietà privata) nei pressi di un capanno con attrezzi agricoli sul bordo del canale. Seguire a piedi la stradina verso Nord costeggiando il vigneto. Entrare al primo slargo tra una piantagione e l’altra e in fondo si trova un segnavia di riferimento a sinistra rasente al pendio, e a seguire poi, bolli rossi nel bosco. Il sentiero che sale verso Sud è poco evidente ma si incontreranno avanzando bolli rossi fino all’attacco delle vie. Si passa nei pressi di una trincea della prima guerra scavata nella roccia, si piega a sinistra e salendo gradatamente ci si avvicina all’attacco. La “Orme dei Caini” è la prima  che si incontra. 

Descrizione:
L1: Salire in opposizione per una decina di metri il camino fin dove si allarga e passare quindi sulla parete di sinistra proseguendo poi verticali si giunge al terrazzino con sosta 5°+/5°, 25 Mt.
L2: Sopra la sosta si aggira un masso alla sua destra proseguendo poi gradatamente a sinistra per una rampa si giunge alla seconda sosta alla base del diedro verticale.4°+/5°, 20 Mt.
L3:Affrontare direttamente lo splendido diedro uscendo così sulle rocce finali e più su la sosta .5°+/un passo di 6°, 25 Mt.

Discesa: In corda doppia dalla via.

Orme dei caini, lo splendido diedro finale

2. VIA VOLO D'ANGELO
Pilastro “Speranza”(Toponimo proposto). 
Sviluppo: 65 Mt circa. 
Diff. 4+\5°il primo tiro, poi A1 i successivi.
Apertura:Fozzato Daniele, Lazzari Omar, Polati Enzo. 
Finita il 30/11/2014
Esposizione: SE.
Materiale: NDA più il set da artificiale. Via completamente a spit. Può essere
utile qualche friend medio.
Prima ripetizione: Diego Filippi 18-12-16

Accesso: Uscire dall’autostrada A22 ad Ala-Avio e prendere la direzione Sud,(Verona).Dopo circa 6 km. avendo superato la borgata di Dazio,entrare in una stradina a destra evidenziata da un grande capitello all’angolo dedicato alla Madonna della corona, superare poi il ponticello sul canale Biffis, prendere la carrareccia in direzione Nord e parcheggiare con attenzione senza intralciare il passaggio(siete in proprietà privata)nei pressi di un capanno con attrezzi agricoli sul bordo del canale. Seguire a piedi la stradina verso Nord costeggiando il vigneto. Entrare a sinistra al primo slargo tra una piantagione e l’altra e in fondo si trova un segnavia di riferimento a sinistra rasente al pendio, e a seguire poi, bolli rossi nel bosco. Il sentiero che sale verso Sud è poco evidente ma si incontreranno avanzando bolli rossi fino all’attacco delle vie. Si passa nei pressi di una trincea della prima guerra scavata nella roccia,si piega a sinistra e gradatamente ci si avvicina all’attacco. 

Descrizione:
L1:Un pilastro appoggiato a forma piramidale dopo “ Orme dei Caini” indica la via di salita. Affrontare direttamente il camino al suo interno fino ad un pulpito. Eventuale sosta. 4+\5°. Continuare poi direttamente puntando al diedro superiore strapiombante,superandolo cosi si arriva alla “seconda” sosta (sosta scomoda). Inizio 5+ poi A1, 20 Mt.
Nota: La prima sosta, si può saltate, ma è comoda per una visione diretta sul primo di cordata.
L2: Seguire interamente il diedro svasato verticale che caratterizza tutto il tiro, si giunge così alla ”terza” sosta. A1, 13 Mt.
L3:Procedere verticali, uscendo dallo strapiombo poi verso destra su difficile placca fino all’ultima sosta, tratto di 6+ oppure A1, 20 Mt
L3: variante Omar: Dalla seconda sosta si sale ora verso sinistra delicatamente poi su verticali, uscendo cosi dalle difficoltà e arrivando all’ultima sosta. 4+/5, 15 Mt.

Discesa: In corda doppia dalla via.

Volo d'angelo, terzo tiro

Volo d'angelo, secondo tiro

3. VIA FATHER AND SON
Pilastro “Speranza”(toponimo proposto). 
Sviluppo: 80 Mt. 
Diff.5°+/6°+/ passi di A0.
Apertura:Fozzato Daniele,Giammetta Andrea,Lazzari Omar. 
Finita il 6/01/2013
Materiale: NDA, Via completamente a spit.
Prima ripetizione:Bazzani Paolo e Garonzi Nicola.
Esposizione: SE

Accesso:
Uscire dall’autostrada A22 ad Ala-Avio e prendere la direzione Sud, (Verona).Dopo circa 6 km. e avendo superato la borgata di Dazio,entrare in una stradina a destra evidenziata da un grande capitello all’angolo dedicato alla Madonna della corona, superare poi il ponticello sul canale Biffis, prendere la carrareccia in direzione Nord e parcheggiare con attenzione senza intralciare il passaggio(siete in proprietà privata) nei pressi di un capanno con attrezzi
agricoli sul bordo del canale. Seguire a piedi la stradina verso Nord costeggiando il vigneto. Entrare a sinistra al primo slargo tra una piantagione e l’altra e in fondo si trova un segnavia di riferimento a sinistra rasente al pendio, e a seguire poi, bolli rossi nel bosco. Il sentiero che sale verso Sud è poco evidente ma si incontreranno avanzando bolli rossi fino all’attacco delle vie. Si passa nei pressi di una trincea della prima guerra scavata nella roccia, si piega a sinistra, e gradatamente ci si avvicina all’attacco. 


Descrizione:
L1: Si affronta un canalino verticale friabile. Uscire verso destra, seguire una serie di placche alternate da brevi tratti erbosi( delicato).L’ultima placca verticale porta al terrazzino con sosta 4+/5+, 30 Mt.
L2: Il tratto chiave, inizia uscendo da un piccolo strapiombo, seguendo poi la difficile fessura/camino che caratterizza tutto il tiro, si giunge così alla seconda sosta.6+/ passo di A0, 20 Mt.
L3:Si sale seguendo la fessura di sinistra del grosso masso incastrato portandosi poi alla sella che collega i due pilastri. Proseguire verticalmente su roccia friabile seguendo gli spit per circa 15 metri piegando poi a sinistra fino alla sosta(Si può salire al prato finale ma con estrema cautela).4+/5+, 30 Mt.

Discesa: In corda doppia dalla via.

Father and son, sosta del primo tiro 


Father and son, secondo tiro


4. VIA SENTINELLA
Pilastro “Carità” (toponimo proposto). 
Sviluppo: 60 Mt. 
Difficoltà: 5°+/ passi di 6°+ A0.
Apertura: Fozzato Daniele e Lazzari Omar. 
Finita il 09/02/2014
Materiale: NDA, Via completamente a spit.
Esposizione NE

Accesso:
Uscire dall’autostrada A22 ad Ala-Avio e prendere la direzione Sud, (Verona).Dopo circa 6 km. e avendo superato la borgata di Dazio,entrare in una stradina a destra evidenziata da un grande capitello all’angolo dedicato alla Madonna della corona, superare poi il ponticello sul canale Biffis, prendere la carrareccia in direzione Nord e parcheggiare con attenzione senza intralciare il passaggio(siete in proprietà privata) nei pressi di un capanno con attrezzi agricoli sul bordo del canale. Seguire a piedi la stradina verso Nord costeggiando il vigneto. Entrare a sinistra al primo slargo tra una piantagione e l’altra e in fondo si trova un segnavia di riferimento a sinistra rasente al pendio, e a seguire poi, bolli rossi nel bosco. Il sentiero che sale verso Sud è poco evidente ma si incontreranno avanzando bolli rossi fino all’attacco delle vie. Si passa nei pressi di una trincea della prima guerra scavata nella roccia, si piega a sinistra e gradatamente ci si avvicina all’attacco. L’Attacco si trova alle spalle della Madonnina. Sosta di partenza su un grosso masso di fronte alla via.

Descrizione:
L1: dal diedro chiuso uscire a sinistra e salire poi verticalmente fino sotto la zona strapiombante piegando a destra per una piccola rampa. Infine la difficile placca verticale vi porta al terrazzino con sosta 5/5+/ passo di 6+/A0, 25 Mt. Circa.
L2: Dalla sosta salire a destra un diedrino al termine del quale una delicata placca attraversa decisamente a sinistra facendovi uscire cosi dal tratto impegnativo. Ancora verso destra per piccoli pilastrini, poi su verticali si giunge alla sosta finale. Passo di 6/A0,35 Mt. Circa.

Discesa: In corda doppia dalla via.

La Madonnina posizionata da Stenghel di fronte al Pilastro Carità


lunedì 7 ottobre 2024

Parete di Sanico: Let's Dance (VII, 275 m, VI obb.)

Zona: Parete di Sanico
Sviluppo: 275 m, 8L
Esposizione: E
Tempo: 3 h
Difficoltà: VII (R2)
Discesa: a piedi
Materiale: 12 rinvii
Protezioni: cordoni, chiodi


Arrampicata classica con tratti atletici e tecnici su bella roccia lavorata a lame e scannellature su questa parete dall'aspetto poco attraente: solo 3 fix di passaggio su tutta la via se non si contano quelli presenti sui primi due tiri che derivano dalle interferenze della sottostante falesia. A detta di molti è la via più bella (e pulita) della parete, aperta dalla guida Stefano Michelazzi assieme ad Eleonora Lavo il 20 febbraio 2016.  Purtroppo la zona versa in uno stato di semi abbandono lato attrezzatura (cordoni vecchi) e sentieristica in parte cancellata dalle piogge e dal tempo: meriterebbe maggiore manutenzione da parte, udite udite, dei "ripetitori"...per preservarne la selvaggia bellezza. Soste su clessidre e spuntoni alcune delle quali a fix. Sui tiri presenti numerosi cordoni in clessidra ormai vecchi e pochissimi chiodi, la maggior parte dei quali sul tiro chiave. Necessaria serie di friend fino al n°3 BD. Prestare attenzione inoltre a non far cadere massi appoggiati, presenti inevitabilmente nelle zone più abbattute.

Accesso:
Raggiunto il borghetto di Sanico (BS), proseguire lungo la strada con passaggio stretto fra le case e poi in piano fino a una sbarra a destra, dove si lascia l’auto.
Continuare lungo la strada stretta fino a una proprietà privata, salire il sentiero a sinistra (indicazioni CAI). Seguendo i vari ometti e corde fisse fino alla base della falesia Giardino di Dallas (N 45.6608 - E 10.6038).
La via attacca sull'estremità sinistra della falesia, sulla verdicale di due bei diedri (cordoni) e sulla destra di Melissa Slimoncella. (20 min.)

Descrizione:
L1 Salire il diedro di sinistra, alcuni spit intersecano la linea, ad una zona abbattuta sostare su spuntone o clessidre. V, 35 m
L2 Tiro "cinghialoso" di trasferimento attraverso il canale fino ad un anello. 20 m
L3 Bella lama verso destra (ignorare gli spit), diedro cordonato con uscita delicata, sosta su spuntone a sx VI+, 15 m
L4 Fessure in verticale, tiro spettacolare VI 35 m
L5 Partenza delicata e poi sequenza di balze VI, 40 m
L6 Partenza in traverso e poi balze e placca da spalmo (fix) VI, 35 m
L7 Placca con fessura che poi finisce (fix) paretina inspiegabilmente piena di chiodi, poi diedro giallo VII, 40 m
L8 Facile canale-crestina con rigole impressionanti III-II, 60 m

Discesa: 
Al termine delle difficoltà si traversa a destra fino ad una nicchia con il libro di via. Seguire gli ometti verso destra e che conducono prima in traverso poi in discesa ad un canale (attenzione fondo smosso). Arrivati ad una fissa si passa nella caratteristica fessura con cancelletto. Continuare per tratto con cavo metallico in discesa prima e poi in leggera salita fino alla base della falesia. Da li a ritroso. (40 min.)


Let's Dance sx, Barbudos dx (Ph credits Gardaclimbing)


La discesa

Ultimo facile tiro

Crux


L4








lunedì 30 settembre 2024

Monte Cengio, Via Signor Kapriz (6b+, 200 m, 6a+ A0 obb.)

Zona: Monte Cengio
Sviluppo: 200 m, 6L
Esposizione: E
Tempo: 2 h
Difficoltà: 6b+
Discesa: a piedi
Materiale: 16 rinvii, cordini
Protezioni: fix e chiodi

Via aperta dal prolifico Mario Schiro e compagni nel 2022; la roccia è il calcare ottimo del Cengio e la linea molto logica che si sviluppa tra le vicine Centenario e Progetto Futuribile.  Nei tratti impegnativi la chiodatura è sportiva a fix mentre nel facile ci sono dei chiodi segnavia, si consiglia di integrare quindi con qualche cordino. Nel complesso da non sottovalutare e non paragonare alle altre recenti vie facili di questo settore: è adatta sicuramente a chi già si muove con disinvoltura sul 6a+. Il Signor Kapriz è il caprone selvatico che ogni tanto si vede (e si odora) all'uscita delle vie del Cengio.

Accesso:
Dal piazzale del Rifugio il Granatiere prendere in discesa il sentiero 647 della Val Cengiotta. Giunti alla base delle rocce si costeggiano verso est oltrepassano gli attacchi di varie via. Oltrepassata Metamorfosi una traccia con ometto in salita permette di superar lo zoccolo, la via attacca pochi metri a destra dello spigolo posto sulla destra destra della via Centenario.

Descrizione:
L1 Facile spigolotto integrabile con qualche cordino in clessidra; partenza un po’ più impegnativa del resto. V, IV+ 30 m
L2 Bellissime lame che terminano con un trasferimento erboso sulla destra. IV, III 35 m
L3 Bel diedro di soddisfazione e di movimento. IV, VI+ 35 m
L4 Diedro chiuso da un tettino che prevede uno spostamento di spalmo verso sinistra, poi ancora in diedro con uscita difficile a dulfer, sosta a destra. 6a+, 6b+ 35 m
L5 Breve tiro di raccordo su rocce abbattute verso destra. IV, III 20 m
L6 Ancora diedro inizialmente facile, con uscita leggermente strapiombante. Sosta a destra, libro di via. V+, 6b 35 m

Discesa:
Dall'uscita della via tenere la traccia sulla destra fino ad una trincea che porta al sentiero di arroccamento più in basso. Seguirlo passando alcune gallerie fino al piazzale del Rifugio. 15 min.


L4

L2

L3

L1



lunedì 23 settembre 2024

Rifugio Denza: Cresta dei Poz Alt (670 m, IV+)

Zona: Presanella
Sviluppo: 670 m
Esposizione: N-E
Tempo: 4 h
Difficoltà: IV+
Discesa: via normale
Materiale: singola e rinvii
Protezioni: clessidre forate, fix
Relazione seguita qui

La cresta  Nord Est della Cima dei Pozzi con i suoi 27 tiri e 670 metri di sviluppo è stata salita per la prima volta nell'agosto 1952 da U. Redolfi e P. Voltolini e presenta difficoltà di IV+. Il percorso è stato attrezzato e disgaggiato per favorire la ripetizione con ottica decisamente plaisir da Dezulian (Rifugista del Denza) e compagni tra luglio e agosto 2023 a distanza di 71 anni dall'apertura. Per una ripetizione sono inutili i friend se non per scopi didattici; corda singola da 60 m e scarpette da avvicinamento. Informarsi, durante le mezze stagioni, se sgombra da neve.
Nobilissimo ed ammirabile il gran lavoro fatto su questa via ma a mio umile parere e gusto personale sono un po' eccessive le numerose clessidre forate sparse su tutto il percorso. 
Attenzione! Specialmente negli anni a venire verificare tutti i nodi delle soste prima di appendersi: sono chiusi con nodo galleggiante e le cime non sono state impiombate: gli anni il nastro adesivo salterà via e si sfilacceranno fino ad andare in battuta al nodo.

Accesso: dal park del Forte Pozzi si segue il sentiero per il Denza. Da li per il lago Denza per sentiero 234 in direzione del passo dei Pozzi dove attacca la via nei pressi della Targa. 2 ore, 730 m di dislivello positivo.
Attenzione! La strada carreggiabile per il Forte Pozzi Alti dove si parcheggia, sebbene non esplicitato, sarebbe a senso unico: la mattina per chi sale il pomeriggio per chi scende. E' sconsigliabile salirla di pomeriggio per seri problemi nel dar spazio: mancanza di guardrail pendii molto ripidi e tornanti.

Descrizione:
Senza descrivere tiro per tiro conviene riassumere la via in 3 sezioni, in modo da capire quando proseguire a tiri e quando conviene in conserva.

Prima parte (270 m, 1 passo di IV+)
I primi dieci tiri (unibili in 5) si svolgono principalmente sul lato destro (nord) della cresta. Si arrampica su muri e diedri divisi da ripiani terrosi. Il chiave della via è una fessura verticale con uscita terrosa; è presente un cordone per eventuale azzero. 

Seconda parte (380 m, III e IV)
Si prosegue lungo il facile filo di cresta fino ad aggirare dei gendarmi sulla sinistra. In questo punto conviene fare tiri da 30 m visto l'andamento tortuoso della via via. In brevi punti si disarrampica e nei pressi del tiro 15 è presente una via di fuga contrassegnata da targhetta metallica.

Terza parte (150 m, II)
Dopo un altro tratto di disarrampicata si passa in modalità conserva aggirando la falsa vetta ad ovest e proseguire per terreno molto facile fino al termine della via in vista della vera vetta con croce.

Discesa: Se non si prosegue per la vera vetta con la croce, si seguono i numerosissimi bolli che, prima per terreno ripido (corda fissa), e poi per pietraie e macereti riconducono al Rifugio Denza. 1 ora totale.

Foto da Gulliver.it