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martedì 18 ottobre 2022

Sojo del Can, Spigolo delle Farfalle (5b, 80 m)

Zona: Valli del Pasubio
Sviluppo: 80 m
Esposizione: SE
Tempo: 1 h
Difficoltà: 5b
Discesa: a piedi
Materiale: 10 rinvii, corda 60 m
Apritori: Soranzo-Albanese-Campana 2001

Via sportiva di agevole accesso, realizzata sull’evidente spigolo del versante sud/est del Sojo del Can alle pendici del Sengio Alto. La salita si articola in tre lunghezze per un totale di 80 m circa, con difficoltà massima 5b, la roccia molto delicata, benché protetta a spit soste attrezzate e dalle basse difficoltà, le dona un carattere avventuroso e selvaggio. Protezioni e soste a spit, attrezzate per la calata

Accesso: dal Rif.Balasso, scendere a Malga Prá, seguire la strada, oltrepassare il torrente e la sbarra e salire fino ad un capanno di caccia, al segnavia imboccare il sentiero 175 in direzione Ossario/Cornetto fino alla località Spianamenti, scollinare e imboccare la strada in discesa, direzione Malunga ,al secondo tornante si è all’attacco della via.(30’)

Descrizione:
L1: Salire puntando al chiodo con cordone, al primo spit salire obliquando con passo atletico verso destra, quindi seguire lo spigolo fino alla sosta su lama staccata. 30 m, passo di 5b poi più facile.
L2:seguire lo spigolo fino ad una cengia erbosa, poi per canaletto fino alla sosta su spit e catena. 4b, 25 m
L3: vincere la solida placca usando gli appigli a sx, 5a. Poi per cresta fino ad una spaccatura, entrare e portarsi a dx, risalire una solida placca con buoni appigli, 5a. Poi per facile percorso fino alla sosta in vetta su spit e catena.

Discesa: dalla cima per evidente traccia a sx, quindi per sentiero a nord che conduce alla strada (10’) e quindi a ritroso come per l’andata al rif. Balasso (30’)








Monte Terrazzo, Torre Mandrielle - Via La Sorpresa (6a+, 55 m)

Zona: Val Fraselle
Sviluppo: 55 m
Esposizione: SE
Tempo: 1 h
Difficoltà: 6a+ A0
Discesa: 2 doppie
Materiale: corda e rinvii

Curioso piccolo pinnacolo dalla forma di "Cervino" che si stacca poco dopo la sorgente Mandrielle sul sentiero che collega Malga Terrazzo a Malga Fraselle di sotto. Via attrezzata in modo sportivo da Brighente & soci nell'Ottobre 2022 tuttavia sono state rinvenute tracce di precedente passaggio: un chiodo artigianale quasi sotto alla cima e alcune soste su golfari; si presuppone che i salitori sconosciuti abbiamo percorso il canale e il successivo spigolotto di destra più facile; mentre la via affronta di petto la placca appoggiata di roccia grigia e scagliosa. L'ambiente insolito ed appartato merita la lunga camminata per raggiungere questa via: 1 ora e mezza dal tornante in val Revolto da dove parte il sentiero per malga Terrazzo, oppure 2-3 ore dal paese di Giazza attraverso tutta la Val Fraselle: giro ad anello consigliato quindi più per il valore escursionistico che "arrampicatorio". Il toponimo torre Mandrielle è stato proposto dagli apritori della via.






Monte Toraro, Diretta dell'Acquavite (VII, 200 m, VI+ obb.)

Zona: Tonezza, Mt. Toraro
Sviluppo: 200 m
Esposizione: SW
Tempo: 5 h
Difficoltà: VII, VI+ obb.
Discesa: 2 doppie
Materiale: NDA doppiare friend m-g

Ambiente ameno e rilassante quello del monte Toraro sull'altopiamo di Tonezza e con brevissimo avvicinamento: la via attacca quasi dal sentiero. Purtroppo non ci siamo potuti godere il panorama a causa di una nebbia autunnale fredda e persistente. I gradi della via sono a nostro avviso strettini a causa della roccia con svasi e rovesci di difficile interpretazione, sicuramente una scalata tecnica dove nulla è regalato e da non prendere sottogamba. Caratteristica della via è anche la fiasca di grappa che penzola dallo strapiombo del secondo tiro che purtroppo è fuori linea e non abbiamo potuto assaggiarne il contenuto. Portare una serie completa di friends prediligendo i medio-grandi, il tiro chiave è ottimamente chiodato mentre il passo di decisione dello strapiombo ammanigliato di L3 non è protetto e serve un friendone giallo per non volare direttamente sulla cengia di sotto. Il resto della via è sufficientemente chiodato, attenzione al diedrino liscio sopra alla grottina di L5 dove il chiodo di protezione tende ad uscire, quindi ribattetelo. Il tiro del diedro fessurato di IV+ (L6) è da incorniciare.

L2 con il caratteristico fiasco da grappa.

L5

L3

La prima aerea doppia


Prima relazione, successivamente L3
è stato smezzata con una sosta intermedia


mercoledì 5 ottobre 2022

Val Revolto, Via Malga Terrazzo (6a+, 110 m, 5c obb.)

Zona: Monte Terrazzo
Sviluppo: 110 m
Esposizione: NW
Tempo: 3 h
Difficoltà: 6a+, 5c obb.
Discesa: a piedi
Materiale: corda e rinvii

Via classica aperta dell'ex Gruppo Rocciatori Biasin di San Bonifacio nel 1997, per anni dimenticata e recentemente ripulita e restaurata da Orsetto Climber. Solo per conoscenza, la linea non rispecchia integralmente il tracciato originale ed è stata raddrizzata nel terzo e quarto tiro rendendo l'arrampicata più continua e piacevole su roccia compatta. Tenere presente che il bel diedro di L5 rimane bagnato a lungo dopo le piogge. La via comunque per l'ambiente appartato e selvaggio e la grande pulizia è molto consigliabile; opportuno è anche  il concatenamento con la via adiacente "Legati ma Liberi".

Accesso:
Da Giazza si risale la val Revolto fino al tornante da dove si stacca il sentiero CAI 277 per Malga Terrazzo. Si sale il sentiero con vari tornanti per mezz'ora fino alla vista dell'evidente torre, lo si abbandona seguendo gli ometti all'interno del vajo fino allo zoccolo, da qui pochi metri per cengia a destra si trova il nome scritto in rosso. 

Discesa: si risale la faggeta fino ad incrociare il sentiero che riconduce alla base. Possibile discesa in doppia da L5.





Relazione originale dei primi salitori



lunedì 3 ottobre 2022

Sojo Rosso, Via del Gran Solco (IV+, 320 m)

Zona: Pasubio, Sojo Rosso
Sviluppo: 320 m
Esposizione: S
Tempo: 6 h
Difficoltà: III-IV+
Discesa: doppie
Materiale: NDA

Il percorso oggi proposto non rispecchia sicuramente gli standard di sicurezza e qualità della roccia pretesi oggigiorno dagli scalatori, ma si tratta di una via dal grande valore storico per l'alpinismo vicentino. La prima aperta sul Sojo Rosso nel 1928 dalla cordata di pionieri Bortolan-Padovan e teatro di numerose vicende tra cui la famosa prima ripetizione invernale del giovane Mario Noaro del '41 terminata quasi in tragedia: il giovane sopravvisse alla bufera improvvisa e dopo un terribile bivacco riuscì a scendere a valle ma fu necessaria l'amputazione di entrambe le gambe. In passato la via era molto ripetuta: numerosi segni di roccia quasi lisciata lo testimoniano, ma purtroppo al giorno d'oggi versa in uno stato di quasi abbandono. Recentemente sono stati aggiunti dei fix inox alle soste (in aggiunta ai golfaroni) e per questo è possibile calarsi da ogni punto ma la chiodatura rimane quasi come l'originale, è necessario integrare e "pedalare" sui tratti (sovente eccessivamente erbosi) dove proteggersi non è possibile. L'erba prepotente sulle lunghezze del vero e proprio solco nasconde gli appigli e appoggi migliori, molti passi sono obbligati su erba quindi da non prendere sottogamba il terzo e quarto grado che si legge in relazione. I tiri più belli si sviluppano sui camini terminali.

Accesso: parcheggiato in località Prà dei Penzi (Ponte Verde), percorrere la carrareccia che passa sotto ai soji, abbandonarla nei pressi della palina CAI per il Sentiero Voro D'Uderle. Seguirlo in ripida salita fino alla targhetta commemorativa della SAV che indica l'attacco della via. 

Discesa: in caso di nebbia si consiglia il rientro a doppie per le difficoltà di orientamento nel raggiungimento della Bocchetta d'Uderle. Altrimenti raggiungere Bocchetta (soluzione non provata) e da li fino al punto di partenza, inizialmente per mezzo di catene e poi per il sentiero CAI.

Relazione consigliata


Primo tiro


Secondo tiro

Terzo tiro

Nel Gran solco


la variante in placca che porta ai camini finali


La targa della SAV all'attacco

Chiodo originale

Il gran solco dai camini

Relazione di G.Casarotto, utile per le calate