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lunedì 21 maggio 2018

Canale: Via Auffgus street

Zona: "Parete degli stranieri" aka "Facce di Canale", Valdadige
Sviluppo: 115 m
Esposizione: Est
Difficoltà: IV, A2
Protezioni: Fix
Materiale: dotazione da Artificiale, friend N°2/3 B.D, 25 rinvii
Ripetitori: Gianesini-Confente-Franco

Astinenza da verticalità?? Nessun problema, basta una ripetizione ben piazzata ed il problema è risolto!
Domenica 6 maggio, cordata a tre, io Simone e Nicolò. Prima esperienza artif per il giovine Nico, destinazione Aufguss Street (Monte Cimo - Parete degli Stranieri, Canale) sesta ripetizione assoluta.  La zona non è nuova per me e Simone soprattutto alla luce delle ultime aperture nel circondario; ci caliamo da November Rain per poi, alla cengia mediana, seguire i bolli azzurri verso nord sino ad intersecare la traccia a bolli rossi segnata dagli apritori.
Giornata calda ed il sole è alle spalle.. in aggiunta la parete riflette i raggi dandoci la netta sensazione di essere dentro un forno a microonde. Il primo tiro ci fa capire che alcuni passi della via saranno atletici e da ponderare, onde evitare di sprecare energie inutilmente; si aprono le danze su una placca a scaglie bianche per poi arrivare al primo tettino molto suggestivo che termina su una cengia che si conquista con qualche breve passaggio in libera. Anche due soci arrivano divertiti, nonostante qualche inghippo tecnico tra staffe, longe ecc. Il secondo tiro si arrampica con facilità in libera arrivando ad un ampio slargo colonizzato da animali selvaggi (abbondante sterco a terra). Simone si gode l’apertura di L3, un traverso verso sinistra addobbato da buchi netti e prese che fanno venir voglia di mollare staffe e bloccanti e provare qualche movimento in libera. Sosta successiva sotto il tetto, si inizia il gioco con il vuoto!  Anche questo tiro è attrezzato molto bene, a volte obbliga ad alzare i piedi negli ultimi gradini della staffa. Passato il brivido del tetto guardo a nord e avverto un meteo veramente pessimo, tuoni in lontananza e la tipica aria da perturbazione: faccio un paio di passaggi, ragiono e capisco che l’unica via plausibile è quella di salita. A rendere il tutto più pepato ci si mette anche un bel passaggio su friend giusto a metà strapiombo.. superato questo punto l’acqua inizia a scendere ma tengo la testa sui movimenti  e cerco di non sprecare energie per raggiungere quanto prima la fine. Finalmente la roccia finisce e lascia lo spazio al prato sommitale ma il tutto viene reso frizzante dal passaggio dalle staffe al fondo bagnato. Chiamo i miei compagni e convergiamo sul fatto che sia meglio attendere e avere le idee più chiare sul meteo. Di li a un quarto d’ora ci risentiamo e visto la situazione di stabilità decidono di partire, arrivando in sosta asciutti e soddisfatti.
 Mi rammarica solo il fatto di non essermi goduto la salita dell’ultimo tiro, di non essere riuscito a fermarmi a godere della verticalità e del vuoto. Questo significa che tornerò ancora.
Complimenti a Nicolò per la prima esperienza e per non aver “perso le staffe”.
Un elogio agli apritori Matteo Bertolotti, Diego Filippi e Davide Martini: salita molto logica, emozionante farcita da una chiodatura top.

C. Confente

Avvicinamento e discesa:
parcheggiata l’auto nel posteggio della falesia di Serpele, prendere la mulattiera che conduce in leggera salita al forte S. Marco, oltrepassata l’altezza della falesia del Cubo, avvicinarsi al ciglio della parete individuando l’ultima sosta della Via del Becchi (45°35’19.3”N 10°49’39.6”E), effettuare quindi una lunga calata di 40 m che conduce alla grande cengia, traversare con attenzione verso sinistra viso a monte fino a trovare una sosta di servizio al centro della grotta, da qui con un'altra lunga calata nel vuoto si è all’attacco. Per ritornare all'auto percorrere a ritroso la mulattiera.








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