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lunedì 27 luglio 2015

Dito di Dio..o quel che ne rimane

Durante una ripetizione del Dito di Dio, la più famosa guglia delle Piccole Dolomiti, avvenuta in data 26/7/2015. Arrivati alla sosta sullo spigolo del terz'ultimo tiro, abbiamo constatato il crollo di una grossa fetta di roccia alla destra della fessura lungo la quale corre la Via Soldà. Al momento per superare il tratto di placca sprotetta è necessario munirsi di materiale per integrare altrimenti si deve procedere in libera per circa 15 metri su difficoltà di VI fino al raggiungimento del primo chiodo superstite. 

Ci auguriamo che questa superba ed estetica guglia rimanga in piedi il più a lungo possibile...



Prima e dopo il crollo

giovedì 16 luglio 2015

Via normale al Gran Zebrù

Zona: Val Cedec
Dislivello: Totale 3500 m
Esposizione: S-E
Difficoltà: PD+
Materiale: Corda, piccozza, ramponi
Tempo: 8 h
Partecipanti: io, Sandro

Salita superclassica di media difficoltà, le uniche problematiche son date solamente dalle caratteristiche del manto nevoso della pala in fase di discesa, quindi è consigliabile essere un vetta già alle prime luci dell’alba per poter scendere serenamente, questo implica però la conoscenza del tracciato, che di per se non è complicatissimo.
Fino al rifugio Pizzini la strada è molto agevole e rilassante, si può fare comodamente in scarpe da ginnastica. Il secondo giorno, al "chiar di torcia" è necessario seguire solamente i numerosi ometti che permettono di superare la morena e giunti ai margini della vedretta si punta il canale che porta al Passo della Bottiglia. Di qui si compie una lunga S rimanendo sempre sul margine sinistro della pala, fino a raggiungere un tratto quasi pianeggiante.
Di qui scegliere se raggiungere la croce sommitale per la direttissima (canale tra le rocce, con spit per eventuale calata) oppure obliquando a destra fino a prendere la cresta che conduce in vetta, questa seconda opzione è molto più esposta alla sottostante ripida pala, valutare le condizioni della neve. La discesa avviene per l'itinerario di salita.




















mercoledì 8 luglio 2015

Pilastro Dalai Lama, Via Aum

Zona: Malga Cornetto
Sviluppo: 5 lunghezze
Esposizione: S-O
Difficoltà: V+
Chiodatura: Presente
Materiale: 9 rinvii, cordini
Discesa: Doppie
Tempo: 1,5 h
Partecipanti: io, Simone, Erica

Un ottima via a pochi minuti da Malga Cornetto (Valli del Pasubio), la roccia su tutto il percorso è incredibilmente buona e lavorata per la zona il tiro chiave su strapiombetto è molto ben ammanigliato. La via sale parallelamente alla più conosciuta Kora, ma mentre questa cerca i punti di maggior sviluppo, Aum sale la linea più logica del Pilastro Dalai Lama, toponimo proposto dall'instancabile e fortissimo alpinista e apritore veronese Mario Brighente e autore stesso della via. 
Per prolungare l'ascensione, scesi in doppia nel vajo colpito dalla recente frana che ha schivato fortunatamente malga Cornetto, si può proseguire, sempre seguendo i bolli rossi e salire altri due pinnacoli in ambiente sempre più isolato, questo concatenamento è cosidetto "Cavalcata tra i Camosci".



Simone alla prima sosta

Terza sosta
Relazione per gentile concessione di M. Brighente





lunedì 6 luglio 2015

Il pilastro del Lago Secco

In Val Revolto, nel bel mezzo del "Lago Secco", quello vero, da non confondersi con l'opera di imbrigliamento realizzata dalla forestale, a monte del ponte sul "Pach" (torrente) a nord di Giazza, troviamo uno splendido monolite, perfettamente squadrato. Lo osserviamo ergersi in piedi nel bel mezzo di una radura tra i larici, quando scendiamo dal Rifugio Revolto per raggiungere l'alpe di Campobrun attraverso il sentiero che sale costeggiando la stretta forra dell'Enghetal, chissà quali forze della natura l'hanno condotto fin li proprio in quella bizzarra posizione, forse si tratta proprio di un enorme blocco erratico residuo di un antico ghiacciaio che avrà successivamente alimentato un lago che ora si conserva solo nella memoria della toponomastica della valle.
Se lo osserviamo da vicino, con stupore noteremo la compattezza di un un calcare bianco/grigiastro, che sul suo lato leggermente strapiombante sembra tirato a lucido dalla cazzuola di un muratore dispettoso, mentre dalla faccia più solare e leggermente appoggiata da un paio di anni sono comparsi degli spit...

Le vie sono in tutto 8, due sul lato strapiombante e sei sul lato leggermente appoggiato, non tutte hanno la catena quindi in alcune bisogna obliquare in uscita per raggiungere la catena accanto. L'arrampicata è quella tipica della placca verticale a tacche, di soddisfazione, per i gradi bisogna andare "a naso" in quanto non vi sono pubblicazioni a riguardo.

Buon divertimento.







Via Dibona, Torre Grande di Falzarego

Zona: Passo Falzarego
Sviluppo: 11 lunghezze
Esposizione: S-E
Difficoltà: V+
Chiodatura: Presente
Materiale: 10 rinvii, dadi, cordini
Discesa: traccia
Tempo: 6 h
Partecipanti: io, Simone, Mario


Grande classica del Falzarego, roccia super nelle prime lunghezze e medio-buona nel tratto chiave, ovvero sui gialli dove bisogna essere un pò delicati a causa di qualche blocco instabile. Personalmente trovo i gradi di Dibona un po strettini, il passaggio chiave è azzerabile ma in libera un V+ gli calza molto stretto anche a causa della scarsa possibilità di proteggersi. Per il resto è una gran bella via in un ambiente pregno di bellezza e carico di storia. Si consiglia di partire presto per evitare le immancabili code, anche se meno frequentata delle vie della Torre Piccola.




Chiave

Discesa