martedì 30 aprile 2024

"Partigiani sul Pastello": una via dedicata alle vittime e alle vicende di questa montagna

La via è dedicata ai protagonisti dell'operazione, tuttavia mai realizzata, ideata dal "Conte di Serego" che prevedeva di sabotare la ferrovia facendo esplodere parte della montagna. Il piccolo nucleo indipendente di uomini mal equipaggiati che si muoveva tra Monte, Cavalo e Dolcè a seguito di delazione e rastrellamento fu catturato. Tre degli esponenti principali furono torturati barbaramente dai Nazifascisti e deportati a Mauthausen, solo uno sopravvisse. Il capogruppo, ex carabiniere, Giobatta Vivaldi fu fucilato il 14/11/1944. La via prende il nome dall'articolo dello storico Olindo Domenichini pubblicato sull'Annuario Storico della Valpolicella 2011-2012.

Zona: Monte Pastello 1.128  m, 

Esposizione: W

Apritori: Confente, Sganzerla, Gaspari, Leorato, Dal Pozzolo

Sviluppo: 190

Tempo previsto: 3 h

Max: V, VI+ passi

Materiale: NDA, friends medi e grandi

Roccia: ottimo calcare


Via interessante, non molto esposta rispetto alle sorelle vicine, dopo un primo tiro semi-sportivo successivamente assume un carattere più alpinistico. La roccia è un bel calcare grigio compatto che alterna placche, diedri e lame. Tutte le soste sono a spit. Protezioni a chiodi e clessidre, tuttavia una scelta di friend e qualche cordino potrebbero tornare utili. Bellissima vista sul vicino Pilastro Centrale che da qui si mostra nella sua imponenza.



Note:

Il primo tiro è stato aperto nell’inverno 2017-2018 da C.Confente e L.Sganzerla.

La via è rimasta tale fino al 2021 quando L.Gaspari-S.Zampini incuriositi dagli spit hanno risalito il primo tiro e non trovando prosecuzione hanno proseguito a friend il camino sulla destra (ora secondo tiro della via “Giochi estivi”) per poi uscirne sulla sinistra e calarsi da una pianta (scritta Gaspari-Zampini ancora visibile). Nel 2022 L.Gaspari ritorna con C.Confente, trovando il camino già chiodato proseguono per placche sulla sinistra ed effettuano un aereo traverso sempre verso sinistra fino ad un camino sbarrato da una pianta. Nell'aprile 2024 L.Gaspari, M.Leorato e D.Dal Pozzolo proseguono oltre il massimo punto raggiunto in precedenza guadagnando l'uscita.


Accesso:

700 metri prima di Forte Masua arrivando da Cavalo (frazione di Fumane, VR) prendere una strada sterrata sulla sinistra in località Molane (880 m), palina CAI del sentiero Molane-Dolcè. Parcheggiare al bivio o seguire brevemente la sterrata fino alla sbarra con slargo. Si segue il sentiero CAI in discesa prima per pascoli, poi per faggeto. Poco dopo aver oltrepassato un cancello per il pascolo si trova un cartello naturalistico sulla sinistra, abbandonare quindi il sentiero CAI che scende ripido e prendere la traccia sulla sinistra. Questa mantiene la quota per poi perderla brevemente nei pressi di un vecchio fronte di cava. Oltrepassato un vecchio rudere si continua in piano e poi in leggera salita fino a scavalcare una sella. Da qui sempre mantenendo la quota, oltrepassata una radura ci si trova alla base dello spigolo. 

Costeggiare tutto il grande zoccolo verso sud, arrivando così con un’ultima salita terrosa alle placche di attacco della via delle Quaranta Galee. Proseguire verso sud ed oltrepassare il Pilastro Centrale. Poco oltre, tra il grande camino del pilastro e la parete gialla sulla destra si trova l'attacco della via, cordone e nome alla base. (50').


Relazione :

L1 Primi metri per facili balze fino al chiodo sopra alla cengia. Rimontare quindi e traversare in diagonale verso sinistra, segue placca di decisione verso destra. Verticalmente fino alla sosta sopra una grossa lama. Diversi fix e chiodi. 5c, 1 passo di 6a+ obbligatorio. 30 m. Tiro aperto nel 2017 da Confente-Sganzerla.

L2 Subito placca e poi diedro fino al passo difficile nel rimontare sulla cengia. Chiodi. VI 25 m

L3 Traverso orizzontale su cengia. Primo 1 passo di V+ poi III. Chiodi e 1 fix. 20 m.

L4 Traversare ancora leggermente verso sinistra abbassandosi poi approcciare il camino e rimontare la pianta sulla sinistra (stretto per lo zaino). Una volta dentro il camino si scala in verticale sulla su faccia di destra. Sosta scomoda su piccolo pulpito sulla destra. 1 fix, chiodi e clessidre. VI, 25 m 

L5 Sequenza di due risalti rocciosi non banali a cui segue una cengia erbosa da rimontare fino alla sosta nei pressi della grossa quercia. Chiodi e clessidre. V, 20 m 

L6 Sequenza di facili balze separate da cengetta erbosa fino ad un un bel diedro fessurato con finale strapiombante per uscire su un pulpito. Chiodi e cordini. VI 25 m

L7 Si prende la fessura da friend medio-grandi uscendo sulla destra e la si segue fino al termine uscendo in cengia sulla destra. Diversi chiodi presenti ma posizionati in punti nascosti. 20 m VI

L8 Verticalmente per muretti articolati fino alla cengia dove si trova il libro di via. Chiodi e cordini. 25 m V.


Discesa

Risalire il bosco (ometti) fino ad una una traccia che conduce a destra (sud) fino ad una radura. Costeggiarla in salita sbucando su una seconda più ampia e continuare sulla traccia, individuare un primo albero isolato in mezzo al prato e lasciarselo alla sinistra quindi continuare sulla destra nel bosco (ometti) per traccia fino al tornante della forestale. Scendere lungo questa oltrepassando ad un certo punto un cancello fino a raggiungere l’auto (30').


Lodovico sul Traverso





martedì 2 aprile 2024

Nuova via sulla Parete di Volargne: Macine ai Cocai (VI, 170 m, V+ obb.)

Zona: Chiusa di Ceraino
Sviluppo: 200 m
Esposizione: SW
Tempo: 3 h
Difficoltà: VI (V+ obb)
Discesa: doppie
Materiale: mezze corde, friend medi


"Di uccellini e uccellacci ne abbiamo visti tanti nelle nostre scorribande verticali in Valdadige..ma scalare in Valle con i gridi dei gabbiani probabilmente lo si può provare solo in Chiusa.."

Da tempo facevamo l'occhiolino, passandoci sotto in auto, a questo grande e logico diedro sulla paretona di Volargne: unico punto debole di questa parete così repulsiva e al contempo il maggior sviluppo essendo il suo andamento diagonale. L'unica cosa che ci ha sempre bloccato? La rigogliosa vegetazione presente: dei veri e propri giardini pensili; fino a quando i tempi non sono stati maturi per rompere gli indugi. La via è prettamente alpinistica ma ben protetta, aperta nella primavera-estate 2023 dal basso in più riprese da Christian Confente, Manuel Leorato e Riccardo dalla Brea; le protezioni sono clessidre e chiodi, fix utilizzati solo nei punti di sosta e su L7 non chiodabile in sicurezza altrimenti. Arrampicata sul calcare oolitico tipico della sponda sinistra idrografica della Chiusa di Ceraino, la roccia è discreta nelle prime 2 lunghezze nonostante la meticolosa pulizia può risultare umida dopo pioggie recenti, poi man mano che si sale la qualità migliora fino ai muri compattissimi degli ultimi tiri. 

"Cocai" è il nome onomatopeico con cui vengono chiamati i gabbiani in dialetto veneto, questo nome in omaggio alla loro presenza che ci ha sempre accompagnato durante le giornate di apertura, altro unicum di questa bellissima gola nella parte più meridionale della Valdadige: la coesistenza di gabbiani e camosci a distanza di pochi chilometri in linea d'aria. 


Accesso: parcheggiare nell'ampio parcheggio sulla destra della chiesa di Volargne (fontana per acqua). Scendere sulla pista ciclabile che costeggia l'Adige (Ala di Marmo). Percorrerla verso nord per 500 m ed entrare con attenzione dentro ad un grande tubo di scolo-sottopassaggio sulla destra aiutandosi tenendosi al parapetto, attenzione. Risalire il ghiaione verso sinistra e seguire gli ometti sotto parete, oltrepassato l'attacco del Colpo dello Scorpione seguire un sistema di cenge sotto parete che porta da una rampa con fettuccia blu corrimano che indica l'attacco della via nei pressi di una rampa-diedro. 15 minuti.


Relazione:
L1: Rampa-diedro fino a sostare su grosso albero. Roccia delicata. 20 m IV
L2: Rimontare il leccio, traversare verso destra fino a prendere la rampa, risalirla con passi su placche e un diedrino fessurato fino a sostare su piccola cengia. 30 m III-IV.
L3: Ancora su rampa ascendente sotto alla larga fessura e con brevi risalti fino a sostare su comoda cengia erbosa. 20 m III-IV.
L4: Placca tecnica ascendente dove compare qualche goccia fino al suo termine dove si trasforma in un camino verticale, risalirlo (cordoni). Sosta su piccola cengia rocciosa. 25 m V+.
L5: Attraversare a destra e rimontare la placca tecnica verticale fino al boschetto, sosta sulla sinistra. 20 m VI (1 passo).
L6: Traversare la cengia verso sinistra, risalire un breve diedrino fessurato che conduce ad un ampio e facile camino abbattuto, sosta sotto al grande camino nei pressi di un fittone. IV-III, 20 m
L7: Risalire il camino sfruttando la liscia placca di sinistra (5 fix). All'uscita rimontare dei massi incastrati (Attenzione!) e sostare su una cengia sulla destra. 20 m 6a.
L8: Seguire la lama a dulfer di IV+ (cordoni) oppure la bella placca sulla destra V+ (cordini e 1 chiodo). 15 m totali, sosta su pulpito panoramico (fix + fittone)
 
Discesa: Rientro in doppia dalla via possibile da tutte le soste con brevi calate, l’ultima evitabile calandosi da S2 direttamente a terra (mezze corde). S8-S6, S6-S5, S5-S4, S4-S2, S2-Terra. Possibili anche 3 calate rapide fuori via, che si prendono dalla cengia che va verso destra da S5, la prima delle quali strapiombante: moschettonarsi (presente un cordone e un chiodo).





In apertura su L7




In apertura su L2