La via più facile della Torre Gillo Cavinato, siamo sulla
parete sud di Cima D'Asta a poche centinaia di metri dal Rifugio Brentari. Vi
si accede per il canalone dei Bassaneri, scritta alla base. Affronta placche
fessurate sul primo tiro Per poi seguire un diedro rosso appigliato che termina
su un forcellino dietro il quale vi è la sosta (nascosta, tiro 2) Prestare
attenzione ai massi instabili. Seguono poi tiri sempre più divertenti ed
esposti fino all’ultimo con sosta su golfarone (l’unica senza catena) per
affrontare poi una placca aggettante all’apparenza molto liscia. Si termina
sostando facilmente sui massoni della vetta. Anche qui attenzione all’instabilità
di alcuni. La spittatura in loco non è proprio un S2 come descritto in certe
guide, ma con un po’ di friend medi si integra dove si vuole. La discesa
avviene seguendo degli ometti in direzione del canalone dei bassanesi,
raggiunta una forcelletta si disarrampica ancora fino ad intrercettare una
sosta di calata che deposita direttamente sul ramo destro del canalone sopra
citato, con 20 m circa. Vi è la possibilità di scendere disarrampicando stando
sulla parete nord ma significa scendere una canaletta con grossi massi che si
muovono solo a guardarli, soluzione non verificata. Nel complessivo la via è
bella e veloce, ideale per una mezza giornata di arrampicata. Noi sSuccessivamente
ci siamo recati alla falesia della Placca Socede per riempire la giornata e
aspettare l’ora di cena al Brentari.
Pagine
giovedì 17 settembre 2020
Torre Gillo Cavinato, Via Giorgio Asnicar (IV+, 200 m)
"V per Valdadige" sbarca alla Falesia di Gogna (VI)
“V per Valdadige” varca il confine provinciale e mette piede in Gogna, palestra storica del vicentino su invito del Gruppo Rocciatori Renato Casarotto, del CAI di Vicenza.
Con molto piacere riceviamo questo invito per una serata aperta al pubblico, la nostra seconda opportunità di presentare la nuova guida digitale. Dopo la prima esperienza al CAI G.Biasin di San Bonifacio abbiamo l’occasione di condividere il nostro lavoro nuovamente oltre provincia in una location unica e che non potrebbe essere stata più azzeccata. Il GRRC ci ha accolto con estrema gentilezza e ha imbastito questo ampio spazio all’aperto di tutto il materiale per la presentazione.
L’evento ha solleticato l’interesse di molti popolando la platea con una sessantina di persone; nell’aria si è percepita molta voglia di tornare alla normalità e per il GRRC vuole essere anche un segnale di ripresa delle attività e un, seppur lento, ritorno alle consuetudini post pandemia.
La serata è iniziata con i racconti di Mario Brighente e le sue prime sue avventure tra le crode delle Piccole Dolomiti passando poi alla grande esperienza nella Valle del Sarca e sulle Pale di San Martino. Il capitolo successivo verte invece sulla Valdadige e i Tessari, con una panoramica dei settori e la spiegazione delle aree. Si passa poi alla presentazione degli autori e delle vicende che portano alla creazione di questo “team” con qualche simpatico aneddoto. Infine viene sviscerata l’architettura della guida con le novità dell’ottava release e il lancio delle seconda versione di “D per Dolomia”.
Un sincero ringraziamento va al GRRC e a tutto il pubblico che ha partecipato alla serata.
Buona Valdadige a tutti!
C. Confente
mercoledì 16 settembre 2020
Ryoby & La nord dell'Eiger: placche del Pre de Bard, Val Ferret
Via Ryoby
mercoledì 9 settembre 2020
Sette Selle - Bubba Ho Tep (6b, 90 m, 5c obb.)
L1: salire per lo spigolo di “Self Made Man” (5c, sosta
intermedia) oppure dalla più difficile “M49” proseguendo per la fessura
strapiombante da affrontare in dulfer (6a-6b), sosta su cengia.
L2: alzarsi doppiando lo spigolo e salire in verticale
usando il diedro fessurato fino ad un piccolo strapiombo rosso, superarlo a
sinistra, sosta su cengia. 6a
L3: salire verso sinistra e raggiungere la fessura che si
allarga via via al termine della quale si sbuca in forcella su difficoltà
inferiori (6a-4a). Prestare attenzione a qualche blocco presente.
Dolomiti New Age: 130 arrampicate scelte a spit fino al 7a
Gli spit possono essere simpatici o non simpatici, c'è chi li ama e chi li vorrebbe eliminare completamente dalla faccia della terra, va da se però che sempre più, anche in terra dolomitica, stanno avendo successo le cosidette vie "plaisir", shortclimbs ben protette, sicure, ripulite, con avvicinamenti comodi per l'uomo e la donna che non cercano la prestazione da copertina, non gli interessa l'etica più talebana o l'inviolabilità della madre-montagna citata da Motti sulla Storia dell'Alpinismo. Queste persone sono la stragrande maggioranza, sono coloro che mantengono in vita le aziende di settore e quindi anche gli sponsor degli altleti dei record e quest'ultimi il lunedì mattina devono timbrare il cartellino per tirare avanti la famiglia non possono permettersi convalescenze e costose riabilitazioni. Ecco, per tutte queste persone il lungimirante autore ha raccolto e catalogato tutte le vie di questa nuova generazione di scalate, una nuova era, una New Age (da non fraintendere con qualche pratica freak o hippy). Gli itinerari sono stati a loro volta catalogati in tre macro gruppi: percorsi solo a spit, percorsi misti fino alle scalate più ingaggiose da integrare e dalle difficoltà più elevate. Qui dentro c'è pappa per tutti: anche per coloro che griderebbero allo scandalo per l'esistenza stessa di questa guida.
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Traversata dell'Ortles per la Cresta del Coston (Hintergrat)
Classicissima e lunga attraversata in quota sul tetto del
Sud Tirolo: l'Ortles. Dopo vari tentativi e rinunce causa maltempo optiamo per
non pernottare al bel Rif. Coston ma proseguire la salita per guadagnare quota utile
all’indomani e bivaccare su un comodissimo grottino da 2 posti ben visibile al
termine del ghiaione e all’inizio delle roccette che solitamente si fanno al
buio nel primo tratto della salita. Va da se che deve esserci neve per farsi l’acqua
altrimenti oltre al peso del materiale per il bivacco bisogna aggiungere anche il
peso dei litri, quindi stagioni consigliate: tarda primavera, autunno. La via
si presenta all’altezza della nomea che la precede: dislivello, esposizione,
difficoltà e buona attrezzatura in loco. Tutti i tratti più ostici sono ottimamente
attrezzati con soste e chiodi di passaggio, anche il chiave presenta una lunga
fettuccia per eventuale azzero (settembre 2020). Altri punti sotto la vetta
sono meno protetti, ma si risolve facilmente con qualche friend o nut. La
discesa è lunga ed ostica, forse più della cresta stessa: tratti di disarrampicata
su roccia poco invitante, salita e discesa da forcelle esposte, tratti super
attrezzati che si alternano a tratti dove spariscono le tracce di passaggio
(nei pressi della Punta Tabarretta occhio a non perdersi, rimanere sopra ad un
evidente pilastrone e non seguire le tracce che ci passano sotto, ne salire troppo
in verticale in direzione di una targa metallica, quella è la normale alla
Punta Tabarretta!).