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lunedì 13 maggio 2013

Brentino, Gem 85


Zona: Brentino, Pale basse
Sviluppo: 4 lunghezze, 120 m
Esposizione: E
Difficoltà: 6a+
Chiodatura: Buona
Materiale: 10 rinvii, 2 mezze da 60
Discesa: 3 doppie
Tempo: 2-3 h
Partecipanti: io, Matteo

Sensazioni "brentiniane". Oltre alle gocce, alle placche, alle canne (non da fumare..) di Brentino, ci sono pure le sensazioni che ti lascia il suo vuoto, il suo mondo strutturato sul piano perpendicolare a quello di noi esseri umani sopra le cime degli alberi. La brennero la dovrebbero chiudere e basta, solo per dare quel tocco di naturalezza, si potrebbe viaggiare nel tempo e provare le sensazioni che si provavano su quelle rocce prima dell'avvento del motore a scoppio.

Sta di fatto che ormai la pianura padana è diventata una palude, di piovere non accenna a smettere, così approfittando di una finestra di bel tempo la domenica mattina, ci fiondiamo alle pale basse per ripetere Gem 85 e sfuggire al temporale pomeridiano. Via corta, solo quattro tiri, di cui belli solo due, ma vi dico, ne vale la pena.
Le pareti ancora intrise d'acqua, trasudano, traversi si rivoli neri bagnatissimi e gocce, le vere gocce d'acqua, le originali, che ti cadono addosso alla seconda sosta sotto i tetti tirati con cazzuola e malta fina dalle suddette in milioni di anni, senza il rumore della brennero.

Primo tiro, il tetto stronzo.
Classica partenza in stile pale basse, strapiombini apperentemente innoqui.

Seconto tiro, la sosta invisibile.
Placca appoggiata (trovata bagnatissima), cengia con clessidra, traverso a sx per la sosta.

Terzo tiro, "el figàro".
Scavalcamento di una pianta di fico con fichi annessi, placca e poi fessura verticale ma spaziale.
 
Quarto tiro, il dietro del Caravaggio.
Diedro fessurato che pare dipinto quanto è bello, provare per credere.




La via in centro, sulla perpendicolare del diedro

Primo tiro


Il fico


Ultimo splendido tiro

lunedì 6 maggio 2013

Vajo Valdagno

Zona: Campogrosso
Sviluppo: 450 mt solo vajo
Dislivello totale: 1040 mt
Esposizione: N-O
Difficoltà: D, IV
Materiale: da ghiaccio, doppie picche, corda, friend & dadi
Tempo: 2/6 h
Pendenza: 60°
Partecipanti: io e Matteo


Da Campogrosso portarsi alla base del Vajo dei Colori  (1h o più in base all'innevamento), risalirlo fino allo sbarramento roccioso che crea il trivio tra Vajo dei Camosci e Vajo Bianco a destra e Vajo dei Colori a sinistra, a questo punto si noteranno le guglie Valdagno a destra e qiundi incastonata in alto la rigola nevosa del Vajo Valdagno e Vajo dell'Indice.
Risalire il tutto il pendio via via sempre più ripido tenendo la linea di sinistra fin sotto ad un colatoio nero, da qui legarsi in cordata per affrontare un traverso di IV su roccette per 10 m, usciti dalle rocce di può trovare del ghiaccio, ripreso il vajo puntare alle rocce di sinistra per sostare su una fessura. Da qui con un altro tiro di corda risalire il vajo mantenendo la sinistra e puntare la forcella ora ben visibile.
L'ultima difficoltà è rappresentata dal diedro di roccia marcia che porta alla forcella, noi l'abbiamo trovato ben innevato nonostante fosse il 5 Maggio, ma piazzando un buon friend su di una fessura stranamente solida a destra si va via senza problemi. In forcella sostare su solido mugo.
Da qui calando per 5 m si raggiunge il Vajo Mosca, risalire per traccia di sentiero/zolle o neve fino a riprendere la parte alta dello stesso e da qui per altri 100m su dritti fino a raggiungere Cima Mosca.
La discesa si effettua seguendo il crinale verso sinistra, solitamente ben tracciato, fino a raggiungere Bocchetta dei Fondi e da qui in discesa fino a Campogrosso.
Complessivamente il giudizio è molto positivo, difficoltà non elevate, varie ed omogenee, le due pecche sono avvicinamento e discesa un pò lunghini rispetto ai vaji della zona del Gazza (..ma sennò che bello sarebbe?) e il tiro al bersaglio dato dai sassi che si staccano dalla parte alta del vajo, quella dopo il traverso. L'ematoma sulla mia gamba è un bel souvenir da portare a casa per ravvivare il ricordo del Vajo Valdagno nei giorni a seguire..



Il Valdagno come si presenta dal Vajo dei Colori



Sosta su fessura dopo il traverso

La ripida parte iniziale

Guglie Valdagno

Vista all'uscita del Vajo