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mercoledì 7 marzo 2012

Rocca di Manerba

Sconfinando..ci siamo imbattuti per caso in una domenica primaverile e nebbiosa ad arrampicare sulla snobbata scogliera di Manerba del Garda (Brescia).
Ma perchè una così lunga scogliera di arenaria vergine a strapiombo su di un Garda pressochè caraibico, con pareti che partono dai 60 metri in su...perchè solo 4 (stupende) vie ??? A me sembra l'eldorado....

La struttura della falesia è alquanto insolita, sviluppata a triangolo con un vertice alla base, dalla quale parte la via di attacco di una quindicina di metri che porta ad una sosta vicino ad un alberello dal quale partono la maggior parte delle vie. Per questa cosa potrebbe risultare un pò selettiva a causa del grado (un 6 e qualcosa mi sembra..) ma comunque c'è sempre la possibilità di arrampicare sullo spigoletto che viaggia sul 5b.
La chiodatura è un fritto misto, segno delle varie epoche e generazioni di arrampicatori ma ultimamente nella parte bassa è stata sostituita con nuovi spit raumer nuovi di zecca. Soste su catena, alcune con anello di calata e alcune no.
La parte alta delle vie rimane con i vecchi e lunghi resinati penso per la possibilità di calarsi da sopra con dei resinati vicini ad un caratteristico un alberello con una doppia molto psycho.

Noi abbiamo ripetuto i primi due tiri di Granchio Verde e Psycho trovando roccia esaltante ed arrampicata tecnica.

Dal vecchio sito GardaClimbing:

ACCESSO
Giunti a Manerba del Garda, sulla statale Salò-Desenzano si prosegue verso il centro paese e verso la frazione Montinelle. Si continua in direzione del Porto Dusano per circa 500 m in via San Giorgio, prima di scendere verso il porto si gira a sinistra in via Agello. La si percorre per altri 500 mt. circa e si parcheggia, nei pressi del bar. Costo del parcheggio del parco naturale per l'intera giornata 4 euro festivi, 3 euro feriali (tessera otto ingressi 20 euro). A piedi si prende una strada sterrata e si gira alla seconda a destra (la prima è via Marinello) costeggiando alla vostra sinistra, un uliveto di nuovo impianto, recintato.
Si prosegue per circa 1 km fino ad un bivio con segnaletica dei sentieri. Se si prosegue a sinistra costeggiando il bosco si arriva sopra la falesia dove trovate gli alberi per la calata. Recentemente sono stati anche messi due resinati per calarsi più a destra della sosta numero 1 (X1). Se si prende il sentiero in discesa si costeggia poi la fascia rocciosa e si giunge in 10 minuti alla base del diedro. Da qui a piedi per 100 m su strada sassosa, poi a destra in salita, per entrare in un uliveto e trovarsi sul margine che delimita la scarpata verso il lago; da qui in salita si giunge in cima alla falesia dove si trovano degli alberi per calarsi.

INFO
Falesia poco frequentata ma comunque molto bella, alta circa 60 metri, di arenaria grigia, qualche volta "polverosa". Alcuni dicono che sia stata richiodata recentemente con i resinati, ma solo per alcune vie. Il gruppo Gc sta provvedendo ad una parziale richiodatura e messa in sicurezza di alcuni tratti, chiodati lunghi..... Negli anni più persone ci hanno messo mano e le varie richiodature hanno un po' falsato gli itinerari originali. QUINDI MASSIMA ATTENZIONE!!! Le vie, sempre estetiche ed aeree, sono generalmente tecniche; l'esposizione è a Nord quindi si consiglia l'estate ( a luglio meglio dopo le 13.00).
Si può partire dal basso con la via n. 1 o con la nuova via n. 10, uscendoa destra su X1 sosta da cui partono le vie 2-4-5-6-8, ma ci si può anche calare dall'alto, sia utilizzando le piante che i due resinati fissati a terra (attenzione che qualche ignaro passante, simpatico..., vi sganci la corda...). Si hanno notizie non confermate di alcune perlustrazione sulla scogliera per l'apertura di nuovi itinerari. da  "Arrampicate nel Bresciano" di S. ZIZIOLI - F. MAGRI ed. Mediterranee 1988.



Garda infinito

Granchio verde

Lo spigolo

La parete grigia dove corrono le vie

sabato 3 marzo 2012

Senge di Sivieri...l'ambizioso progetto

Vestenanova, provincia Est di Verona, il cuore della Valdalpone..il motivo per il quale esiste questo blog: attrezzare dei tiri di roccia in una valle in cui è noto che non ci sono pareti o sassi o qualsiasi altra cosa di arrampicabile (tranne lo scempio vergognoso delle cave di basalto) 


Per primo è stato scovato il monte Birone in quel di S. Giovanni Ilarione.. entusiasmo a mille per la roccia (anche se poca) per il paesaggio in cui è incastonato, ma pace all'anima sua..è stato subito oscurato dalla scoperta delle Senge di Sivieri..quasi in centro a Vestenanova, il paese successivo risalendo la valle.


Esci dal bar del centro dopo aver bevuto un ombra e loro sono lassù che ti guardano, da quella prua vegetale che chiude guardando a nord verso le "Piccole" la Valdalpone e la separa dai nostri cugini vicentini. Possibile che nessuno mai se ne sia accorto? Neanche i locali...non lo so.


A fine novembre io e il forte Sandrino siamo andati fin sotto alle pareti, con un pò di scetticismo devo dire ma siamo stati subito screditati, c'è da lavorare, c'è da pulire, c'è da contattare i proprietari dei terreni, insomma tanta roba e non voglio svelare nulla per ora.
Posto solo la foto della panoramica da nord, come vedete l'esposizione è a nord, quindi ottimo per i pomeriggi estivi, la quota è di 530 mt, la roccia è calcare bianco compatto, l'altezza varia dai 10 ai 15 metri..i settori sono due: quello di destra (da noi visitato) e quello di sinistra (ancora da esplorare) separati da una costola di bosco che porta alla cima.
 C'è molta vegetazione ma la foto inganna molto perchè da sotto gli alberi non rompono più di tanto, abbiamo fatto il test-roccia attrezzando una sosta sullo spigolo all'estrema sinistra del settore di destra con un chiodo arancione ed una clessidra...nè è uscita un monotiro di 15 metri di 5c denominato "L'orticello" per la conformazione del boschetto in uscita.


Spero a breve di poter aggiungere notizie perchè il progetto è veramente fico.