martedì 9 settembre 2014

Vespa-Climbing all'Isola d'Elba

A volte sembra impossibile come due passioni diverse, apparentemente incompatibili tra loro, possano trovare un punto in comune e così andare a braccetto percorrendo le strade di una nuova avventura. E' quello che è successo in questa estate bizzarra 2014 ed è il caso di dirlo, è avvenuto veramente per pura casualità.
Ho sempre coltivato la passione per lo scooterismo d’epoca a marce e da un annetto faccio parte pure del Vespaclub Valdalpone, sta di fatto che è assai difficile riuscire a concigliare l’attività dei raduni con quella dell’arrampicata..almeno fino ad oggi.
In una oziosa  domenica pomeriggio di giugno mi trovai a sorseggiare una New Castle con un vecchio amico parapendiista che da poco ha acquistato una “non vespa” (LML Star, pace all’anima sua), vuoi e non vuoi, parlando di dove si andrà a godersi le meritate ferie nei mesi a venire, è uscita l’idea di caricare donne e ferraglia sulla nostra amata due ruote e raggiungere l’isola più vicina e più abbordabile: l’Elba.

Andata..
VR-BO sotto l'acqua




Passano un paio di mesi, e ci ritroviamo alle 6 di mattina con un manipolo di centauri, per affrontare la prima tappa Verona-Piombino, circa 400km (fino a Bologna sotto la pioggia). Traghetto, sbarco a Cavo e riusciamo a piantare le tende in un camping di Lacona alle 22.00 circa. 
I giorni stabiliti per l'arrampicata (haimè troppo pochi) sono stati due, uno di approccio allo stile marittimo granitico presso la falesia di Fetovaia, ed il secondo dedicato al multipitch sulle uniche vie lunghe presenti sul Monte S. Bartolomeo nel comune di Chiessi in piena "Costa del Sole".

Falesia di Fetovaia:


Fetovaia






Di facile accesso, si trova lungo la strada tra Saccheto e Fetovaia, quindi sulla sinistra proseguendo in questa direzione, nei pressi di uno spiazzo panoramico con delle palme. Parcheggiare i mezzi e scendere per traccia sulla destra e poi lungo le placconate granitiche che formano un piano inclinato, in vista già degli spit.
La caratteristica di questa falesia è l'eccezionale lavorazione del granito dorato dovute alle alterazioni meteoriche e all'aloclastismo (Tafoni), anche se ovviamente le vie cercano il difficile nelle placche verticali più liscie. Non sono presenti catene ma un solo anello, l'eventuale moschettone rilasciato per la moulinette verrà recuperato dall'alto (traccia nella macchia di rosmarino selvatico).
E' consigliabile arrampicare nelle ore precedenti il tramonto per evitare la calura e a causa della presenza di alcune pozze di acqua stagnante portare del repellente anti-zanzare.



Monte S. Bartolomeo - Via dei Gigli Martagoni:

Zona: Chiessi
Sviluppo: 4 lunghezze
Esposizione: O
Difficoltà: V+
Chiodatura: ...ogni tanto
Materiale: 10 rinvii, friend medi
Discesa: Via ferrata
Tempo: 2 h
Partecipanti: io, Fabio




Placca iniziale

Gigli Martagoni

Tiro chiave

Vetta

Monte S. Bartolomeo


Su questo grande “panettone” ben visibile dall’abitato di Chiessi (sempre Costa del Sole) sono state sviluppate la maggior parte delle “vie lunghe”  dell’intera isola. Lo si raggiunge in poco meno di un oretta con un sentiero che parte a gradoni direttamente dalla chiesa (piccolo parcheggio & fontana) e che si inoltra poi nella macchia. Arrivati all'altezza del grande tetto, prendere una traccia a destra e raggiungerne la base ravanando non poco tra i cespugli spinosi, risalire quindi un canale erboso che conduce all'inizio della grande placconata (nomi delle vie presenti).
La via a volte risulta intuitiva ed a volte no, sono presenti un po si spit, cordini & chiodi sfibrati dalla ruggine, è necessario quindi integrare bene con i friends delle fessure nella parte alta prima di raggiungere il "tettone" sommitale. Si sale dritti in aderenza, per 2-3 tiri stando attenti a non deviare verso destra per seguire delle fessure che conducono in una zona iper-licheno/muschiosa con scaglie mobili. Da sotto il tetto (comoda sosta) decidere andare a destra (strapiombetto chiodato) o alla più fotogenica sinistra (traverso cordonato), noi abbiamo optato per lo strapiombetto, più diretto con meno rischio di attriti.
Raggiunta l'ultima sosta ci si può slegare o procedere fino alla vetta in conserva (scelta da noi intrapresa visto il vento forte) per gradoni, fino al libro di vetta. La discesa presenta un breve tratto ferrato verticale che deposita sul sentiero che si seguirà in discesa per ritornare a Chiessi.



Conclusa la parte arrampicatoria, abbiamo trascorso i rimanenti giorni a visitare le innumerevoli e bellissime spiagge sparse lungo tutta la costa, specialmente nella scogliera della parte sud-occidentale (Monte Calamita, comune di Capoliveri) abbiamo osservato in motoscafo delle piccole falesiette  avrebbero meritato una visita (Ginepro etc). 


Ritorno..




Arezzo-S. Marino, ancora acqua

Bagni S. Filippo


Tracciato


Per il ritorno abbiamo deciso di spezzare il viaggio in 3 giorni, toccando le terme libere dei Bagni di S. Filippo (SI) quindi attraversato gli Appennini per il passo di Viamaggio abbiamo raggiunto S. Marino (avrebbe meritato una riperizione la via Diretta del pilastro della Guaita), da qui ultimo lungo tratto in vespa fino a Verona, toccando Cesenatico e Ferrara.

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