Sviluppo: 300 m
Tempo: 4 ore
Esposizione: E
Difficoltà: 6b (6a obb.)
Materiale: singola 60m, 12 rinvii (escluse varianti alpinistiche)
Apritori: Brighente, Confente, Leorato
(Ott.2017-Gen.2019)
Tutti i sogni prima o poi si avverano, basta crederci! Il nostro era quello di realizzare una salita nella Valdadige veronese che parta dalla fascia basale e sbuchi sul crinale superiore, in perfetta concezione alpinistica, anche se attrezzata in stile moderno a fix. Ad onor del vero già due anni fa con "Balla coi Becchi" avevamo dato vita ad un itinerario simile e super logico a Canale, ma problemi di accesso ci hanno fatto optare per la non pubblicazione della prima metà della via. Ora grazie alla collaborazione e al fiuto del "Marione" siamo riusciti a realizzare questa linea, invisibile fino ad oggi, che percorre placche, diedri e fessure con bellissima continuità e poche brevi cenge. Questi elementi la contraddistinguono dalle storiche vie sulla destra (Avalon, New Age..), che morivano su un grande cengione sottostante all'ultimo risalto, costringendo ad un poco intuitivo rientro in doppia, penalizzandone così le ripetizioni e facendole versare in uno stato di semi abbandono (recentemente le uscite di queste vie sono state "prolungate" fino ad uscire sul crinale).
Il "Leone di Nemea" è il mostro invulnerabile della mitologia Greca, combattuto da Ercole in una delle sue 12 fatiche, fatica che ha visto complici noi tre apritori per più di un anno per riuscire a sconfiggerlo e per dissolvere le nebbie che hanno nascosto da sempre questa linea meritevole e logica che stava li da tempi immemori, probabilmente la più lunga della Valdadige Veronese, in attesa solo di essere scalata.
Particolarità di questa via sono le diverse possibilità di uscita. Oltre al tiro originale a fix sulla placca vi sono altre due varianti alpinistiche che corrono sulla cosiddetta "Recia" che vi troverete davanti quando arriverete sulla gran cengia, al termine di queste varianti vi troverete direttamente alla sosta di partenza di L10, tiro eventualmente da unire.
1. Fessura Sinistra (M.Stefani in solitaria): fessura dulfer (25 m VII), lasciati due cordoni in loco, utile serie di friends fino al n° 2 BD.
2. Uscita diretta: (Leorato-Confente): fessura larga e lineare (20 m VII), salibile con friend fino al 5. Lasciati tre chiodi e una clessidra.
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Accesso:
Dal parcheggio di Tessari prendere il sentiero che scende dal Trapezio, una volta arrivati sopra ad esso si stacca una traccia con ometti (grande masso con bollo) che porta rapidamente alla base delle bastionate (Nebbie di Avalon ecc) .Una volta sotto alla parete costeggiarla verso sinistra sud (Ometti) brevemente fino a giungere in una ex cava, sul bordo sinistro della cava dalla quale partono i fix della via, nome alla base. (20 min)
L1: salire la facile placca (ex parete della cava) traversando poi verso destra; continuare successivamente sulla verticale verso un diedro molto aperto. La roccia è caratterizzata da strati orizzontali che offrono buoni appigli ed appoggi. La sosta si trova su un piccolo pulpito raggiungibile traversando nuovamente verso destra alla fine di un diedro. 5c, 5b (30m) 5 spit, 1 clessidra.
L2: affrontare la partenza verticale sulla sosta aiutati da una grande lama raggiungibile una volta alzati di qualche metro. Finita la verticalità puntare il leccio verso sinistra fino giungendo ad una comoda sosta su un altro grosso leccio. 5b, 3 (20m) 2 spit.
L3: salire la placca lavorata, che è più facile, e ammanigliata se affrontata tenendo la destra. Qui il primo tratto chiave della via che consiste in un traverso breve ma piccante verso sinistra. Proseguire poi diritti fino alla base della parete successiva. 5c, 6b (25m) 6 spit.
L4: la progressione continua tenendo la destra attraverso una bella placca per poi rimontare su uno spigolo facile che termina alla base di un evidente dietro monolitico. La sosta è a fianco di un singolare olivo. 5a, 5b, 3+ (35m) 4 spit, 3 chiodi.
L5: tiro molto estetico che affronta un bel diedro ammanigliato e addomesticabile, nonostante si senta le verticalità. Qui troviamo il secondo passaggio chiave della via, qualche spit prima della sosta. 6a, 6b (30m) 10 spit.
L6: continuare il tiro nel diedro che poi si apre e si appoggia. In corrispondenza del tratto dove la roccia è meno sana salire a destra su un pilastrino molto solido per poi arrivare alla comoda sosta. 5c, 5a, 3 (40m) 4 spit.
L7: proseguire dritto sul pilastro che si ha di fronte per poi obliquare a sinistra su roccia molto lavorata puntando alla base di un evidente diedro. 4b, 4a (35m) 4 spit, 2 clessidre.
L8: salire il diedro con decisione in quanto gli appigli ci sono ma è necessario usare bene i piedi. Le difficoltà si concentrano in qualche passaggio per poi arrivare ad una cengia e raggiungere la sosta sulla destra. 5c, 6a+, 2 (30m) 4 spit, 1 clessidra.
L9: traversare a destra per 7-8 m, ed attaccare la bellissima placca che poi offre una lama molto netta che agevola il passaggio. Sostare sulla ferrata + golfaro. 6b, 5c+ (25m) 5 spit.
L10: proseguire a sinistra seguendo la ferrata fino all’attacco di un’evidente fessura, salirla con logica fino ai lecci e poi per facili roccette fino al fine via. 5a, 3(30m) 2 spit, 1 clessidra.
Discesa:
Scendere per sentiero in direzione Forte S. Marco fino alla forcelletta tra la Bastionata del Talian e il Cordespino, qui per lieve traccia e ometti si scende evitando tutte le deviazioni che conducono verso destra (Falesia Talian) e verso sinistra (Falesia Lo Specchio). Rimanere sempre in centro canale fino ad una breve corda fissa, giunti all'ampio bosco scenderlo fino al ghiaione, scendere tutto il ghiaione nuovamente fino al bosco fino a incrociare il sentiero CAI n°71 che proviene dalla Roda del Canal e ricondurrà verso sinistra -nord al parcheggio. (40 min)
Note: prima ripetizione di M. Stefani in solitaria