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lunedì 4 marzo 2019

La magia dell'arrampicata notturna

Metti una giornata di teoria tra moschettoni e corde..
Metti due giovani irrequieti..
Metti il tardo orario…
Metti due frontali nel bagagliaio..

Cosa ne esce? Una vietta chill-out ai Tessari, quattro tirelli illuminati di metro in metro. Uscendo dall’ordinario si scoprono cose nuove, arrampicare di notte ha tutto un altro gusto, le altezze si appiattiscono, la visione si distorce e tutto si limita. Tutto sembra esistere nel raggio dei pochi metri illuminati attorno a sé stessi. Ogni singolo passaggio lo assapori come imboccare un buon piatto ad occhi chiusi e se provi a guardare più in là solo la tua immaginazione può aver ragione. Salire nella notte sembra di essere in una bolla nella quale ci sei tu e la prova che ci sia qualcos’altro ti è data dalle prese nelle falangi delle mani e dal sostegno sui piedi, niente altro. Sembra di galleggiare ad ogni movimento, quando la vista vien meno sembra quasi di essere sospesi nell’aria. 

Ogni tanto bisogna lasciar spazio alla follia, forse è un richiamo che ci viene da dentro, forse è semplicemente voglia di libertà, sempre e comunque in verticale. Rientrando alla macchina la luce si spegne, e quell’interruttore sul caschetto spegne la magia, si torna al mondo reale.

C. Confente

Via del Bafo, Roda del Canal





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