Ogni tanto, tra un cantiere ed un altro, ci sta anche una buona ripetizione, a maggior ragione se la bella stagione è alle porte. Venerdì sera io e Matteo palleggiamo proposte per l’itinerario da percorrere per capire quale debba essere la via candidata del giorno a venire ma non riusciamo a cavarne un ragno dal buco; tuttalpiù entrambi lontani da casa, quindi senza aver modo di consultare la guida Valle del Sarca Mon Amour. Posticipiamo la fase decisionale al viaggio di andata dove, anche con l’aiuto telefonico di Mario, definiamo quale sia l’itinerario da fare in Valle del Sarca. Da tempo era nostra intenzione ripetere Spinelo; questa via presenta le caratteristiche ideali per l’apertura della stagione. Arrivati al parcheggio ci prepariamo ed, accompagnati da un’arietta frizzante tipica del fine stagione, puntiamo le maestose placche Zebrate. Le punte delle vette intorno a noi sono tutte bianche, ancora cariche di neve. Troviamo con facilità l’attacco e Teo decide di rompere il ghiaccio al primo tiro. Da sotto sembra una placca appoggiata ma alcuni passaggi richiedono una buona dose di fiducia sui piedi. Più sopra le difficoltà calano, su L2, per tornare poi a richiedere concentrazione sul traverso di L3; un traverso, appagante che, oltre ad essere orizzontale, successivamente si abbassa di qualche metro, prima di raggiungere la sosta (dove si arriva anche dalla variante Pi.Gi.). L4 viaggia in più di 50m di fessura, un viaggio veramente gustoso attraverso passaggi in Dulfer, spalmate e prese di equilibrio. Le lunghezze successive sono caratterizzate da placche tanto più marcate quanto più ci alziamo sulla parete: l’ultima lunghezza è il cuore della via. Un altro viaggio tra le rigole e le bugne calcaree che permettono di passare delicatamente spostando il peso tra un piede e l’altro in un gioco di aderenza unico. Riusciamo a trovare un piccolo spazio sul libro di via dove lasciare le nostre firme per poi dedicarci alle doppie che ci riportano alla base. Il nostro giudizio della via è molto positivo, esaltato dal fatto che la chiodatura è sicura ma richiede allo stesso tempo concentrazione al primo di cordata.
La giornata si chiude così con un giretto in centro ad Arco per qualche acquisto veloce e la tanto agognata birretta gratificatrice.
C. Confente
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mercoledì 28 marzo 2018
venerdì 9 marzo 2018
Cascate in val Revolto, parte 3
Dopo il primo post datato Dicembre 2012 sull'ipotetica prima salita della Cascata Boschetto e quello di Febbraio 2016 sulla cascata della Val Rossa, ritornano favorevoli le condizioni per le formazioni effimere di quella che per noi è il "Piccolo Canada Veronese", la Val Revolto. L'inverno scorso, freddo ma secco, ha visto la formazione solo per pochi giorni delle cascate del canalone NO del Plische (Varalta ecc) questo inverno 2017/2018 molto nevoso ma con solo una settimana e mezza con temperature consone alla formazione (sotto i -10°C) ha permesso la formazione del 90% dei flussi anche quelli di più rari e sconosciuti.
Scivolo del Canyon
Cascata dell'acqua fresca
Vera sorpresa della stagione, l'ultima volta che è stata vista formata era il lontano 2003. Autentica apparizione lungo la strada che conduce al Rif. Boschetto, sul lato sinistro nei pressi di una struttura in cemento, si parcheggia l'auto bordo strada si attraversa il Progno e si risale il canale in cemento che termina ben presto sotto un primo salto roccioso. La caratteristica di questa cascata è lo spessore veramente esiguo del ghiaccio, spesso non oltre i 5 cm. Ne consegue una difficile proteggibilità e quindi un grado giustificatamente elevato (6°). Zoccolo, candela a 90° per 4-5 m veramente divertente, muro più appoggiato che si fa via via più roccioso. Sosta a spit sepolta dalla neve sulla destra sotto una nicchia. Ulteriore risaltino facoltativo e discesa in doppia, 30 m.
Cascata dell'Orco
Cascatella appoggiata di 2° grado, didattica e breve, ubicata nella valletta che si trova sulla destra del secondo tornante dopo l'ultima contrada di Giazza: Boschengrobe. Difficile formazione vista la quota bassa, discesa in doppia da cordone su albero (da rinforzare). Qui il ghiaccio varia moltissimo da un giorno all'altro in base alle temperature, noi quest'anno l'abbiamo affrontata di notte con ghiaccio ridotto a granita.
Scivolo del Canyon
Cascata che si forma quasi tutti gli anni, si trova all’imbocco
del canyon di Campobrun, incastonata tra le rocce di sinistra e non visibile dall’esterno, si raggiunge percorrendo il
sentiero degli Orti Forestali o scendendo dal Rif. Revolto, abbandonando
opportunamente la traccia nel pressi della grande piana boscosa del cosidetto Lago
Secco (quello vero..). Due tiri di corda con ottime soste attrezzate per 50 m
di ghiaccio talvolta delicato e con passi di IV. Discesa in doppia.
Cascata dell'acqua fresca
Vera sorpresa della stagione, l'ultima volta che è stata vista formata era il lontano 2003. Autentica apparizione lungo la strada che conduce al Rif. Boschetto, sul lato sinistro nei pressi di una struttura in cemento, si parcheggia l'auto bordo strada si attraversa il Progno e si risale il canale in cemento che termina ben presto sotto un primo salto roccioso. La caratteristica di questa cascata è lo spessore veramente esiguo del ghiaccio, spesso non oltre i 5 cm. Ne consegue una difficile proteggibilità e quindi un grado giustificatamente elevato (6°). Zoccolo, candela a 90° per 4-5 m veramente divertente, muro più appoggiato che si fa via via più roccioso. Sosta a spit sepolta dalla neve sulla destra sotto una nicchia. Ulteriore risaltino facoltativo e discesa in doppia, 30 m.
Sosta a spit con anello di calata |
Cascata dell'Orco
Cascatella appoggiata di 2° grado, didattica e breve, ubicata nella valletta che si trova sulla destra del secondo tornante dopo l'ultima contrada di Giazza: Boschengrobe. Difficile formazione vista la quota bassa, discesa in doppia da cordone su albero (da rinforzare). Qui il ghiaccio varia moltissimo da un giorno all'altro in base alle temperature, noi quest'anno l'abbiamo affrontata di notte con ghiaccio ridotto a granita.
La cascata in condizioni (2018) |