lunedì 27 febbraio 2017

Via della Livera e Bella Gioia

Pubblico il racconto inviatomi da Christian sulla doppia prima ripetizione di due nuove realizzazioni sulla Parete Rigata e sulla Roda del Canal, ad opera dell'attivissimo M. Brighente. Bella Gioia attacca subito a destra di "Ali di Farfalla", mentre la Livera parte a sinistra della via "L'apprendista" nella porzione più a sud della Roda del Canal. A breve pubblicheremo le relazioni su queste frequenze.

"In settimana mi sento col Teo e gli faccio una propostona.. Due prime ripetizioni in località Tessari…la sua risposta affermativa non tarda ad arrivare.
La prima a passare sotto le nostre grinfie è “Bella gioia” via mista aperta in solitaria da Mario Brighente sulla così detta Parete Rigata a destra dell’abitato di Tessari. Cinque le lunghezze con una difficoltà massima V+. Alla base il nome non c’è (ora presente NdR) ma la via si fa riconoscere subito attraverso la descrizione dataci in precedenza da Mario. La partenza è entusiasmante V+ e ci fa capire subito che per passare bisogna trovare una buona combinazione di spostamenti ed equilibrio. La prima sosta è comoda, recupero Matteo che arriva con un sorriso di soddisfazione. Dal primo tiro notiamo altre cordate sulla sinistra che ripetono “Ali di farfalla”, quindi Matteo prosegue all’apertura del secondo tiro che si sviluppa su roccia ottima e ancora qualche residuo dei lavori di apertura. Arriviamo a S4 e Teo riparte lanciato obliquando a sinistra e puntando una placca generosa di appigli ma da studiare; quest’ultima conduce ad una larga cengia, quindi è necessario un piccolo trasferimento di una decina di metri fino alla base dell’ultimo tiro. La roccia ora non presenta più zone distinte ma sembra un blocco monolitico che diventa una placca con poche fessurazioni, quindi con calma mi studio il passaggio ed una volta portato i piedi dove avevo le mani mi distendo e fino a che il mio sguardo (e poi anche le mani) non si posa su una lama obliqua non visibile da sotto, passaggio veramente emozionante! Di li a poco le difficoltà si abbattono su una cengia con sfasciume che dopo pochi metri porta ad una pianta con il cordone della sosta finale.
Rientriamo esaltati dalla prima ascesa e ci dirigiamo alla Roda del Canal,  “Via della livera”, una creazione novella di carattere sportivo frutto del lavoro del trio Mario Brighente, Giovanni Bogoni, Daniele Dal Cerè. Il curioso nome della via allude al piede di porco (livera) utilizzato per disgaggiare un imponente  masso, ancora visibile alla base della via, ora divenuto parte integrante della delimitazione del sentiero. Alla destra e alla sinistra del nostro itinerario ci sono altre vie ancora non pubblicate caratterizzate da una partenza molto simile della nostra dal punto di vista morfologico. Ad ogni modo l’attacco (senza nome alla base) combacia anche qui con le indicazioni forniteci. Matteo si aggiudica il primo tiro: la partenza obliqua sulla destra 5b, poi 5c e rientro verso sinistra con passaggio di sesto. Il successivo è il tiro chiave, super ammanigliato ma non banale, 6a+ poi via ancora sulla verticale fino alla sosta e così anche la lunghezza successiva, nonché ultima; qui è utile un friend medio piccolo per chi vuole integrare.
Ambedue le ascese hanno in comune la continuità dell’arrampicata e il divertimento che ne consegue. Complimenti agli apritori e buona arrampicata!"


Christian Confente

VIA BELLA GIOIA
Zona: Valdadige, Tessari, parete rigata
Sviluppo: 5 lunghezze, 145 metri
Esposizione: E
Difficoltà: V+
Protezioni: Fix
Materiale: 10 Rinvii
Discesa: Sentiero o doppia
Tempo: 1,5h
Primo tiro di Bella Gioia

Secondo tiro





VIA DELLA LIVERA
Zona: Valdadige, Tessari,Sviluppo: 4 lunghezze, 90 metri
Esposizione: E
Difficoltà: V+
Protezioni: Fix
Materiale: 10 Rinvii
Discesa: Sentiero o doppia
Tempo: 1,5h

Primo tiro della Livera

Il masso smosso con la "livera" (piede di porco)

In sosta 1


Sul terzo tiro


Roccia lavoratissima sull'ultimo tiro

La prima di "Pensieri nell'aria"

Zona: Valdadige, Roda del Canal
Sviluppo: 5 lunghezze, 120 metri
Esposizione: E
Difficoltà: 7a A0
Protezioni: Fix
Materiale: 10 Rinvii
Discesa: Sentiero
Tempo: 2h
Partecipanti: Manuel, Lino

2 Dicembre 2016, un venerdì pomeriggio, io e Lino ci avventuriamo sull’ultimissima via della Roda del Canal, aperta da M. Brighente e C. Confente in due giorni con il tiro duro ancora da liberare. L’attacco si trova a destra della via Zig Zag, 30 m a destra del cartello “Divieto di Arrampicata” messo in loco da qualche bontempone con l'intento poco convincente di dissuadere l'ascesa. Attacchiamo il primo tiro che sale in traverso ascendente verso sinistra sotto ad un tetto con dei fix dorati e un cordino nuovo su pianta, la parete è già in ombra e le mani faticano a scaldarsi sulla roccia. Alla prima divertente lunghezza segue un tiro semplice su belle lame e poi un bellissimo tiro con gocce e canne magnifiche valutato di 6b. A lato di queste lunghezze sono presenti due vecchi chiodi che testimoniano un tentativo non andato a buon fine. La logicità ineccepibile della linea prosegue con passi sempre più aerei verso lo strapiombo giallo e bianco con un passo chiave impegnativo che valutiamo come un 7a di continuità ben chiodato, con prese presenti ma da cercare con accuratezza. Segue l'uscita dalle difficoltà integrando, volendo, con un friend medio. 
Dopo il classico trasferimento sommitale su cengia, notiamo l'ottimo lavoro di pulizia effettuato dagli apritori. Arrivati alla bella parete lavorata terminale si sale di petto e poi verso destra per non intercettare alcune linee della palestra abbandonata e ricoperta di vegetazione denominata "Rotaryrampega". Si prosegue in un canalino sempre sul margine destro della placca e si giunge così sui prati sommitali.
Arrivati con il sole già tramontato e con il Pastello incendiato di rosso ritorniamo alla base grazie al solito sentiero per tracciato comune discesa di tutte le vie della Roda del Canal.


Primo tiro

Secondo tiro

Terzo tiro

La sosta del terzo tiro

Tratto chiave

Uscita aerea del chiave


L'ultimo tiro



mercoledì 22 febbraio 2017

Vajo Gaibana

Zona: Val Ronchi
Avvicinamento: 1.30 dal Rif. Revolto
Sviluppo: 300 m di canale + 102 m di misto
Esposizione: N
Difficoltà: passi di M4
Materiale: Picche, ramponi, friend, chiodi
Discesa: A piedi
Tempo: 8/9 h
Partecipanti: io e Christian

La storia di questa ascensione risale a 3 anni fa, Dicembre 2014, intenzionati a salire la linea evidentissima del vajo nord di cima Trappola nel gruppo del Carega, veniamo bloccati al Passo Pertica da una tormenta di neve. Perso il colpo veniamo anticipati da Franz Rota Nodari che con grande fiuto porta a termine la prima salita (Relazione qui)
Passano gli anni ed il progetto cade nel dimenticatoio, fino ad oggi fino a quando non trovo in Christian un ottimo compagno, predisposto al "ravanamento" e alle mille incognite di un ascensione in una zona totalmente fuori dagli itinerari classici.

18 Febbraio 2017, partiti dal Revolto alle 6.30, raggiungiamo il Pertica per traccia, da tracciamo il sentiero che conduce a cima Trappola su neve sfondosa che ci accompagnerà fino a sera. Raggiunto il bosco di faggi che permette di scendere il Val Ronchi (8.30), seguiamo una traccia che inizialmente ci sembra di camoscio ma via via ci appare chiaro che camoscio non è..Tracce e peli di canide, facciamo uno più uno: "tracce di Lupo." Un piccolo branco di Lupo della Lessinia, già udito e più volte avvistato in zona. Tanto male, abbiamo le picche ma non dovrebbero attaccare l'uomo! Fin qui sarebbe già valsa la pena del ravanamento fino in fondo al canalone. 
Sorpassiamo senza accorgerci l'impluvio del Vajo che sale a Cima Trappola fino a giungere alla base della cima di Castel Gaibana. Un grosso zoccolo chiude tutti gli impluvi sommitali e li fa precipitare in alto sopra ampie balze, l'unico salibile senza troppo ingaggio su rocce evidentemente marce è il nostro canale, che strozzato in alto svolta e sinistra apparentemente in direzione della vetta.
Saliamo nutrendo la speranza di trovare neve portante fino alla base delle pareti che lo chiudono, qui va un và meglio, ma sul più bello che la neve regge, la neve termina. Visto che il canale non conduce in dirittura della vetta ma si chiude su se stesso puntiamo la parete dove più debole e con 2 tiri da 30 m con passi di M4, costretti a pulire le prese con mani e picche, attrezziamo una sosta su roccia (lasciata) e una sosta veloce su grosso larice. Con un unico tiro da 60m per zolle e mughi arriviamo fradici sulla forcelletta che ci dovrebbe spianare la strada per la vetta. Ci stupiamo nel notare che la forcella è solo una forcella e basta..che precipita per 30/40 m su di un vajo pensile e si incunea in un stretto canyon in direzione delle vetta. Decidiamo di battere quindi ritirata vista l'ora ormai tarda (14.00), comunque convinti che la linea di salita logica del vajo è stata superata!

Quattro doppie e alle ore 16.00 siamo nuovamente al Rifugio Pertica dopo 2 ore di snervante salita sul sentiero 109 della Val Ronchi su neve marcia...Ma i giochi rimangono ancora aperti!

L'attacco del canale

Lungo il canale

La parete che lo chiude in alto

Segni di slavine recenti e non portanti

Saliamo sulla sinistra dove la parete è meno repulsiva

Sosta su larice del secondo tiro

Giunti sulla forcella

Vista verso il Carega


giovedì 16 febbraio 2017

Sorgazza Destra e Sinistra

Zona: Val Malene
Sviluppo: 50 m entrambe le cascate
Esposizione: N-E
Difficoltà: 3
Materiale: da cascata
Discesa: Doppie
Tempo: 2-3 h

S. Valentino, nessuno in giro per la Val Malene, temperature ancora accettabili, -1° la mattina alle 7.00: è il momento giusto per portare a casa le cascate più frequentate del Triveneto! Avvicinamento in 10 minuti sul retro di Malga Sorgazza, iniziamo con la Destra, battesimo del ghiaccio per Christian, ghiaccio buono, sosta con catena su masso scoperto al centro e poi su fino al grande larice con cordoni. Arrivati in cima risaliamo il canale che presenta altri saltini ghiacciati per altre due filate di corda da 60m, arrivati in prossimità dei primi stagnetti in fusione battiamo ritirata disarrampicando.
Raccolto il materiale, via a fare Sorgazza Sinistra. Tiro facile, sosta sempre con catena su masso scoperto al centro e poi tiro finale con candeletta di 4+. Sosta su larice.
Scesi in doppia, ormai tardi andiamo a controllare Vertigo ancora formata e Lagorice ormai sciolta. Pranzo wurstel e crauti, stagione cascate terminata con successo!
Sorgazza destra



Rosaltini proseguendo per il canale

Sorgazza Sinistra




Le cascate dietro Malga Sorgazza

martedì 7 febbraio 2017

Cascata Emanuela, Piccole Dolomiti

Zona: Recoaro, Val Creme
Sviluppo: 3 risalti. 70 m
Esposizione: N
Difficoltà: 3
Materiale: da cascata
Discesa: Doppie
Tempo: 2-3 h
Parcheggio:  45.702125°  11.190077°

Rialzo termico incessante e previsione di precipitazioni nevose, le prime serie di questo inverno, queste sono le premesse di questa nostra visita alla cascata Emanuela, in Val Creme (Recoaro). Un post su Facebook dichiarante le condizioni ancora accettabili del ghiaccio ci ha fatto optare per questa salita ma le condizioni trovate erano veramente al limite della sicurezza..per fortuna su questa cascata non gravano candele o festoni che possono rendere pericolosa la salita.

Raggiunto Recoaro in macchina, precisamente la contrada Parlati e di parcheggia nei pressi della Pizzeria Valle Chiara, salire a piedi la strada privata a volte sterrata a volte asfaltata e percorrerla per 2 km fino alla fine della stessa nei pressi di una presa dell’acqua sul torrente già in vista della cascata. Attraversato il greto del torrente (ometti) seguire la traccia verso nord, oltrepassare un ricovero di massi fino a raggiungere una valletta sulla destra, risalirla fino alla base del flusso glaciale.
La cascata si può salire con 2 o 3 tiri, con il primo si scala la goulottina di destra o la candela di sinistra se in condizioni (3/4, 25m), sosta su pianta a sinistra.

Il secondo tiro più verticale sale dritto per poi virare a sinistra, sosta su spit e cordone (3, 20m). Terzo breve tiro finale che supera il muretto di testa, sosta su pianta a sinistra (3, 15m). La discesa avviene in doppia lungo la via.


Tracciato


La cascata dal sentiero 
Primo tiro
Terzo tiro


Secondo tiro

Calata in doppia